Anno VI - 31 OTTOBRE 2000

CONSIGLIO COMUNALE

Seduta del 30 ottobre sulla Sicurezza

 

Non si è trovato un documento comune di analisi, come pure aveva auspicato il Sindaco, al termine del Consiglio comunale sulla sicurezza. In chiusura infatti maggioranza e minoranza sono rimaste divise sui due documenti che alleghiamo integralmente. La seduta si è svolta alla presenza del Prefetto, che è anche presidente del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, del Questore, dei Comandanti dei Carabinieri e del Corpo di Polizia Municipale e di un numeroso pubblico tra il quale molti erano i rappresentanti dei "gruppi di ascolto". I lavori sono stati aperti dal presidente del Consiglio Romeno Savini che ha ricordato come questo Consiglio sia nato dalla sollecitazione giunta da molti consiglieri. Qui di seguito gli interventi che hanno caratterizzato la seduta.

Savini

Il numero crescente di episodi di criminalità comune che va ad aggiungersi a taluni casi gravi di criminalità, nonché ai fenomeni sempre presenti sulle nostre piazze e sulle nostre strade dello spaccio della droga e della diffusione della prostituzione, cominciano a destare il timore che anche in una città come Ferrara il periodo di tranquillità, sia pure relativa, di cui finora ha goduto, sia finito.

Se per ora siamo ancora assai lontani dai livelli di criminalità registrati nelle metropoli e nelle grandi città del nostro paese, tuttavia da qualche tempo l'attenzione dell‘opinione pubblica ferrarese alle problematiche connesse con l'ordine pubblico è assai aumentata, tanto da manifestarsi, qua e là in casi isolati, con segni di insofferenza verso la presenza degli extracomunitari o verso le scelte della Pubblica Amministrazione tendenti a dare risposte in termini di solidarietà, come è avvenuto allorché il Comune ha proposto la costituzione di una struttura di prima accoglienza.

Una parte dei nostri concittadini soprattutto donne, anziani e bambini non si sente più così sicura di potersi muovere di giorno e di notte sulle strade della città. E’ per questo motivo che non possiamo aspettare che la situazione diventi più grave, accampando la facile consolazione di una città ancora imparagonabilmente più sicura di Napoli, di Roma, di Milano o anche di Bologna. Tutte le istituzioni devono sentirsi ugualmente impegnate a lavorare per assicurare il massimo di tranquillità ai nostri cittadini ed evitare che la situazione ulteriormente peggiori; ma anche tutte le articolazioni della società civile e dello stato democratico, poiché la criminalità si combatte su due fronti: quello della repressione, ma ancor prima, quello della prevenzione.

 

Prefetto

Quella della sicurezza pubblica è una tematica delicata e complessa perché tocca aspetti essenziali dell’organizzazione sociale, della vita quotidiana di ciascuno di noi, quindi del nostro raccordarci con le istituzioni pubbliche cui compete l’onere di assicurare le condizioni di base per la realizzazione della nostra piena dimensione esistenziale. Proprio perché non esistono, nel nostro come in altri Paesi, soluzioni facili per problemi complessi e difficili, quali sono i problemi della sicurezza pubblica nell’età contemporanea, in cui interagiscono fattori diversi, alcuni dei quali legati alla facilità estrema con cui i soggetti che delinquono sono in grado di muoversi nell’ambito spaziale e, quindi, di ampliare incessantemente la propria sfera d’azione, altri connessi ai rapidissimi processi d’innovazione tecnologica (si pensi alla rivoluzione informatica, alla crescente diffusione delle droghe sintetiche) che certamente aiutano e facilitano quei soggetti nell’organizzazione della propria attività. Proprio perché sono complessi e difficili, a questi problemi è necessario opporre un vero e proprio sistema-sicurezza, cioè a dire un complesso strutturato, organico, di misure coinvolgenti la responsabilità di diversi apparati istituzionali, fra le quali quelle orientate più direttamente nella direzione della prevenzione devono avere un posto di assoluto rilievo. Per fare quindi degli esempi, costante ed attento deve essere il controllo del territorio, incessante l’impegno per eliminare, o limitare quanto meno, le situazioni di degrado sociale ed ambientale, efficace l’azione di contrasto all’immigrazione illegale ma anche coraggiosa e coerente la politica dell’accoglienza e dell’integrazione verso quei lavoratori stranieri che si riconoscono nei valori della nostra democrazia e sono pronti a rispettare le nostre leggi. Ed ancora, effettiva e visibile deve risultare la coesione istituzionale, in altri termini, la capacità delle diverse istituzioni pubbliche, statali, regionali, locali, di sapersi riconoscere in un progetto comune, di partecipare puntualmente alla sua attuazione, per il ruolo che a ciascuna di esse compete, consapevoli tutte che il non adempiere, anche isolatamente, alla sua realizzazione, è sempre un male rafforzato, facendo quell’inerzia venir meno le stesse fondamenta dell’impegno comune. Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, del quale fanno parte anche il Sindaco e il Presidente della Provincia, ha rappresentato finora un buon esempio di coesione istituzionale. Organo consultivo del Prefetto nella sua funzione di autorità provinciale di pubblica sicurezza, dal 1gennaio 2000 a tutt’oggi si è riunito venti volte.

I dati dal l gennaio al 30 settembre 2000

Gli indici di tendenza della fenomenologia criminale, i dati numerici sui reati di più acuto allarme sociale, quali in una provincia tradizionalmente (e relativamente) tranquilla come Ferrara devono ritenersi i cosiddetti reati contro il patrimonio (rapine, scippi, furti) volgono al basso, più in basso rispetto all’anno 1999 che aveva fatto registrare nel complesso un preoccupante aumento rispetto all’anno precedente.

Se li confrontiamo con quelli del corrispondente periodo del 1999 rileviamo, infatti, che le rapine, nel loro complesso, sono diminuite del 30 %, gli scippi del 10%, i furti, nel loro complesso, dell’8 %; fanno eccezione i borseggi che sono aumentati (l'aumento riguarda la provincia mentre risulta meno diffuso in città) del 18,9 %.

Nello stesso periodo, in Ferrara le rapine (sono riconducibili alla fattispecie anche quelle cosiddette improprie, come le rapine subite, ad esempio, dalle prostitute per sottrarre loro i proventi dell’attività svolta) risultano diminuite del 40%, gli scippi del 31%, borseggi dell'8,3%, i furti (nel loro complesso) sono anch'essi diminuiti di oltre il 5%.

Un discorso a parte meritano i reati connessi alla prostituzione, al traffico ed allo spaccio degli stupefacenti. I dati Statistici di cui disponiamo indurrebbero a ritenere tali reati in fortissimo aumento ma per la loro valutazione occorre una più completa chiave di lettura.

L’incremento registrato trova infatti spiegazione nell ‘intensificazione dell’azione repressiva, sensibile specialmente negli ultimi mesi.

La lotta al traffico e allo spaccio delle sostanze stupefacenti ha impegnato molto le Forze dell’ordine. Ancora una volta si e avuta la conferma di un dato incontestabile: la nostra provincia — certamente meno delle altre emiliano-romagnole — resta sostanzialmente un mercato di consumo. Preoccupa molto il consumo crescente delle droghe sintetiche tant’è che proprio nella direzione della prevenzione e della repressione dello spaccio ditali sostanze è stata orientata l’azione dei Corpi di polizia, nei luoghi abitualmente frequentati dai giovani, come le discoteche, pur dovendo anche qui ricordarsi che la lotta al citato fenomeno criminale è reso più difficile dalla facilità estrema con cui si provvede, nei centri di produzione insediati quasi sempre all’estero, a modificare la composizione molecolare delle sostanze vietate.

Mi pare emerga dai dati un quadro della sicurezza pubblica piuttosto ampio, nel quale sono presenti elementi che possono aiutare la riflessione, elementi tali da suscitare qualche preoccupazione ma anche una fondata aspettativa di successo negli sforzi tesi al mantenimento di un buon livello della sicurezza pubblica nel territorio provinciale, premessa per un ordinato sviluppo della comunità che in esso vive ed opera.

Non a caso ho detto "buon livello della sicurezza pubblica", in quanto da tutti gli studi di settore — cito fra tutti il rapporto annuale che, nell’ambito del "Progetto città sicure", viene elaborato a cura della Regione Emilia-Romagna — Ferrara e la sua provincia riescono a mantenere livelli di sicurezza e di qualità della vita che non hanno riscontro in altre realtà territoriali della stessa area geografica.

Fare politica di sicurezza significa non intervenire soltanto quando il reato è stato consumato, raccogliere testimonianze ed indizi, impegnarsi per assicurare alla giustizia i responsabili.

Richiede, innanzi tutto, che con la presenza vigile ed attenta degli operatori di polizia il territorio risulti adeguatamente presidiato, vengano scoraggiate le iniziative criminose, si sia capaci di offrire, anche visivamente, alla popolazione quella protezione cui essa giustamente aspira.

Tale percezione di presenza, la consapevolezza del trovarsi al centro di un efficiente sistema di protezione della sicurezza della persona e dei beni è ancor più necessaria oggi rispetto a ieri, con il consolidarsi di un diffuso benessere economico, con il definitivo affermarsi dello stile di vita che connota l’era della comunicazione di massa; con il rifluire dei comportamenti di tutti su modelli di tendenziale omologazione, nella dimensione del villaggio globale, infatti, ciò che succede in posti anche lontani è percepito come realtà in atto, come realtà nella quale si è coinvolti. In altri termini, le occasioni di pericolo, le situazioni di rischio, i timori, le paure sono fattori costitutivi di un’unica realtà di cui si è partecipi, con la quale si ritiene di dover fare i conti, dalla quale dobbiamo difenderci.

 

Merighi - Le politiche della sicurezza del Comune di Ferrara unitamente e in sintonia con quelle della Regione Emilia Romagna, operano per spostare l’attenzione dai temi della criminalità tout-court a quelli della sicurezza urbana, facendo fronte al problema della devianza, integrando le politiche repressive con altre di tipo preventivo e le politiche indirizzate ai soggetti a rischio di devianza con quelle che hanno come "oggetto" i gruppi a rischio di vittimizzazione. Tutto partendo dalla logica che il contrasto all’insicurezza è una questione che non può più essere declinata semplicemente come ordine pubblico, ma deve necessariamente essere affrontata con un progetto globale. La percezione di insicurezza soggettiva dei cittadini della nostra Regione e del nostro comune è sovra stimata rispetto all’insicurezza oggettiva, ai reali dati delle violazioni penali. Ma non ci si può esimere dall’affrontare il problema ed è un dato che va tenuto in seria considerazione. Molti questioni legate alla sicurezza coincidono con il governo quotidiano della città: urbanistica, infrastrutture, arredo urbano, illuminazione, manutenzione, vigilanza urbana devono quindi essere orientati verso la nuova finalità generale. Ed è questo che stiamo facendo sia attraverso il Progetto Speciale "Città solidale e sicura", che ha nel suo ambito anche il progetto per il miglioramento della sicurezza degli spazi pubblici della città di Ferrara ( per il quale abbiamo chiesto un finanziamento alla Regione sui preventivi di intervento per 6 miliardi) e il progetto del cosiddetto Vigile di quartiere. Con questi progetti il Comune intende sempre più operare sul terreno della riqualificazione urbana, delle politiche di integrazione sociale, di prevenzione di vecchie e nuove forme di emarginazione e solitudine, delle azioni di riduzione del danno. Più sicurezza significa quindi più libertà per tutti, garanzie dei diritti fondamentali, più democrazia e più partecipazione. L’Amministrazione attuale di Ferrara ritiene che, anche a seguito dei cambiamenti sociali, sia necessario più che mai attuare politiche d’inclusione e nuove politiche di Welfare che non criminalizzino la problematicità e il diverso. Considerando il diverso come una ricchezza e non come altro da evitare.

Viviani (Democratici) - Un dato statistico attendibile è premessa e supporto conoscitivo necessario ma non sufficiente per individuare politiche di interventi efficaci per il soddisfacimento delle aspettative di sicurezza dei cittadini. Occorerebbe compiere un’operazione di integrazione tra dati statistici e dati qualitativi. La percezione della devianza nel territorio da parte del governo della città deve condurre a risposte adeguate e tempestive. Al pubblico amministratore interessa la prevenzione attraverso la progettazione urbanistica, attraverso gli strumenti amministrativi, l’integrazione delle misure di prevenzione. La sicurezza del vivere nella città fa parte dei diritti fondamentali di ogni cittadino, così come la libertà, il lavoro, l’assistenza, la casa ecc. Oggi questo diritto è minacciato. Ferrara è oggi una città meno sicura, c’è un alto allarme diffuso in particolare fra gli anziani. Ma occorre distinguere tra insicurezza e percezione dell’insicurezza. Sono contrario ad ogni azione di repressione sono favorevole invece ad azioni dissuasive secondo nuovo concetti della "community police". Un piano di sicurezza che preveda le telecamere che spiano le vie della città dimostra tutta la sua debolezza progettuale e programmatica. Occorre trovare nuove forme di collaborazione e dialogo tra le forze dell’ordine, gli operatori sociali, gli specialisti della sicurezza dell’ambiente urbano. Ho accolto con favore la notizia della prima riunione del comitato della Pubblica Amministrazione contro la pedofilia.

Saini (Fi) - Pur non essendo a livelli di altre realtà, il problema sicurezza è un fenomeno particolarmente sentito dalla cittadinanza. La città ha acquisito un diffuso senso di insicurezza. A questo riguardo devo rilevare che gli interventi delle passate amministrazioni non sono stati tempestivi in questo campo. Anche le strategie politiche e amministrative adottate a livello regionale e quindi locale, si pensi al progetto Città Sicure, non pare abbiamo dato risultati particolarmente apprezzabili. Noi chiediamo, e lo faremo in dettaglio con la risoluzione che presenterà il consigliere Perazzolo, interventi concreti, rivolti ad eliminare una serie di situazione che oggi certo sono causa di disagi , a volte profondi, per i cittadini. Mi riferisco al controllo dei campi nomadi, alla lotta all'accattonaggio, agli atti di vandalismo, alla situazione del Centro Storico che con la chiusura dei negozi si disertifica mentre sarebbe opportuno riaprirlo al traffico proprio nelle ore serali. Riteniamo poi essenziale l'utilizzo della Polizia Municipale sulle strade piuttosto che negli Uffici e segnaliamo come fenomeno preoccupante anche da noi il reato dell'usura.

Grillo (An) - Non bisogna fare distinzione tra micro e macro criminalità, in quanto la cosiddetta micro criminalità rappresenta forse l'aspetto più inquietante, da non sottovalutare, del fenomeno; quello che crea maggiore allarme sociale colpendo nella quotidianità indistintamente tutti i cittadini. Ancora valida la proposta di An già formulata l'anno scorso, quella di istituire il "Poliziotto di Quartiere". In questo modo si metterebbe veramente in primo piano la sicurezza dei cittadini, verificando attraverso un vero e proprio monitoraggio la situazione realtà per realtà. Non meno importante risulta il controllo nelle scuole in riferimento "alla piaga dello spaccio di sostanze stupefacenti e altri fenomeni criminali come ad esempio le molestie a sfondo sessuale. Il Poliziotto di Quartiere - ha aggiunto Grillo - svolgerebbe quelle funzioni di sicurezza e prevenzione, ponendosi come anello di congiunzione tra servizi di sicurezza e servizi sociali. Insieme al poliziotto di quartiere, nei punti nevralgici e più abbandonati, dovrebbe essere istituito un posto fisso di polizia municipale (camper attrezzato) collegato ad una moderna e affidabile centrale operativa della Polizia Municipale in modo che il cittadino e il turista abbiano un punto di riferimento per ogni necessità di informazione, sicurezza, aiuto, soccorso". Da tenere sotto continuo controllo anche la piaga della diffusione delle droghe fra giovanissimi. "Altro problema, da non sottovalutare - ha continuato Grillo - è quello degli episodi di vandalismo e in genere di disagio di cui i ragazzi sono protagonisti. […] Alle circoscrizioni devono essere dati i mezzi affinché possano intervenire nelle situazioni di disagio promovendo momenti aggregativi e culturali".

Francesca Cigala Fulgosi (Verdi) - Quando si parla di sicurezza si intende comunemente la sicurezza dalla criminalità piuttosto che la sicurezza ambientale e la realizzazione di tutte quelle misure che possono rendere la città più sana, cioè più vivibile e sicura con meno traffico, meno incidenti automobilistici, meno inquinamento, meno spreco di materie prime, più verde pubblico, maggiori spazi di aggregazione. Questo avviene anche nella nostra città, dove gli altissimi tassi di morti sulla strada e e per tumore dovrebbero essere invece la maggiore preoccupazione. Non si può sottovalutare che l’emergenza criminalità e la paura per la sicurezza siano fra le maggiori preoccupazioni dei cittadini, nonostante i dati statistici ci dicano che il numero dei reati non è in aumento. Una paura che va ricercata anche nelle caratteristiche di questa epoca di rapidi cambiamenti: un tempo ormai aperto alla globalizzazione, al primato economico del denaro e delle merci rispetto ai valori espressi dal territorio. Un territorio non si può garantire con l’uso di forme repressive e con il controllo delle forze dell’ordine ma soprattutto rinsaldando quel tessuto sociale che rende sicuro il rapporto con gli altri, rinforzando la coesione sociale e cominciando a riflettere, a discutere, pensare alla nascita di nuove leggi che accompagnino i processi di globalizzazione e li trasformino. I Verdi respingono le politiche repressive che invocano più misure di polizia, di controllo, di carcerazione: sono sufficienti le leggi che ci sono e le forze dell’ordine che le fanno rispettare. Sì invece a politiche di prevenzione e di integrazione.

Vinci (Ds) - Ferrara, anche rispetto al contesto regionale, si trova in una situazione che definisce "più che soddisfacente". Questo risultato - sottolinea Vinci - non deriva dal caso ma da una serie di politiche di prevenzione che il governo di questa città da anni ha messo in atto, fino ad arrivare al progetto speciale di Città Solidale e Sicura. Tre gli elementi cardine di questo progetto: la sicurezza (istituzione del vigile di quartiere, punto di riferimento dei cittadini in determinate zone della città), la solidarietà (sicurezza e ordine pubblico devono essere accompagnati da una forte azione sociale come la politica di accoglienza, di assistenza e integrazione sociale portata avanti dall'Amministrazione con specifici progetti), la riqualificazione urbana (recupero delle zone degradate della città dal punto di vista urbanistico come miglioramento della qualità di vita di tutti). Questo concreto e articolato piano di intervento potrà essere realizzato e completato grazie al contributo delle forze dell'ordine, da chi rappresenta lo Stato, dalle Circoscrizioni, dagli operatori sociali e dalle diverse organizzazioni attive sul territorio con le quali si è creato un rapporto sinergico. Necessari - secondo Vinci - nuovi investimenti nelle risorse umane operanti nel settore della sicurezza (vigile di quartiere) sempre "nell'ambito dell'integrazione e della collaborazione con tutti i soggetti che vivono e operano nel nostro territorio".

Zamorani (Riformatori) - Sul problema sicurezza affronto due temi di tipo generale Il primo è l'immigrazione. Il problema immigrazione può essere affrontato da vari punti di vista e ne cito due in particolare. L'intervista con Don Baget Bozzo che afferma che i mussulmani vengono in Italia con lo scopo di produrre una guerra santa contro l'occidente; un documento dell'Unioncamere che afferma che c'è bisogno di almeno 200 mila immigrati come forza lavoro entro l'anno prossimo, Questo dato è al di sopra delle quote previste . Il pensiero di Baget Bozzo è preoccupante, perché produce allarme, ai limiti della demagogia. La previsione Unioncamere è un dato molto più aderente alla realtà e che guarda caso produce minori interessi da parte dei media. Quindi il problema è: 1) ridurre e mettere il freno alle demagogie che producono allarme sociale a livello individuale e collettivo; 2) intervenire sulla politica degli ingressi non con una cultura proibizionistica ma cercando di governare in fenomeno che comunque tende a crescere. Credo non sia azzardato ma sottostimato affermare che un terzo dei processi, un terzo delle attività delle forze dell'ordine, almeno un terzo sia della micro sia della macro criminalità, almeno un terzo delle attività carcerarie siano occupati in forma diretta o indiretta dal proibizionismo sulle droghe. Anche in questo caso il fenomeno va governato e non proibito. Non concordo con il documento presentato da FI che nella sua testualità produce allarme sociale fuori luogo, che non corrisponde alla realtà. Concordo con il testo della maggioranza perchè come confermato da toni e temi espressi dal prefetto e che condivido, è aderente alla realtà ferrarese, non allarmante.

Giovanna Marchianò (Comunisti Italiani) - I dati illustrati questa sera confermano che Ferrara è una città nel complesso vivibile anche in rapporto alle città vicine. E tuttavia il senso collettivo dell’insicurezza c’è, forse anche determinata dalla peculiare struttura della popolazione ferrarese, i cui molti anziani sono spesso soli. Così come è vero che le prostitute nella zona della stazione creano disagio e disturbo ai residenti e la presenza di extracomunitari crea paura e rifiuto. A tutto queste domande dobbiamo dare risposte evitando i due atteggiamenti opposti ma ugualmente improduttivi: quello che minimizza e sottovaluta da una parte e quello che invoca particolari misure repressive. Le linee d’intervento indicate dall’assessore Merighi evidenziano un’Amministrazione che sta andando nella giusta direzione dell’obiettivo di città ad un tempo sicura e solidale che vogliamo. Le politiche di riqualificazione urbana, da attuarsi di concerto con le circoscrizioni, la valorizzazione del ruolo della Polizia Municipale con l’istituzione della figura del vigile di quartiere che affianca le forze dell’ordine senza sostituirsi ad essa, la costruzione di un robusto welfare locale, i numerosi progetti di inclusione di soggetti deboli che il Comune ha in corso, in collaborazione con associazioni e cooperative sociali di volontariato, per gli anziani, gli immigrati, le donne in stato di difficoltà.

Malaguti (An) - Per il consigliere di opposizione "se a Ferrara ancora la criminalità non è ai livelli di gravità raggiunti in altri luoghi, ciò non significa che il problema sia da sottovalutare. La dimensione di presunta tranquillità della nostra città nasconde da sempre un crocevia per lo spaccio di stupefacenti ed anche forse per altre attività illecite. Secondo Malaguti nella nostra città va rivolta particolare attenzione a quei fenomeni di micro criminalità che sono rafforzati dalla immigrazione clandestina, che colpiscono i cittadini comuni, le classi meno abbienti, le fasce più deboli. La solidarietà verso gli immigrati è certamente un dovere ma altrettanto doveroso è offrire agli stranieri che vengono da noi condizioni di vita dignitose. Consentire flussi incontrollati è falsa solidarietà. "Sia i cittadini sia le stesse forze dell'Ordine, non si sentono adeguatamente tutelate dalla legislazione in materia, nè dalla sua applicazione. Mentre il tossicodipendente o l'extracomunitario con tendenza a delinquere non hanno molto da perdere, vivendo già ai limiti della disperazione, il cittadino comune là dove eccedesse nel difendersi, si troverebbe nei guai. Credo sia abbastanza comprensibile per tutti che trovandosi per la prima volta ad essere minacciati, le reazioni di una persone comune possono essere difficilmente controllate."

Ferretti (Ppi) - I dati presentati delineano i contorni di una città abbastanza tranquilla, dove si vive bene e la microcriminalità è in diminuzione. E’ vero però che non dobbiamo abbassare la guardia e avere la forza di prevenire azioni e atti. Occorre poi tenere distinti problemi della sicurezza da quelli della circolazione stradale. Molti affermano che le colpe di ciò che avviene è provocata dell’emigrazione. Ma non è certo dimezzando gli ospiti che si risolve il problema. Non si deve identificare il diverso come il colpevole principale. Vanno anche individuate le ragioni alla radice dei fatti: molti reati attuali avvengono sull’onda dei messaggi proposti dai mass media. Dobbiamo prevenire, e questo si può fare prestando un’attenzione maggiore alla nostra città. Nelle zone a rischio (in particolare nelle circoscrizioni di via Bologna e via Arianuova) dove esiste il fenomeno della prostituzione basterebbe svolgere un controllo più intenso per disincentivare e per allontanare. Apprezzo le nuove assunzioni di agenti della polizia municipale, auspico però che questi continuino ad operare sulla strada.

Borghi (Rifondazione Comunista) - Ascoltando i dati del Prefetto mi sembra di non cogliere una situazione drammatica, bensì una città che sta crescendo, sia dal punto di vista turistico (arrivano più persone a Ferrara), sia dal punto di vista territoriale (nuovi quartieri, più luoghi per la socializzazione). Ed è soprattutto nei quartieri che possiamo intervenire, al momento della loro nascita: devono essere dotati di piazze, spazi collettivi, luoghi adatti all’incontro per non essere solamente dei quartieri dormitorio. Non possiamo proteggere la città installando telecamere o istituendo ronde, ma possiamo renderla più sicura riscoprendo e valorizzando i suoi luoghi e ritrovando la fiducia nel diverso.

Assessore Paola Castagnotto - Il progetto Speciale Città solidale e sicura è caratterizzato dalla presenza dei gruppi di ascolto, ossia cittadini che fungono da osservatorio nel loro territorio per

monitorare direttamente e quotidianamente la situazione, le problematiche e sulla base di queste conoscenze collaborano con l'Amministrazione alla individuazione degli interventi più opportuni. In questo campo ci sono due ordini di responsabilità: una spetta allo Stato, l'altra alle autonomie locali che si muovono in un'ottica di ecologia urbana. Per quanto riguarda il problema dell'accoglienza, rileva che è stato costituito con gli altri comuni della provincia il Centro di servizio unico per l'immigrato dove "abbiamo messo insieme risorse pubbliche e del privato sociale". Abbiamo ora una sfida da affrontare: il tema della corresponsabilità nelle politiche generali di integrazione della diversità sul territorio.

Sindaco

Ferrara è una città poco sicura? E' una città meno sicura rispetto agli anni scorsi? E' nostra convinzione che non sia così. Non si può considerare poco sicura né per gli anziani, né per i bambini, né per le donne. Credo che ci siano radici profonde che non riguardano solo la buona amministrazione che la città ha avuto in questi anni, ma anche la sua storia, la sua cultura, anche la sua economia. Non è quindi una città poco sicura. Tuttavia questo non ci porta a dire che non esiste un problema di sicurezza. Esiste. Se è vero che calando i dati di criminalità, cresce la realtà di percezione del livello di sicurezza. Bisogna quindi intervenire sulla realtà, valutandola per quella che è e sulla percezione.

La realtà - Calano i crimini, ciè stato detto dal prefetto. E calano perchè c'è stato un intervento, una repressione, una brillante operazione. Le azioni brillanti sono importanti non solo perché consegnano alla giustizia i colpevoli ma anche perché danno l'immagine di un

nostro territorio come di un territorio nel quale non si può pensare di farla franca. Siamo in presenza di fenomeni estremamente contenuti perfino per i reati più nascosti come l'usura sulla quale non c'è allarme. Questo lo dico non per sdrammatizzare il fatto ma per essere chiaro. Così come non c'è dubbio che pur essendo presenti nel nostro territorio, prostituzione e traffico di droga non solo comparabili con quelli di altre realtà, Per questi fenomeni mi sembra più realistico un atteggiamento di controllo, di monitoraggio continuo piuttosto che di una inutile repressione. Obiettivo di questa Amministrazione è comprendere questi fenomeni e vedere quali politiche sono più efficaci.

La percezione dipende da fattori aventi collegamenti diretti con la sicurezza e con altri che ad essa non solo legati. Non è sociologia dire che la solitudine aumenta l'insicurezza, che se viene meno il senso di comunità come riferimento costante del cittadino si indebolisce la persona. Parlare di insicurezza in questi termini significa parlare dell'Organizzazione della città, dei suoi servizi, delle sue strutture. Questo fenomeno della perdita della sicurezza non lo dobbiamo considerare né casuale né congiunturale. Di fronte ad un mondo che si apre c'è la tendenza cercare certezza di comunità piccola, di gruppo sociale di appartenenza. In questo caso non c'è dubbio che nascono nei singoli reazioni di chiusura all'esterno. Se questi sono i temi che alimentano la percezione, quali interventi si possono adottare? Non c'è una politica dominante sull'altra. Tante sono le questioni, tante sono le risposte necessarie.

-- Continuo monitoraggio dei dati e fenomeni senza che questo significhi blindare una città e sottoporre tutti all'occhio vigile delle telecamere;

--Non dimenticare di lavorare perché l'opera di prevenzione sia rapida e efficace nelle sue risultanze. Noi abbiamo già avviato il progetto del Vigile di Quartiere. Abbiamo già terminata una fase di addestramento specifico per 70 vigili per metterli in condizione di svolgere un lavoro nuovo tra e per i cittadini. Noi vorremmo che il vigile ci fosse in tutti i territori del Comune. Per questo i tempi sono lunghi. Non consideriamo giusta la sperimentazione in due o tre zone soltanto. Il Vigile di Quartiere non sostituisce le forze di polizia. Esso dialoga con le forze di polizia, con le istituzioni di quartiere, con il cittadino, Suo compito è informare , consigliare, raccogliere segnalazioni.

--Altro punto di intervento è costituito dalla collaborazione con soggetti diversi; soggetti sociali organizzati, le strutture decentrate dell'amministrazione, tutte le realtà vive sparse sul territorio come le Parrocchie. Questo non significa però delegare nulla, né responsabilità nè indirizzi. La responsabilità continua ad essere nostra. Un punto importante riguarda l'integrazione sociale e l'accoglienza anche attraverso la costituzione di strutture idonee. Se la provincia crescerà dal punto di vista economico questo comporterà anche l'aumento dell'immigrazione, con tutte le conseguenze del caso. Chiedo maggiore solidarietà politica di integrazione, accoglienza, occasioni di lavoro. Sollecito tutti a riflettere perché non c'è convenienza per nessuno a fare battaglia su questi argomenti. Tutti sono d'accordo sull'accoglienza a patto che venga fatta nell'orto del vicino. Non è utile per nessuno soffiare su queste contraddizioni sociali. .

--Politica di organizzazione della città. Su questo punto ci siamo mossi per tempo con politiche di miglioramento non limitate al Centro Storico ma allargate anche alle periferie e alle frazioni. Una politica moderna di illuminazione, una politica culturale decentrata può favorire elementi di ricostruzione di una identità. L'abbiamo avviata e la proseguiremo. Per questo abbiamo costituito i gruppi di ascolto. Auspico che nessuno pensi di poter cavalcare il disagio sociale in materia di sicurezza pensando che accada a Ferrara quello che è accaduto a Bologna. Noi siamo già intervenuti e chiediamo collaborazione a tutti

 

Risoluzione Fi

E’ stata quindi respinta (con i soli voti a favore dei proponenti, di An e del consigliere Carion) la risoluzione presentata a nome del Gruppo Consiliare Forza Italia dal consigliere Perazzolo. Questo il testo:"Il Consiglio Comunale di Ferrara, PREMESSO - che i quotidiani locali riportano con sempre maggior frequenza notizie di furti, scippi, rapine, sia nelle private abitazione che nei luoghi pubblici (mercati, certosa, azienda ospedaliera, ecc...), aggressioni ed esibizioni a sfondo sessuale nei confronti delle donne e dei minori; -che questi episodi di criminalità se non devono essere strumentalizzati non possono comunque essere minimizzati o ridotti ad episodi di cosiddetta "microcriminalità", perché è grave il danno per chi li subisce e per l’allarme sociale creato; - che esistono zone della città particolarmente degradate e non, divenute ormai aree considerate esclusive da delinquenza, prostituzione, spaccio; RITENUTO - necessario ed urgente rivedere le strategie seguite fino ad oggi dal Governo nazionale e dagli Enti Locali, per consentire il ripristino dell’ordine e della legalità da parte delle Forze preposte, che, se supportate e coordinate adeguatamente, stanno dimostrando di poter intervenire con maggior efficacia, ridando ai cittadini sicurezza e tranquillità; quanto sopra premesso il Consiglio Comunale CHIEDE al Sindaco ed alla Giunta un impegno prioritario per: 1)intervenire, anche con finanziamenti ad hoc, nelle situazioni di maggior degrado urbanistico e sociale, con particolare attenzione per i quartieri periferici le aree della stazione FF.SS., le aree verdi, ecc...; 2) attivarsi affinché siano emesse ordinanze contro: a) l’accattonaggio, in particolar modo con l’utilizzo di minori o di animali; b) gli atti di vandalismo di qualsiasi tipo; c) l’imbrattamento di edifici o di altri beni pubblici o privati; d) il non rispetto del verde pubblico e dei parchi cittadini; e) l’abusivismo commerciale da strada; 3) prevedere l’installazione di apposite colonnine SOS, collegate con le Forze dell’ordine, nei punti considerati critici del Comune e comunque migliorare la pubblica illuminazione; 4) concedere sgravi fiscali o corrispondere contributi ai commercianti per l’installazione di allarmi, telecamere a circuito chiuso, illuminazione notturna o utilizzo di vigilanza privata; 5) prevedere la collaborazione di esperti qualificati sulla sicurezza, in via prioritaria presi dalle Forze dell’ordine, nella fase di progettazione e redazione dei PRG, al fine di armonizzare il territorio, evitando la creazione di aree a rischio; 6) promuovere la creazione di un Assessorato alla Sicurezza; 7) rafforzare la Polizia Municipale, con particolare riferimento all’istituzione del Vigile di Quartiere, che diventi un Vigile di Zona, con un territorio limitato da controllare, insediato all’interno di un distaccamento di quartiere, aperto 24 ore su 24, facilmente riconoscibile e raggiungibile; 8) attivare specifici corsi di formazione per la Polizia Municipale finalizzati alla prevenzione del crimine ed al controllo del territorio; 9) stanziare fondi adeguati per dotare la Polizia Municipale di mezzi adeguati ed assumere nuove unità di Vigili Urbani, con compiti specifici in tema di prevenzione e repressione dei fenomeni criminali; 10) ridurre al minimo necessario il personale impegnato all’interno degli uffici della Polizia Municipale, sostituendolo eventualmente con impiegati comunali civili; 11)attivare corsi da tenersi nelle scuole da parte dei Vigili Urbani sui temi della sicurezza; 12) prevedere un’attività di monitoraggio e mappatura comunale di fenomeni che rischiano di generare criminalità e che comunque destano situazioni di preoccupazione, conflitto e grave malessere sociale in base al quale dislocare la vigilanza. Ci si riferisce in particolare a situazioni di esercizio della prostituzione, della vendita o del consumo di sostanze stupefacenti, dello sfruttamento del lavoro minorile e clandestino, di qualsiasi altro tipo di abusivismo e di prevenzione e tutela dal vandalismo del patrimonio pubblico e privato per i quali si ritiene essenziale trovare immediate soluzioni sul territorio di concerto con le Autorità competenti.

 

Risoluzione della Maggioranza

L'Assemblea ha invece approvato (contro si sono espressi Fi, An e il consigliere Carion) la risoluzione presentata dal consigliere Ferretti(Ppi) a nome dei Gruppi consiliari della maggioranza. Questo il testo: "Le rilevazioni statistiche sulla delittuosità e sui fenomeni di vittimizzazione in Emilia Romagna confermano una sensazione comunemente percepita da chi ha, per diversi motivi, occasione di mettere a confronto la realtà ferrarese con quella di altre città della nostra e di altre Regioni e cioè che Ferrara rappresenta ancora il prototipo di città dove sostanzialmente quello della sicurezza è un bisogno certamente percepito, ma non a livelli tali da modificare radicalmente modi e costumi di vita tradizionali.

A far aumentare il senso di insicurezza concorrono sicuramente un certo, pur contenuto, incremento dei fenomeni delittuosi locali, ma anche e soprattutto, per l'azione ovviamente involontaria dei mass media, i delitti che si compiono in altre città, non solo italiane. Altro elemento, non secondario, che di per sé contribuisce ad accentuare il senso di insicurezza, è rappresentato dall'alta percentuale di anziani della nostra città. La provincia di Ferrara, la nostra città ed in particolare alcune circoscrizioni, si caratterizzano per l’elevatissimo indice di vecchiaia. Questo fenomeno impone di affrontare il tema sicurezza non solo dal punto di vista delle azioni tipicamente di ordine pubblico, ma piuttosto con iniziative di carattere sociale contro fenomeni, vecchi e nuovi, di solitudine ed emarginazione. E' sufficiente tuttavia osservare la nostra città, anche in ore notturne, per rendersi conto di come, proprio in questi ultimi anni, vi sia stata una crescita delle opportunità di ricreazione e di svago che la rendono più fruibile ai nostri giovani, alle ragazze, ad una popolazione universitaria sempre più numerosa e conseguentemente rendendola, per tutti, più sicura. Ma non si tratta solo di impressioni o di sensazioni espresse da chi, venendo da altre città, giudica Ferrara una città con un'alta qualità della vita anche per il livello di sicurezza che esprime. Dalle analisi statistiche effettuate la città, e la provincia di Ferrara, risulta fra le più sicure del territorio regionale. Non c'è dubbio che questi dati siano anche il portato di un certo tipo di sviluppo della nostra provincia non caratterizzato da fenomeni di crescita disordinata, né di immigrazione né di ricchezza. Quanto affermato non giustificherebbe assolutamente da parte dell'Amministrazione comunale un disimpegno o anche una sottovalutazione del tema sicurezza, che anzi viene giudicato uno dei temi di primaria importanza che deve caratterizzare l'azione, sempre più coordinata, delle istituzioni, a diversi livelli di competenza, preposte. Il Comune è chiamato sempre di più ad operare sul terreno della riqualificazione urbana, delle politiche di integrazione sociale, di prevenzione di vecchie e nuove forme di emarginazione e solitudine, delle azioni di riduzione del danno. Si intende affermare cioè che c'è un livello di intervento delle forze dell'ordine, alle quali, attraverso il Corpo di Polizia municipale, si vuol prestare la massima collaborazione richiesta; c'è un livello, appena detto, di precisa competenza comunale, che la si vuol esercitare in collaborazione con le espressioni più vive ed interessate, istituzionali e volontarie, della società; c'è poi un livello di attenzione e di interesse, che l'Amministrazione deve sempre più far crescere, che è quello del controllo sociale, della prevenzione dei cittadini tutti, i quali devono sempre più considerare il proprio comportamento, il proprio stile di vita, quale condizione e contributo alla propria ed altrui sicurezza. - Questa filosofia di intervento è stata costruita assieme alle associazioni di volontariato, ai sindacati pensionati. Si segnala la costituzione del "Comitato tecnico per il monitoraggio della sicurezza a Ferrara", approvato nell'ultima Giunta, che si prefigge il compito di migliorare la conoscenza dei fenomeni delittuosi e devianti, attraverso l'istituzione di un adeguato sistema di monitoraggio e di osservazione della sicurezza. Da quanto sopra riassunto può affermarsi: che il tema sicurezza è all'ordine del giorno dell'Amministrazione comunale; che anche nel quadro del Protocollo d'intesa, a suo tempo sottoscritto da Sindaco e Prefetto, si sono attivate quelle forme di proficua collaborazione fra le diverse Istituzioni impegnate sul terreno della sicurezza, compresa quella della sicurezza stradale che nella nostra Provincia rappresenta una vera emergenza; che in realtà dove il fenomeno delinquenziale è contenuto va affrontato, da parte delle amministrazioni locali in termini di prevenzione e di ricostruzione della coesione sociale; che vanno predisposte azioni di sostegno alle vittime dei reati le quali, in particolar modo se anziane, sono comunque traumatizzate e vanno aiutate a non diventare vittime anche dell'isolamento per paura.. Il Consiglio Comunale, le Circoscrizioni, con la collaborazione delle associazioni della società civile, con il supporto dell'appena costituito Comitato tecnico e in collaborazione con le altre Istituzioni preposte alla sicurezza, si impegna a portare avanti le azioni già individuate e, in collaborazione con gli Enti locali aderenti a "Città Sicure", al Forum Italiano ed Europeo sicurezza urbana di cui Ferrara è socia, a definire ogni ulteriore che migliori la sicurezza dei cittadini."