Anno VI - 7 NOVEMBRE 2000

CONSIGLIO COMUNALE - 6 novembre 2000

Seduta Speciale dedicata al Polo Ospedaliero di Cona

Che su questo Consiglio ci fosse attesa lo si è visto subito dallo spazio riservato al pubblico, rimasto occupato per buona parte della seduta. Molta gente, addetti ai lavori e cittadini semplici, tutti interessati a capire direttamente in quale direzione va la sanità ospedaliera ferrarese, in questi anni oggetto di tante attenzioni. Tra i banchi del Consiglio, insieme agli amministratori si sono seduti alcuni dei principali protagonisti di questa vicenda Cona: l'assessore regionale alla Sanità Giovanni Bissoni, il Rettore dell'Università ferrarese Francesco Conconi, i direttori delle Aziende Ospedaliera e Usl, Ubaldo Montaguti e Renzo Colli, il presidente della provincia Giorgio Dall'Acqua, i consiglieri regionali Giorgio Dragotto (vice presidente Consiglio regionale) e Alfredo Bertelli (consigliere particolare del presidente della Giunta Regionale Vasco Errani).

E' stato l'assessore ai Servizi alla Persona Sanitari e Sociali Paola Castagnotto ad aprire i lavori con una ampia e documentata relazione dalla quale sono emerse precise affermazioni e chiari indirizzi. La Castagnotto ha innanzitutto messo un punto fermo quando ha affermato che "Le sensibilità diffuse sul tema, di cittadini e operatori, la preoccupazione dei tempi lunghi di realizzazione, la richiesta di vedere il senso compiuto del Progetto di Cona in tutte le sue fasi realizzative, il rapporto tra ciò che deve essere offerto dal polo di Cona alla sanità provinciale e alla città, tutti questi temi generali e le relative implicazioni strutturali e finanziarie rendono la realizzazione del Polo Ospedaliero di Cona la priorità nell’agenda politica di questa Amministrazione. Il Sindaco ha ripetutamente affermato la centralità di questo tema e ribadito la responsabilità di controllo che l‘Amministrazione Comunale vuole esercitare con continuità su contenuti e tempi della realizzazione del Polo di Cona, per portare a compimento un progetto indispensabile alla qualità, e quindi alla sopravvivenza, della sanità provinciale". Gli altri passi rilevanti della relazione dell'assessore.

Cona per chi, Cona perchè

La complessità del sistema sanità chiede agli Ospedali del futuro di esprimere eccellenza assistenziale e massima integrazione tra assistenza, formazione e ricerca. Chi conosce il S. Anna sa bene come sia difficile, se non impossibile, produrre implementazione qualitativa e contemporaneamente una gestione adeguata in una struttura vetusta e segmentata. Il completamente del Polo di Cona non è un problema della sola città di Ferrara; è al contrario un’opportunità sanitaria e sociale per tutta la Provincia e, un’opportunità nella rete delle eccellenze regionali. Le ricadute positive non saranno solo per la qualità dell’offerta assistenziale, ma anche per lo sviluppo dell'Università e della sua Facoltà di Medicina, la quale ha un ruolo strategico che può essere giocato in un sistema formativo di alta competizione solo sperimentando nuovi incontri tra ricerca, didattica e assistenza, nuove integrazioni operative difficili da realizzare in una struttura come l'attuale Arcispedale S. Anna, totalmente inadeguata anche per gli spazi didattici e impossibilitata a supportare il processo di integrazione imposto dalle nuove normative tra Università e Servizio Sanitario Nazionale. Il Polo di Cona rappresenta l’opportunità di consolidare competitività anche per la nostra Università. Credo che la quasi totalità degli operatori sia ormai convinta, della indispensabilità di completare il progetto, e dell’urgenza di scendere in campo per concorrere al completamento del "Progetto Cona", così come sottoscritto nell’Accordo Interistituzionale di Programma siglato nel gennaio 2000, e alla definizione in tempi rapidi dei contenuti della fase di ultimazione del Polo, il cosiddetto" Cona 2 ‘, e il conseguente concorso dell’Università al reperimento delle risorse necessarie per il completamente funzionale dell’intera opera. Il completamente operativo, entro il 2003, di "Cona I", con le attuali forme e contenuti di progetto, è coerente al disegno generale e finale e tutte le revisioni apportate sono improntate ad assicurare, anche nelle prime fasi di realizzazione del progetto, la compresenza di Università e Azienda Ospedaliera. Il progetto di "Cona I "è funzionale a completare il disegno di un Ospedale adeguato ed accreditato per affrontare le complessità assistenziali dei prossimi decenni, in una dimensione provinciale e regionale. Il Polo ospedaliero di Cona non vuole essere solo un nuovo ospedale o un ampliamento dell'esistente, ,ma la possibilità concreta di avere un Teaching - Hospital di standard europeo, moderno, tecnologicamente efficiente ed efficace. Un Ospedale in grado di proporre percorsi di cura avanzati e strutture di formazione professionale competitive. Abbiamo l’opportunità di dare una risposta di alta qualità ai bisogni che oggi portano i cittadini ad allontanarsi dalle strutture provinciali. Quella del Polo di Cona non è una scelta rivolta principalmente agli operatori, ma una scelta peri cittadini. Sono convinta che vi siano stati dei rallentamenti; però sono altrettanto convinta che se la causa del ritardo è dipesa dalla modificazione radicale del Progetto del 1994, ne sia valsa la pena per avere oggi un progetto adeguato alle nuove prescrizioni normative, basti pensare alle misure obbligatorie per accreditamento delle strutture definite negli ultimi due anni, alle innovazioni tecnologiche e alla modifica degli obiettivi regionali di pianificazione ospedaliera.

Un po’ di storia

Il Progetto iniziale di Cona aveva fondamentalmente l’idea di recuperare una difficoltà, già evidente per la vetustà del S. Anna, realizzando ad una seconda struttura principalmente a destinazione geriatrica, oncologica, riabilitativa, senza la compresenza dell’Università; tale esigenza era sostenuta dalla lettura demografica di una provincia sempre più vecchia e con risposte di ricovero insufficienti. Non è superfluo ricordare che tutta l’evoluzione normativa sulle reti integrate di assistenza agli anziani, di valorizzazione della assistenza domiciliare, è propria della seconda metà degli anni 90; è infatti del 1994 la L. R n. 5 "tutela e valorizzazione della persona anziana" (considerata ancor oggi all'avanguardia) sulle modalità assistenziali integrate per la popolazione anziana. Agli inizi degli anni '90 era povera la proposta di reti integrate territoriali; il primo progetto di Cona era un progetto carente sul piano sia assistenziale che alberghiero con i suoi 462 posti letto, di cui 36 di D.H;. l’approvazione del finanziamento del primo stralcio dei lavori, richiesto ai sensi dell'art 20 della L L67/88, è del febbraio 1996. Nello stesso anno avviene la consegna dei lavori di costruzione; vari rallentamenti burocratici hanno reso disponibile ed approvato il finanziamento completo solo nell’agosto 1998; contestualmente si sono resi evidenti importanti necessità di modifiche progettuali: la necessità di riordinare le aree di degenza critica (terapia intensiva e riabilitazione), la necessità di ampliare il nucleo delle Sale Operatorie (portandole da 7 a 18), la necessità di adeguare il Pronto Soccorso, di dare priorità al reparto di radioterapia, la realizzazione di aree di Day Surgeiy e Day Hospital, l’adeguamento delle degenze ai criteri di accreditamento secondo il Decreto Bindi, l’adeguamento delle aree tecnologiche e di servizio. Una Commissione ‘tecnica ha lavorato sino al maggio 1999 per il nuovo progetto. L’adeguamento progettuale ha comportato complessità tecniche e problematicità di gestione del cantiere. Da alcuni giorni, è stata concordata la perizia’ di variante tra Azienda Ospedaliera e Impresa costruttrice per proseguire i lavori relativi alla disponibilità del primo stralcio di finanziamento. Entro la metà del 2003 vi sono le condizioni per terminare la prima parte del Polo di Cona con le modifiche di qualificazione dell’offerta assistenziale progettate, però con molta chiarezza dobbiamo sottolineare che terminare significa rendere funzionante.

Le infrastrutture per arrivare a Cona

Nello stesso periodo l’ospedale deve essere accessibile da un punto di vista infrastrutturale. A quella data saranno attivi i progetti della metropolitana di superficie e della tangenziale est, oltre che della bretella di raccordo con l’entrata dell’area ospedaliera. Per la metropolitana di superficie sono infatti, già pronti gli elaborati tecnici e sono iniziate le procedure di esproprio; entro alcuni mesi (probabilmente entro l’anno, in quanto vi sono ricorsi in fase di definizione) potrà essere indetta la gara da parte della Gestione Governativa Ferrovie Padane destinataria dei 31 mld. circa di finanziamento dell’opera. I tempi di realizzazione sono indicati in due anni. Il progetto prevede, per agevolare l’accesso degli utenti, una deviazione della linea per avvicinarla all’ingresso del nuovo Ospedale. Per la tangenziale est è previsto un finanziamento di 17 mld nel quadro dei patti territoriali e di 11 mld da parte dell’Amministrazione Comunale: le procedure di gara, espletate dall'Amministrazione provinciale sono già iniziate ed i lavori saranno, con ogni probabilità saranno aggiudicati entro l'anno. Il termine dei lavori è previsto in due anni e mezzo. Entrambe le opere saranno pertanto terminate prima dell’apertura del nuovo Ospedale.

Le risorse

Non possiamo più permetterci esitazioni e incertezze, perché l’impegno comune di tutti dovrà essere il piano concordato di reperimento e allocazione delle risorse finanziarie necessarie al completamento del progetto e la destinazione definitiva delle funzioni complete del Polo Ospedaliero. Per completare il grande e moderno Polo Ospedaliero dobbiamo tenere alta l’attenzione quotidiana sulle questioni: -tempi di realizzazione di "Cona I e del1’intero progetto; -quadro finanziario; progettazione del futuro dell’Arcispedale S. ANNA; -riduzione massima della compresenza di due strutture ospedaliere. L’impegno, più volte ribadito dal Sindaco, è di accelerare le fasi di progettazione definitive di " Cona 2" pensando da subito alle soluzioni di massima riduzione dell'interspazio tra le due fasi progettuali. Per tutti i soggetti istituzionali e aziendali è importante condividere da subito l’approccio alla ricerca delle risorse necessarie al completamento del progetto e contestualmente definire la destinazione dei 14 ettari dell’area del S. Anna, definendo ciò che "rimarrà per l’università, quali servizi territoriali accorpare in quel contenitore, quali funzioni di interesse per la città destinare in quell’area. Dovranno essere dismessi immobili per recuperare risorse, secondo un piano programmatico al quale accennavo precedentemente, però, sono anch’io convinta e sostengo le affermazioni recenti del Sindaco che, con sole politiche di riconversione degli immobili o con ipotesi di urbanizzazione dell’area del S. Anna, spesso caldeggiate in questi anni, è difficile pensare che possa uscire un quadro finanziario all’altezza dell’impegno e al contempo rispettosa della tutela urbanistica che una città come Ferrara pretende in ogni sua parte. Condivido pertanto completamente l’impostazione del Sindaco di proporre il completamento del Polo Ospedaliero di Cona, come parte di qualificazione della rete ospedaliera regionale quindi come pezzo del futuro sanitario del sistema regionale e nazionale. Questo significa candidare il Progetto di Cona ad essere compreso nei piani pluriennali di qualificazione e completamento del sistema ospedaliero che già nella prossima legge finanziaria dovrebbe trovare scelte e segnali importanti. L’ottica di inserimento nel sistema nazionale non significa rinunciare al quadro integrato di ricerca di risorse, dal Ministero dell’Università, alle riconversioni patrimoniali locali, alla ricerca di forme di investimento, pubbliche e private, interessate ad intervenire sulla qualificazione del sistema sanitario pubblico. La nuova normativa sulle opere pubbliche permette per le opere stesse che sono a reddito, di percorrere iter nuovi rispetto gli attuali, per forme di compartecipazione di finanziamento privato su progetti globali o su parti concordate. La tipologia d’investimento del tipo "projet financing" è ‘già prevista dalla normativa anche se ancora poco esperita in Italia. Senza entrare in dettagli per ora prematuri, voglio solo sottolineare che questi nuovi strumenti non sono la privatizzazione di parti del futuro Ospedale, come sostengono alcuni sulla stampa, ma opportunità per il sistema pubblico che, rimane titolare di funzioni, di affrontare la difficoltà del reperimento delle risorse per gli investimenti, non per la gestione. Sono convinta che se il Polo di Cona riuscirà a superare il dibattito minimalista in cui spesso è affondato, potrebbe rappresentare non solo la sfida ad una gestione moderna dell’assistenza ma anche un cantiere di idee e di proposte per sperimentare forme di compartecipazione economica per imprese di Welfare nuove, moderne, europee.

Il S Anna

E’ importante confermare quanto ribadito nell’Accordo di Programma del gennaio 2000: l’assistenza all’Arcispedale S. Anna non deve essere penalizzata dall’attuale fase di transizione. Bisogna mantenere un livello manutentivo che non comprometta la sicurezza dei degenti e degli operatori. Bisogna altresì non abbassare la guardia sull’impegno di qualificazione dell’offerta, anche per non far ricrescere la mobilità passiva. Buoni esempi recenti sono, sul piano strutturale, l'adeguamento delle unità di Cardiologia; sul piano delle professionalità l'indicazione dei nuovi primari di Cardiologia, di oncologia e di radioterapia. Molte funzioni territoriali, sia di tipo amministrativo che di servizio sanitario e sociale di competenza dell’Azienda USL e svolte in immobili decentrati possono essere riaccorpati nell’attuale Arcispedale S. Anna , ribadendo che anche le politiche di utilizzo degli attuali contenitori di servizi territoriali devono essere oggetto di programmazione coerente sia alle prossime politiche sanitarie che, alle politiche urbanistiche della città. Esplicitamente io penso che al S. Anna debbano rimanere servizi amministrativi generali, servizi comuni alle due Aziende, le funzioni specialistiche ambulatoriali territoriali e ridotte forme di degenza a minore complessità, particolarmente rivolte alla popolazione anziana, gestite anche con soluzioni innovative e integrazioni professionali specialistiche e di medicina generale del tipo "Country Hospital". Penso anche che, a fronte di un logico trasferimento del Pronto Soccorso potenziato nel Polo di Cona, all’attuale S. Anna e per una risposta di emergenza minore alla città, possono essere studiate forme di intervento diverse: dall’evoluzione dell’attuale guardia medica, alla realizzazione di strutture per prestazioni ambulatoriali complesse. Ovviamente è urgente un lavoro congiunto delle due aziende Sanitarie per definire le risposte più appropriate ai bisogni sanitari territoriali. Queste opinioni hanno, in questa sede il valore delle sollecitazioni che mi auguro trovino condivisione politica e tecnica La condivisione di percorso può permetterci di esercitare quel ruolo di indirizzo, di controllo, di monitoraggio proprio degli Enti Locali.

 

Ubaldo Montaguti (Direttore Azienda Ospedaliera) - Occorrono maggiori risorse affinchè il nuovo polo ospedaliero di Cona sia dotato di tutte le strutture necessarie e sufficienti per ottenere l'accreditamento secondo i parametri previsti dalla legge. Così come è stato concepito in origine il Polo di Cona non riuscirebbe ad ottenere questo riconoscimento così come non lo otterrebbe il Sant'Anna nelle condizioni attuali. Il costo finale dell'ospedale di Cona si aggirerà attorno ai 300 miliardi, circa 450 milioni a posto letto, ma i costi potrebbero salire se verranno inseriti nel complesso altri reparti specifici. Per reperire nuove risorse finanziarie da una parte si deve mettere in moto la macchina politica dall'altra si potrebbe pensare a coinvolgere i privati studiando delle "joint venture" ad hoc sulla base delle necessità.

Renzo Colli (Direttore Azienda Usl Ferrara) - Oggi si sta lavorando per creare una rete ospedaliera efficiente e ben integrata dove anche il Sant'Anna abbia un ruolo specifico e ben determinato. Vi sono degli elementi oggettivi nel nostro territorio che devono far riflettere tutti sulla direzione che sanità e assistenza devono prendere: il calo della popolazione, l'andamento di alcune patologie (aumento dei tumori), l'indice di invecchiamento in costante progressione. Fortunatamente il tasso di ospedalizzazione è stato via via decrescente fino ad arrivare nel 1999 a 237 posti letto su mille abitanti. In questo quadro va però rivista la dotazione di posti destinati al "day hospital", così come andrà potenziata l'assistenza domiciliare e le case protette, una realtà già diffusa nel nostro territorio. Per quanto riguarda il nuovo Piano Attuativo Locale, il gruppo di lavoro attualmente impegnato nel costruirlo, dovrà arrivare entro il 2001 alla sua completa definizione.

Francesco Conconi (Rettore Università di Ferrara) - L'Università ferrarese vuole e deve essere coinvolta nel progetto del Polo Ospedaliero di Cona. L'essere qui stasera significa che la volontà di coinvolgere l'ateneo ferrarese in questa "impresa" c'è e noi desideriamo rispondere positivamente. La Facoltà di Medicina è stata ed è oggi una parte rilevante della nostra Università. Attualmente le sue sedi sono al "Sant'Anna e dintorni"; è certamente una situazione non adeguata sotto i punti di vista della didattica, della ricerca e dell'assistenza. Cona è per noi un obiettivo importante perché ci porterebbe ad utilizzare mezzi e strutture moderne per dare alla facoltà l'opportunità di creare un polo scientifico avanzato e più utile alla città. Parteciperemo alle diverse fasi di realizzazione del nuovo complesso ospedaliero fornendo non risorse economiche bensì risorse umane attraverso le professionalità e le competenze altamente qualificate del personale medico e tecnico universitario. Anche i ministeri della Sanità e dell'Università e Ricerca Scientifica non dovranno lasciarsi scappare questa importante occasione contribuendo concretamente alla sua realizzazione.

Fausto Facchini (Ds) - Difficile in pochi minuti ripercorrere la storia complessa e articolata del progetto relativo al Polo Ospedaliero di Cona. Occorre tenere presente che alla situazione attuale si è arrivati dopo dieci anni di progetti, delibere, ripensamenti, modifiche, ritardi politici a diversi livelli, nazionale, regionale, provinciale. Oggi occorre fare una riflessione seria sul reale destino del Sant'Anna e su quello che dovrà essere Cona. Il vecchio ospedale ha gravi problemi di manutenzione che costringono l'Amministrazione a spendere miliardi ogni anno, risorse che vengono tolte dagli investimenti destinati a rinnovare le apparecchiature. Vi sono servizi, come ad esempio quello oncologico, che non sono più adeguati alle esigenze dei cittadini, oggi ormai costretti a rivolgersi a ospedali di altre province. Il protocollo d'intesa su Cona, firmato da Regione, Comune, Azienda Usl e Università, prevedeva numerosi impegni. Fra questi anche i progetti di unificazione su base provinciale delle attività di laboratorio, di lavanderia, di sterilizzazione, di approvvigionamento e distribuzione farmaci e di mensa: a quanto risulta oggi Cona non prevede nemmeno le cucine. Tramontata finalmente l'idea di tenere in piedi due ospedali, ora bisogna rivolgere l'attenzione ai finanziamenti per trovare una soluzione veloce e concreta al completamento dell'ospedale di Cona entro il 2003. I finanziamenti vanno cercati nei posti giusti e possibilmente in modo veloce. Ferrara ha bisogno di un ospedale eccellente di 2° e 3° livello. Va bene l'apertura ai privati per Cona ma occorre fare molta attenzione alla gestione contemporanea pubblico-privato. Sulla polemica legata alla distanza di Cona dalla città la storia si ripete: anche quando si decise di trasferire il Sant'Anna dal complesso "Boldini" a via Giovecca (in aperta campagna) si parlò di "gravi disagi" per i cittadini.

Ubaldo Ferretti (Ppi) - Sul questo problema occorre evitare di cadere nella demagogia o nella strumentalizzazione da fase elettorale. Non bisogna parlare di Cona 1 e 2 ma di un solo ospedale gestito da un soggetto unico che deve essere finito e funzionante nei tempi stabiliti, cioè nel 2003 con 450 posti letto. Il Sant'Anna non può essere ristrutturato poiché i costi sarebbero altissimi anche rispetto a quelli di una nuova struttura e comunque non vi sarebbe un luogo alternativo per ospitare i malati durante i lavori. Inaccettabile l'ipotesi di "mantenere" due ospedali per motivi sia economici sia organizzativi. Negli stabili che si affacciano in via Giovecca potrebbero rimanere uffici amministrativi e un punto di "primo soccorso", una sorta di poliambulatorio di primo livello per interventi semplici, un piccolo reparto per lungo degenti tipo casa di cura, un day hospital e un servizio analisi per sgravare l'Ausl di via Cassoli. Tutto il settore universitario della Facoltà di Medicina andrebbe trasferito nel nuovo ospedale. Sulla questione viabilità va completata tra l'altro la "bretella" a Cona e occorre sistemare via Comacchio, mentre la metropolitana di superficie deve prevedere una stazione più vicina all'ospedale (ipotizzabile nel tempo la partenza delle corse per Cona da Vigarano Pieve e da Pontelagoscuro). Anche l'Acft dovrà concepire nuovi collegamenti veloci tra la Stazione Ferroviaria e Cona.

Pierpaoli (FI) Non siamo mai stati contrari in assoluto al progetto Cona, anzi la costruzione di un nuovo ospedale, funzionante e moderno ha allettato molti di noi, siamo stati critici sulle scelte che venivano progressivamente fatte nel tempo, infatti la sua realizzazione è stata un fallimento, che pesa come un macigno sulle Amministrazioni di sinistra. Rilevato come siano grandi le difficoltà finanziarie ha aggiunto che bisogna trasformare, per necessità assoluta o per l'incapacita di qualcuno, il progetto Cona, non sbagliato nelle premesse, ma gestito malamente, in un progetto in cui Cona integri e supporti il S. Anna, se si vuole la collaborazione dei ferraresi. Cosi si potranno trovare i finanziamenti necessari al progetto Arcispedale Sant’Anna - Cona integrati, trattandosi di alcune decine di miliardi; non sarà possibile trovare con questo sistema i 300 miliardi mancanti per far diventare Cona un ospedale per acuti. Se così non sarà, se si insisterà con questo progetto, i ferraresi saranno costretti a ricoverarsi a Lagosanto, Rovigo, Bologna per la chiusura del S. Anna nel 2004, con Cona ancora in costruzione. Di fronte a questa devastante ipotesi, ritengo necessario che si debba cambiare strada: Cona struttura per anziani e riabilitativa, l’Arcispedale Sant’Anna ristrutturato struttura per acuti. Se si vuole veramente costruire un ospedale si cercano tutti i mezzi leciti e ci si svincola dalle mille pressioni, locali e non, che poco hanno a che fare con il bene della Comunità ferrarese. Non vediamo oggi le condizioni, soprattutto economiche, per continuare, nel modo da voi indicato, la costruzione di Cona, per cui riteniamo che il nostro progetto sia espressione di responsabilità nei confronti della città. Questo nostro progetto cesserebbe ipoteticamente di essere se ci fossero date garanzie precise sui finanziamenti, sui tempi di trasferimento a Cona entro il 2004, sulle professionalità che gestiranno questa nuova fase. Ma, non ci pare, che questa sera abbiate mostrato altrettanta responsabilità fornendoci le assicurazioni richieste. Oggi insistere senza avere i necessari finanziamenti e progetti sul trasferimento a Cona di tutto l’Arcispedale S.Anna significa andare al disastro sicuro.

Meduri (AN) - Sono passati tredici anni e, dopo aver speso quasi duecento miliardi, cioè il doppio di quanto era stato preventivato per l’opera completa, a Cona è stata realizzata solo la struttura portante, per buona parte non ancora tamponata. Qualche mese fa il Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera ci ha illustrato la situazione attuale e le Sue previsioni per il completamento. Il Suo progetto prevede che nell’arco di sette anni tutte le attività assistenziali, didattiche e di ricerca si trasferiscano nella nuova struttura. Prendendo quindi per buono quanto detto dal Direttore Generale, l’ospedale di Cona dovrebbe essere completato nel 2008, cioè dopo vent’anni dalla sua progettazione, sempre se si riusciranno a reperire i fondi, problema di non secondaria importanza a giudizio del Dott. Montaguti. Si può quindi immaginare, con i passi da gigante che fa oggi la Medicina e la Tecnologia, in quale stato di vetustà si verrà a trovare la struttura nel momento in cui ci sarà l’insediamento. Proiettiamoci nel 2004, quando entrerà in vigore il decreto Bindi con le relative nonne per l’accreditamento. Se per quella data il polo di Cona non sarà pronto, e non lo sarà, e l’Arcispedale S.Anna non avrà i requisiti per l’accreditamento, l’unico ospedale della provincia accreditato sarà quello di Valle Oppio che pertanto diverrà l’ospedale di Ferrara; di fronte a questa rosea aspettativa cosa vi rimane da fare ? Prima di tutto ammettere che il vostro è stato un fallimento completo, che avete sperperato delle pubbliche risorse e secondariamente cercare di reperire la metà di quanto previsto dal Direttore Generale, dico previsto perchè sappiamo bene che la spesa finale lieviterà di almeno cinque volte, per completare Cona e razionalizzare e mettere a norma per l’accreditamento l’Arcispedale S. Anna. La struttura di Cona potrà essere utilizzata come residenza per anziani, fisioterapia e riabilitazione, malattie infettive, country hospital, hospice oppure verrà lasciata ai posteri ad esempio e monito di malgoverno.

Francesca Cigala Fulgosi - Siamo sempre stati, e restiamo, contrari all’impostazione di fondo che ha portato alla costruzione dell’ospedale di Cona: perché metteva al centro delle politiche per la salute l’ospedale anziehè la prevenzione e l’assistenza territoriale; perchè vedeva l’ospedale prevalentemente come occasione di business economico; perché rischiava di alterare in maniera grave l’urbanistica e la viabiità della città. Questi sono i motivi per cui abbiamo cercato di fermare la costruzione dell’ospedale fin da quando, nell’agosto ‘95,quando venne erogato il primo stralcio di finanziamento. Allora già si sapeva che non c’era più ragione di costruire un nuovo ospedale di 450 PL complemente al Sant’Anna perchè era cambiato il fabbisogno di posti letto. Sarebbe quindi stato sufficiente ristrutturare il Sant’Anna secondo il progetto di fattibilità del ‘90 per 950 PL e 76 miliardi di costi. Ma il progetto non venne fermato e i lavori partirono. Nel novembre ‘96 chiedemmo all’Assessore Regionale, al Presidente della Provincia e al Sindaco del Comune di valutare la proposta di realizzare solo mezzo modulo dell’ospedale di Cona per 200 PL e di trasferirvi il reparto di riabilitazione diretto dal Dott. Basaglia e la ristrutturazione del Sant’Anna per 750 PL e chiedemmo uno studio di fattibiità di tale proposta che fu presentata anche con interrogazione alla Camera. Interrogazione riproposta nel maggio '97 ma senza esito. Neanche risposta ebbe l’esposto che sempre nel ‘97 i VERDI resentarono alla Procura della Corte dei Conti. Ora, per non gettare i finanziamenti già impegnati e non creare ulteriori sprechi riteniamo che Cona debba essere completato e tutto l’ospedale trasferito puntando in collaborazione con l’Università sulla qualificazione tecnologica, didattica e di ricerca. La nostra opposizione al progetto ha dato però risultati importanti che ci impegnano a difendere fermamente: l’area del Sant’Anna è stata salvata dal rischio della speculazione edilizia e dalla trasformazione in villette a schiera e ipermercati; l’area del Sant’Anna resterà legata a funzioni sanitarie come luogo di cura e di assistenza per i cittadini ferraresi.

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Assessore Giovanni Bissoni - La Regione è da sempre rispettosa delle scelte dei Comuni. La revisione del programma del ‘90 è stata una cosa doverosa e necessaria. Il progetto originario rispondeva al quadro normativo di quegli anni, nel tempo i criteri erano cambiati e andavano rivisti. La valutazione dei criteri di accreditamento, fissati alla scadenza del 2004, non contemplerà interventi drastici o di chiusura. Bisogna considerare infatti che la Regione si è data, diversamente da altre Regioni o Paesi, parametri di alta qualità, che sarà ovviamente più difficile raggiungere nei tempi preposti. L’importante, quindi, è a questo punto proseguire sulla strada per l’accreditamento, che significa rispettare i criteri di sicurezza nelle strutture, perfezionare gli investimenti, migliorare i parametri per l’accoglienza e l’assistenza. Problemi di tempi non riguardano solo Ferrara, ma certo anche Bologna, Modena, Parma. Le Aziende sanitarie sono aziende strumentali della Regione, è evidente, quindi, che l’accreditamento del S.Anna è anche un problema regionale sul quale saremo tutti impegnati per arrivare ad un risultato di efficacia e di efficienza. Dobbiamo partire subito anche con il progetto di Cona 2 senza aspettare la realizzazione di Cona 1. I finanziamenti andranno ricercati nella nuova Finanziaria, nei ricavi delle cessioni delle strutture attualmente utilizzate per il servizio di sanità e individuando anche diverse strade per pervenire al finanziamento di quelle quote di struttura del polo di Cona che non fanno parte specificatamente della sua "mission", sull’esempio di esperienze che si stanno consolidando proprio in questi giorni e proprio nella nostra regione.

Maria Rosaria Tola (DS) - L’ospedale oggi non è più inteso come luogo in cui si compie l’intero ciclo della malattia, ma come centro di cura per acuti, ad alta intensità di assistenza che deve essere affrontata con efficacia. In tale contesto l’ospedale di Ferrara, città capoluogo di provincia, sede della facoltà medica, deve svolgere il ruolo di ospedale di base per tutti i suoi cittadini ma anche ospedale di alta specialità e livello tecnologico. Di qui l’importanza di costruire Cona, inteso come ospedale moderno e competitivo, ad alta qualità tecnologica e in grado di offrire un livello di assistenza, di comfort che il S.Anna, anche se radicalmente ristrutturato, non sarebbe in grado di fornire. Credo che la soluzione migliore per i ferraresi sia quella di individuare il S.Anna, dopo l’apertura del Polo di Cona, come luogo in cui convergono una serie diversificata di funzioni, individuate in base a precisi bisogni ambulatoriali e servizi assistenziali integrati.

D’Ambrosi (Rifondazione Comunista) - Ribadiamo la necessità di interrompere il circolo vizioso della politica economica del Governo che, per non aumentare ulteriormente gli attuali e già insostenibili limiti del gettito fiscale, prosegue nella pratica dei tagli alla spesa pubblica. Ribadiamo inoltre le ragioni della difesa del S.Anna per i disagi che arrecherebbe alla cittadinanza lo spostamento a Cona, le difficoltà oggettive a reperire i fondi necessari a completare il nuovo Polo, gli indubbi danni economici arrecati alla città dalla prevedibile riduzione degli studenti in Medicina, non più in grado di affrontare ulteriori spese per frequentare una struttura a circa 10 Km da Ferrara. A ciò si aggiunge I'impossibilità di creare a Cona, per le note difficoltà ambientali, un centro di attrazione e sviluppo che soddisfi le attese reali dei possibili utenti (alberghi, posti di ristoro, servizi) e la conseguente inevitabile chiusura degli Ospedali di Argenta e Copparo. Senza le strutture logistiche verrà inevitabilmente meno il flusso di pazienti, che preferiranno curarsi nelle città vicine. Riteniamo che a Cona si realizzi o un Centro specialistico oncologico e riabilitativo o una struttura per anziani malati cronici.

Taddeo (Fi) - Quanto costerebbe un concorso di idee per il rinnovo del S.Anna, con il coinvolgimento eventuale della nostra Facoltà di Architettura? Perché quell’area non può diventare una risorsa per tutta la città? Ci sono posti per un parcheggio sotterraneo al servizio sia della città che di chi frequenta la struttura sanitaria. Il Ministro proprio in questi giorni riduce a tre giorni la permanenza ospedaliera. A noi serve un polo ospedaliero dove inviare i pazienti dopo la terza giornata. A Ferrara poi manca una geriatria. Il Polo di Cona potrebbe diventare un ospedale geriatrico, per malattie infettive, per la riabilitazione, a specializzazione oncologica. Questo consentirebbe una ultimazione dell’opera con finanziamenti meno onerosi e più facilmente reperibili. Ogni altro progetto previsto per Cona ha i contorni di una rappresentazione onirica.

Zamorani (Riformatori) - Confessa di essere sempre stato fortemente colpito dall’avversione, registrata in diversi gruppi di opinione pubblica locale, nei confronti dello spostamento del Polo ospedaliero dal S.Anna a Cona. Una opinione pubblica che, a suo avviso, opterebbe più per le situazioni conosciute e rassicuranti (la continuità, l’abitudine, la paura delle novità) senza porsi troppe domande di merito, che vadano alla radice dei problema e non sostenute anche da un’adeguata informativa. Annuncia l’adesione alla risoluzione presentata dalla Maggioranza purché si proceda con convinzione e decisione, producendo anche adeguata informazione in questo senso. Pone all’attenzione e all’analisi due considerazioni: una negativa, rispetto a un progetto iniziale concepito in forme largamente inadeguate, e una positiva, sulla localizzazione e sulla volontà di procedere con convinzione con gli obiettivi enunciati.

Borghi (Rifondazione Comunista) - Sulla sanità ferrarese pesano oggi troppe incognite, ambiguità, difficoltà a recuperare risorse necessarie per ultimare, costruire e ristrutturare, per dare un assetto definitivo al sistema socio sanitario provinciale. A Cona deve sorgere una struttura d’eccellenza e il S.Anna deve essere reso idoneo a svolgere importanti funzioni come pronto soccorso, degenza, servizio di day hospital. Valuta positivamente la ripresa dei lavori per la costruzione del polo di Cona, ma ritiene indispensabile che iano garantite le risorse finanziarie necessarie oltre che per il suo completamento anche per renderlo funzionante entro il 2003. E questo con il diretto coinvolgimento di Governo, Regione e Università.

Masotti (Fi) - Rileva il buon esito del progetto dell’ospedale di valle Oppio, in cui sono stati rispettati i tempi di realizzazione, onorati gli investimenti e perseguito l’accreditamento. La stessa cosa non si può dire invece per il Polo di Cona per la cui conclusione occorrono ancora molte risorse finanziarie, e quelle conosciute sono insufficienti, e la cui programmazione è, a suo avviso, altrettanto insufficiente. Nella sua lettura dell’attuale momento della sanità ferrarese rileva pecche e problemi di chi ne ha oggi la responsabilità, ma ricorda che nell’ottica dell’"ottimizzazione dei servizi e dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali" non sia dimenticata l’importanza del ruolo del medico.

Giovanna Marchianò (Comunisti Italiani) - Sottolinea l’importanza del superamento della concezione aziendalistica della gestione della salute: il quadro legislativo attuale pone un nuovo equilibrio dei ruoli fra Regione, Enti locali, Aziende. Oggi i Comuni vengono chiamati a dare risposte a una maggiore complessità di bisogni e in questa cultura di rete di servizi va collocato il progetto del nuovo ospedale. Dopo un tortuoso cammino è giunto il momento di portare a compimento un progetto essenziale per la qualità dell’offerta ambientale della nostra città, dell’offerta formativa, didattica e della ricerca scientifica. Lo richiede la vetustà del S.Anna con le sue difficoltà strutturali e la legittima esigenza dei cittadini ad avere un’offerta qualificata all’interno del territorio provinciale. Cona1 rappresenta un momento fondamentale ma parziale rispetto al progetto complessivo, al quale si dovrà presto mettere mano. L’intera gamma delle attività assistenziali, di ricerca e didattiche, dovrà essere trasferita al più presto a Cona, ma nella fase di transizione dovranno essere effettuale le indispensabili opere di manutenzione del S.Anna.

Viviani (Democratici) - L’Ospedale di Cona è una realtà incontrovertibile che si appresta a diventare un polo sanitario moderno, tecnologicamente avanzato, sicuro, con il quale si va nella prospettiva di recuperare produttività, attraverso l’innalzamento del livello della qualità dei servizi. Condizioni queste in grado di invertire la tendenza della mobilità passiva, e in grado di divenire la prima forma di autofinanziamento. L’amministrazione che ha deciso per la sua realizzazione ha avuto un’idea lungimirante. Dal canto suo il S.Anna ha ormai concluso il suo ciclo funzionale: una struttura sicuramente superata e persino, a quanto pare, insicura, e comunque largamente inadatta a qualsiasi forma di riorganizzazione.

Enrico Brandani (An) - Quando si parla di salute e di assistenza sanitaria non si possono fare i conti come fanno le aziende che operano in altri settori. L'azienda Sanitaria deve rispondere alle esigenze dei cittadini, di gente che soffre e non di semplici "consumatori". Su questi concetti occorre fare una approfondita riflessione. Buona sanità non significa offrire ai malati una stanza confortevole con televisore, aria condizionata e telefono ma un servizio professionale e una assistenza altamente qualificata. Vanno ricordate le grosse spese effettuate per rinnovare i vecchi reparti del Sant'Anna nonostante si ipotizzasse la costruzione di un nuovo ospedale. Era il 1990 e oggi, a dieci anni di distanza ci si trova al punto di partenza. Il cantiere è fermo e, sulla base dei dati disponibili, emerge che il termine della costruzione dell'ospedale di Cona avverrà tra il 2007 e il 2008. Occorre prendere al più resto delle decisioni poichè sulla base del Decreto Bindi entro il 2004 a Cona tutto dovrà essere fatto in conformità con quanto viene stabilito dal decreto stesso per poter operare. Il rischio di non presentarsi puntuali all'appuntamento c'è e An esprime tutta la sua preoccupazione per la situazione che potrebbe crearsi, con i cittadini ferraresi costretti a rivolgersi ad altre strutture sanitarie. Ecco perché la concentrazione delle risorse economiche per ristrutturare il Sant'Anna dotandolo di tutti i requisiti previsti dal Decreto Bindi potrebbe essere al momento l'unica soluzione concreta al problema

 

Le conclusioni del SINDACO

Io vorrei iniziare con un giudizio molto positivo della discussione che questa sera abbiamo fatto, una discussione ricca, interessante a partire dalla relazione dell'Ass. Castagnotto, agli interventi dei Direttori Generali, l'Assessore Regionale, agli interventi dei colleghi.

Naturalmente si sono confrontati molti punti di vista diversi sul tema in oggetto come è giusto che sia, non tutti conciliabili fra loro ma più che dire che fa parte del gioco della politica, frase che a me non piace molto, credo che sia giusto dire che fa parte della normale dialettica intellettuale fra persone che hanno passati differenti e punti di vista differenti sul futuro.

Noi però sbaglieremmo se rimescolassimo continuamente questi punti di vista differenti e se tutte le volte che si parla di sanità o che si parla di Polo Ospedaliero noi ricominciassimo da capo nello stabilire fra noi chi deve passare alla storia, chi invece si deve accontentarsi della cronaca. Lo considero un modo inutile di passare il proprio tempo o comunque un modo che non appartiene a chi sta da questa parte del tavolo, che ha delle responsabilità di governo, delle responsabilità di decisione e non ha nessuna responsabilità di giudicare le Amministrazioni precedenti. Io vorrei che questo tormentone che personalmente considero fastidioso, che occupa parte del dibattito politico di questa città, finisse; non spetta a noi giudicare le Amministrazioni precedenti, non spetta a noi esprimere valutazioni su materie, su persone su cui già gli elettori hanno deciso. A noi spetta di governare la città nei prossimi 5 anni o 4 anni che sono, fino a quando gli elettori decideranno se siamo persone da storia, se siamo persone da cronaca o se siamo persone degne di essere cambiate per vedere se si può migliorare la condizione della città. Tutto il resto di questa discussione non ci appartiene e ci infastidisce molto che venga rimescolata alle questioni di cui ci dobbiamo occupare tutti i giorni che sono già per loro conto molto complesse.

Allora per prendere le decisioni che occorrono alla città e ai cittadini, bisogna avere dei punti fissi, bisogna che in qualche modo le opinioni, i giudizi ad un certo punto si fermino e si decida cosa è certo e cosa è incerto, per dirla in termini più scientifici che cosa è variabile dipendente, che cosa è variabile indipendente.

Noi lo dobbiamo fare perché dobbiamo prendere delle decisioni sulle quali siamo e saremo giudicati e non abbiamo paura di essere giudicati, è un nostro dovere però scegliere e prendere delle decisioni, mentre ci sembra sbagliata l'idea di far scegliere i cittadini senza sapere quale è il progetto che gli viene sottoposto. Io credo che su una materia così complessa come quella di cui ci occupiamo questa sera, noi abbiamo il dovere di fare dei progetti e i cittadini hanno il dovere di giudicarli ma non di essere loro a stabilire direttamente quali sono le scelte iniziali che corrispondono ad uno o ad un altro progetto. I cittadini hanno già scelto, hanno scelto una maggioranza, hanno scelto un governo di questa città, decideranno fra quattro anni se gli va bene o non gli va bene, tutte le decisioni devono essere prese in trasparenza e con il consenso, ma non si può rinunciare da parte nostra a quello che è un obbligo istituzionale, cioè di presentare delle decisioni alla popolazione ferrarese e non presentare dei punti interrogativi.

Allora cominciamo a fissare qualche punto: la prima cosa che io credo e lo dico al Cons. Pierpaoli è che il suo ragionamento realistico che ho apprezzato sul guardiamoci intorno, vediamo quali sono le nostre risorse, cerchiamo di fare una cosa all'altezza delle nostre risorse, secondo me è un ragionamento sbagliato e spiego il perché. Noi dobbiamo partire dalle esigenze, dai bisogni sanitari di questa popolazione e dobbiamo cercare di fornire a questi bisogni, a queste esigenze, le risposte adeguate, poi sulla base di queste risposte abbiamo l'obbligo di reperire le risorse necessarie per realizzarle e se non trovassimo quelle risorse dovremmo ovviamente rivalutare criticamente il nostro progetto. Ma questa non è un operazione che può essere ribaltata, noi non possiamo presentarci ai nostri cittadini dicendo: avremmo bisogno di un gran bell'ospedale, però siccome non possiamo permettercelo e meglio che ci accontentiamo di quello che abbiamo oggi, un po’ riorganizzato e di una cosa nuova piccolina da fare fuori città perché non abbiamo altri soldi se non quelli necessari per fare questa operazione.

Io credo che questo non sarebbe un buon modo di affrontare una questione molto importante per la nostra città, noi abbiamo davanti a noi la necessità, io credo l'obbligo, mi pare questa la parola più adeguata, di tentare di costruire assieme l'assetto sanitario e ospedaliero, quello di cui ci occupiamo questa sera, che poi caratterizzerà il grado di soddisfazione della nostra popolazione per 20-30 anni..

Allora proviamo a mettere in fila le cose su cui almeno questa Amministrazione, questa Giunta è arrivata a delle valutazioni definitive che non intende rimettere in gioco tutte le volte che si parla di sanità.

La prima cosa è che la struttura attuale del nostro Ospedale S. Anna è largamente inadeguata alle esigenze dei pazienti, del personale, di chi deve svolgere attività didattica, di chi deve svolgere attività di ricerca; non si tratta di screditare niente e nessuno, non si tratta di parlar male della storia di quell'ospedale, si tratta di constatare realisticamente che quella struttura ha fatto il suo tempo, che quella struttura presenta oggi degli standard di servizio per chi vi entra che sono largamente insoddisfacenti.

Seconda cosa: i tecnici ci dicono che il S. Anna non è ristrutturabile ai fini della creazione di un Ospedale nuovo, moderno che al suo interno contenga l'assistenza, l'attività didattica, l'attività di ricerca, se non a costi enormi e se non con disagi enormi per tutti coloro che nel frattempo dovrebbero usufruire di quelle strutture per avere assistenza sanitaria.

Ciascuno di noi può avere la sua opinione, ciascuno di noi ha il suo grado di legame affettivo anche con quell'antico ospedale, ma non potremmo raccontare queste cose come una motivazione valida per non fare delle scelte adeguate ai bisogni da cui siamo partiti, da cui vogliamo partire.

Quindi non è adeguato investire lì dentro, significherebbe investire molto con disagi permanenti per lunghissimi anni.

Noi non partiamo da zero però, perché c'è stata lungimiranza, perché non c'è stata improvvisazione, c'è stato un progetto giusto già da molti anni, non partiamo da zero perché c'è stato un progetto sbagliato ma che comunque ha determinato un precedente. Io credo, come è stato detto in maniera equilibrata dall'Ass. Bissoni, che c'è stato un progetto che aveva fatto una scelta coraggiosa, spostare il baricentro fuori dalla città che nasceva con le caratteristiche con cui in quell'epoca si voleva rispondere alle esigenze sanitarie ospedaliere delle persone che per fortuna è stato via via modificato. In ogni caso noi abbiamo oggi una struttura in parte realizzata, in parte avviata ma non ferma alle fondamenta, costruita su cui poter fare un ragionevole progetto di completamento e di qualificazione.

Abbiamo una Università, avete sentito le parole del Rettore, disponibile a impegnarsi in un progetto di costruzione di un Polo Ospedaliero Universitario integrato e di farlo insieme alle aziende, insieme alle istituzioni locali. Questa è in qualche modo la fotografia dei problemi e delle opportunità che abbiamo in questo momento.

Io non ho nessuna intenzione, la Giunta non ha nessuna intenzione di continuare a far trascorrere molti mesi nel valutare quanto siano vere queste cose e quali siano le motivazioni per cui ci troviamo a questo punto. Io credo che questo sia un dibattito del passato, per quanto mi riguarda questa discussione è stata superata quando è stato scritto il documento programmatico con cui ci siamo presentati alla campagna elettorale, non stiamo improvvisando questa sera delle soluzioni. Se queste sono le questioni, i problemi, le opportunità, allora io credo che, è stato detto, di avere di fronte la grande occasione di disegnare noi il progetto, di dire noi cosa vogliamo fare a Cona, di dire noi ai cittadini quali sono le nostre intenzioni per rispondere alle loro esigenze; abbiamo l'occasione di presentare un progetto, di costruire su questo progetto il consenso necessario, ricercando come è stato giustamente chiesto, il sostegno da parte dei cittadini e non quella sorta di diffidenza diffusa che ancora oggi si registra, certamente non l'entusiasmo, perché nessuno cambia ciò che ha con il nuovo, soprattutto in una materia così delicata come quella della propria salute, con un entusiasmo fideistico ma una comprensione e io credo anche un'aspettativa che ritengo possa essere legittimata dall'importanza, dalla qualità dell'idea che abbiamo.

Il progetto è quello di completare Cona, quello di qualificarlo, di ampliarlo ulteriormente, di farne il luogo centrale per le risposte in termini di bisogni ospedalieri alle esigenze dei nostri cittadini per i prossimi 20-30 anni.

Questa è una scelta chiara che stiamo facendo, non abbiamo nessuna intenzione di muoverci nell'equivoco, sappiamo benissimo che ci assumiamo delle responsabilità nei confronti dei cittadini, e che sulla base di questa responsabilità saremo giudicati alle prossime elezioni. Questo però non ci porta ad avere atteggiamenti né reticenti, né ambigui, all'eventuale domanda dei cittadini assolutamente legittima: ma insomma questa Amministrazione dove si immagina che noi saremmo curati, in termini di esigenze specializzate, quelle che richiedono alti contenuti tecnologici e grande professionalità dei medici, dove saremmo operati, dove saremmo assistiti nei prossimi anni per i nostri bisogni più acuti ....… La nostra risposta è nel Nuovo Polo Ospedaliero Universitario che costruiremo a Cona, perché il S. Anna non consente di dare una risposta positiva a questa esigenza.

Un nuovo Polo dove vi siano attività di assistenza e anche attività didattiche e di ricerca facendone quello che è stato definito un ospedale che nello stesso tempo è in grado di curare i pazienti senza trattenerli oltre motivo al suo interno, ed è in grado di ospitare le attività didattiche, di essere una sorta di grande campus universitario.

Condividiamo questa impostazione se riusciamo con uno sforzo personale di ciascuno di noi a chiudere la vecchia discussione sulle scelte passate che non migliora le condizioni della salute dei cittadini ferraresi in nessun caso, ci rendiamo conto che abbiamo davanti un'occasione storica importante perché di muoviamo su periodi lunghi di tempo.

In questo caso si può abbinare la disponibilità a partecipare alla realizzazione di questo progetto con la disponibilità a finanziare questo progetto da parte degli stessi soggetti come si sta facendo anche in Italia e come si fa negli altri paesi.

Tutto questo non in termini di promesse, in termini di obiettivi che vogliamo realizzare su cui ci impegniamo anche direttamente svolgendo l nostro ruolo che è diverso da quello dei direttori, per far si che questo progetto venga realizzato.

Quali sono i nostri ruoli: noi abbiamo un ruolo di controllo, di sollecitazione, di vigilanza, di garanzia non personalizzata ma identificata nell'istituzione, alla quale non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare.

Sicome non vogliamo rinunciare al ruolo di controllo, espongo due richieste al Direttore dell’Azienda Ospedaliera: la prima è che il cantiere parta subito e non in aprile del 2001, perché ritengo che non sia giusto e non serva a nessuno attendere altri 6 mesi, poi sappiamo queste cose come vanno nel nostro Paese, aprile diventa maggio, poi giugno, poi ci sono le ferie vicine, se ne riparla a settembre….

La seconda richiesta: abbiamo visto che si è preso l’impegno di terminare Cona 1; io chiedo che Cona 1 alla fine del 2003 sia non solo terminato, ma funzionante, in grado di accogliere pazienti, perché noi non possiamo permetterci il lusso di avere un ospedale terminato ma inutilizzabile, dopo il blocco annoso del cantiere che abbiamo registrato.

Chiediamo al Direttore dell’Azienda Ospedaliera di organizzare le sue attività, i suoi tecnici, le sue capacità progettuali di controllo, in questo lo aiuteremo se ce ne sarà bisogno, per far sì che alla fine del 2003 quella struttura sia funzionante, in grado di ricevere pazienti.

Terza cosa che diciamo con forza: noi vogliamo che il completamento di quell’opera, cioè il cosiddetto Cona 2, parta subito, siamo contro ad ogni politica dei due tempi, perché se noi accettassimo l’idea che prima vediamo cosa succede nel 2003, e poi ci ragioniamo, avremo per tre-quattro-cinque anni la convivenza di due strutture ospedaliere, con il moltiplicarsi del disagio dei cittadini, con risorse ingenti che dovranno essere suddivise fra uno e l’altro luogo, con problemi enormi anche dal punto di vista della levitazione dei costi della gestione di quelle due strutture separate.

Naturalmente anche nel dire che Cona 2 deve partire subito, non si vuole esercitare il diritto di sognare, semplicemente si vuole invece far sì che ci si adoperi da subito per avviare le fasi di progettazione, per i livelli che sono necessari, e di avvio degli appalti.

Su questo è già stato detto, mi ero riservato di segnarlo, nessuno può immaginare di avere garanzie di continuità tra Cona 1 e Cona 2, perché sono due momenti diversi. Verranno fatte le gare su Cona 2, a quelle gare parteciperanno tutte le imprese, nazionali e internazionali, che vorranno partecipare, e che avranno pari diritto di vincere e di aggiudicarsi quella gara di appalto.

Sul ruolo di controllo. Si può esercitare in tanti modi, non starei a dividerci tra noi se sia giusto o più giusto farlo con una Commissione o farlo con un Commissario; immagino che ci sia un livello di controllo che è politico-istituzionale, per questo la cosa più giusta sia una Commissione che può essere naturalmente ulteriormente registrata ma insomma che abbiamo già formato, e poi che ci sia invece un ruolo di controllo tecnico, per evitare di essere di nuovo messi di fronte ad una ridda di ipotesi e una molteplicità di dati ed informazioni che ci lasciano confusi.

Questo ruolo di controllo tecnico credo sia giusto farlo fare ai competenti, o competenti interni delle Istituzioni come già abbiamo fatto nel mese di settembre, con una Commissione che aveva il compito di capire quale era lo stato dell’arte nel cantiere, della quale facevano parte l’Ing. Capo del Comune di Ferrara, un ingegnere della Regione Emilia Romagna, e un ingegnere dell’Azienda Ospedaliera.

Un controllo tecnico lo possiamo fare in questo modo, un controllo tecnico lo possiamo fare addirittura affidando a delle società specializzate questa funzione

Credo che l’importante sia non confondere i due momenti, il controllo politico spetta alle Istituzioni, il controllo tecnico spetta a delle Commissioni, a dei soggetti che siano tecnicamente capaci cui le Istituzioni affidano questo compito.

Al di là del controllo a noi spetta però anche un intervento diretto naturalmente. L’Ass. Castagnotto è stata precisissima, l’Ass. Merighi ha controllato, noi ci impegniamo a far sì che in corrispondenza della fine del 2003 quella parte che riguarda noi, anche se non solo e direttamente noi, la parte delle infrastrutture viaggi parallelamente con lo sforzo che chiediamo all’Azienda Ospedaliera.

Entro il 2003 noi cerchiamo di realizzare quelle cose che sono state dette, la metropolitana, la tangenziale, il raccordo fra la superstrada e la struttura nuova di Cona.

Sono obiettivi molto ambiziosi, ma anche questi sono obiettivi, non promesse, non una cosa per cui poi nessuno si mette a lavorare.

Sulla questione del finanziamento credo che questo spetti un po’ a tutti i soggetti in campo. Ho già detto qualcosa su alcune forme nuove che non possono essere scartate semplicemente perché rispondono a cose che i nostri predecessori non avevano preso in considerazione, oppure perché corrispondono a qualcosa su cui i nostri nonni non ci hanno dato delle sufficienti garanzie. Ma al di là del proget financing credo che noi siamo autorizzati con questo tipo di progetto che coinvolge Sanità ed Università ad andare a battere cassa ai Ministeri competenti, perché crediamo che questo nostro progetto non sia l’ennesimo ospedale che si aggiunge a tutto quello che esiste, ma che questo nostro progetto sia coerente invece con le linee di riorganizzazione del sistema ospedaliero di cui parlano i Ministri attuali e precedente di questo Governo; se è questo, se è in qualche modo un esperienza pilota anche per la Sanità regionale come ci è stato detto, e per la Sanità nazionale, credo che sia giusto che questo progetto venga assunto come progetto che va finanziato anche dal Governo di questo Paese.

In questi giorni è uscito sui giornali con forza l’idea della contribuzione privata. Non ho niente contro, sinceramente, anzi dal mio punto di vista di appartenente alla sinistra, l’idea che i privati finanzino la Sanità pubblica mi piace proprio. Credo che sarà ancor più facile che noi troviamo dei finanziatori privati, dei donatori, come accadde quando venne costruito il S. Anna, se noi saremo in grado di presentare a questa città un progetto qualificato, in cui molti credono. Se invece andiamo avanti con la discussione che riproduce un dibattito lacerato, che parte sempre dall’inizio come abbiamo fatto in questi anni, non si vede sinceramente il motivo per cui qualche privato dovrebbe partecipare alla realizzazione di una cosa che è messa in discussione tutti i giorni da tutti.

Cosa fare ora al S. Anna e cosa lasciare al S. Anna. Cosa fare ora al S. Anna credo che emerga in qualche modo controluce, in negativo da quello che abbiamo detto: bisogna man mano che partiamo con il progetto di completamento Cona 1 e avvio contemporaneo di Cona 2 che noi non smettiamo una politica di investimenti sul S. Anna.

Questo significa fare le manutenzioni necessarie, significa fare i miglioramenti necessari. Senza che questo significhi mettere in discussione il fatto che ci sono delle eccellenze e dei reparti anche sufficientemente gradevoli, per quanto può essere gradevole un reparto dove c’è la sofferenza, c'è da rilevare che ci sono strutture, soprattutto quelle comuni, che effettivamente fanno gridare allo scontento generale: Su questo bisogna investire, così come bisogna investire sulla qualificazione dei servizi, perché non possiamo permetterci che quando avremo Cona 1 e Cona 2 completati sia calata la qualità media della professionalità medica di questa città.

Allora fin d’ora bisogna continuare ad investire, anche questa è una sollecitazione, ma che so essere condivisa dal Direttore dell’Azienda Ospedaliera, perché la professionalità medica e paramedica di questo ospedale sia costantemente qualificata, in modo che quando avremo il nuovo contenitore avremo un contenitore di qualità occupato da personale di qualità e da tecnologie all’avanguardia.

Che cosa lasciare al S. Anna? L’Ass. Castagnotto è stata precis, e le soluzioni proposte da lei sono state riprese anche da altri Consiglieri, quindi parlerò per titoli. Sono convinto di una cosa, non è vero quello che si dice, che la richiesta della popolazione, delle persone, nemmeno di quelle anziane, sia di avere l’ospedale vicino a casa, non è vero, è una nostra invenzione; l’esigenza della popolazione e delle persone, anche quelle anziane, è di avere un punto dove si è curati per il bisogno che si ha, se il punto è ad un chilometro si va ad un chilometro, se il punto è a 10 chilometri, si va a 10 chilometri; altrimenti non capiremo la mobilità passiva, se noi facciamo tutte e due i ragionamenti insieme nella stessa serata c’è qualcosa che non funziona.

Il problema non è avere l’ospedale funzionante, e quindi noi non crediamo sia opportuno mantenere un presidio ospedaliero al S. Anna, ma un presidio sanitario si, perché quello che è richiesto è un punto in cui il paziente va e gli dicono esattamente cosa ha, di cosa ha bisogno, e dove deve andare per risolvere il suo bisogno.

Allora un presidio sanitario credo che debba restare, un day-hospital è possibile che resti, un country-hospital come è stato detto, un centro di primo intervento, prima accoglienza; un posto che non sia il pronto soccorso, perché il pronto soccorso che non ha alle spalle le chirurgie è pericoloso per le persone, qui non dobbiamo inventarci delle stupidaggini. Noi dobbiamo avere un luogo in cui ci siano dei medici, magari dei medici di base, in grado di fare piccoli interventi e in grado di verificare qual è il bisogno della persona che accede, fatto salvo che se c’è un bisogno di intervento immediato e specializzato particolarmente grave e particolarmente acuto quella persona verrà trasferita d’urgenza nel posto in cui interverranno per risolvergli il problema.

Poi dei servizi amministrativi. Quindi il S. Anna resterà per la città un punto di riferimento sanitario, un punto di riferimento per primi interventi, ma il centro, il cuore dell’assistenza ospedaliera sarà Cona.

Non nego la possibilità che vuotandosi in parte il S. Anna si possano realizzare risorse aggiuntive da innestare nel progetto, sarebbe sbagliato non farlo; ma anche in questo caso sarebbe sbagliato partire al rovescio, partire dall’idea che l’importante lì è fare più largo possibile perché con il più largo possibile si fa l’urbanizzazione più grande possibile, con l’urbanizzazione più grande possibile si portano a casa le risorse per realizzare finalmente il progetto di Cona. Credo che questa impostazione sia sbagliata, chiunque l’abbia mai data, e che quindi vada superata, anche perché non è immaginabile che noi urbanizziamo a villette un’area di quel tipo, o peggio ancora urbanizziamo a centri commerciali, dobbiamo assumere iniziative e progetti coerenti con il sistema urbano della nostra città, valorizzare si, ma non piegare il nostro disegno sanitario alla necessità di valorizzare quell’area.

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Al termine del lungo dibattito sono state messe in votazione tre risoluzioni: una di FI, una della maggioranza e la terza di An. Approvata naturalmente quella della maggioranza. Di seguito testo e votazione delle risoluzioni.

 

Risoluzione presentata da FI

Il Consiglio ha respinto (a favore Fi, An, Carion-Riformatori) la risoluzione presentata dal consigliere Saini a nome del Gruppo di Forza Italia. Questo il testo:

"Il Consiglio Comunale di Ferrara premesso che la progettazione e la gestione della costruzione del Polo ospedaliero di Cona sono stati una grande speculazione politico- economica e di programmazione sanitaria che hanno arrecato e arrecano enormi disagi e danni ai cittadini ferraresi ed hanno sconvolto, nei tempi e nei modi, tutta la programmazione della rete ospedaliera provinciale; considerato che per le colpe gravi delle Amministrazioni locali interessate i lavori di costruzione del Polo di Cona non procedono, tanto che non vi è al momento alcuna certezza sulla data di fine lavori, né sul costo finale dell'opera, né sulle fonti di finanziamento futuro; che la colpe sono altresì gravi per non aver fornito, pur avendo ricevuto diverse e motivate richieste, la documentazione relativa ai capitolati dei costi di costruzione e il registro dei lavori; che la struttura edilizia ospedaliera dell'Arcispedale S. Anna non è nelle condizioni per ottenere l'accreditamento entro il 2004 essendo stato meditatamente e volutamente abbandonata; che non vi è al -momento alcuna assicurazione che il Polo ospedaliero di Cona possa essere funzionante entro il 2004 né in modo parziale né totale; visto che tutto ciò porterà quasi certamente a far perdere a Ferrara la sua struttura ospedaliera pubblica; chiede che venga attuato un rapido studio di fattibilità per la sistemazione definitiva del problema S.Anna - Cona, la cui gestione venga affidata ad una autorità super partes e competente per le scelte di natura sanitaria, organizzativa e finanziaria, che si sviluppi sulle seguenti linee: 1) mantenimento della struttura sanitaria dell'Arcispedale S. Anna come ospedale per acuti, da ristrutturare a stralci; 2)organizzazione a Cona di un ospedale geriatrico con annessi i reparti di malattie infettive e fisioterapia- riabilitazione nonché la creazione di centri di ricerca oncologica, infettivologica e riabilitativa il cui costo realizzativo risulterebbe di gran lunga inferiore a quello previsto attualmente per Cona e pertanto finanziabile eventualmente anche con il concorso di enti pubblici e privati; qualora le attuali amministrazioni intendano perseverare nel progetto di sostituzione dell'Ospedale S. Anna e di trasferimento di tutte le strutture sanitarie a Cona, disegno smentito anche dai recenti eventi e dall'elevato costo economico pari ad ulteriori 300 miliardi ed oltre, il Consiglio Comunale chiede che tale operazione che presuppone un grande sacrificio di risorse economiche e la necessaria partecipazione, nel reperimento dei fondi necessari, degli stessi contribuenti (direttamente o indirettamente), di Enti pubblici e privati, i quali aggraveranno così il loro bilancio rendendo difficile il mantenimento dello stesso standard dei servizi fino ad oggi offerti, venga sottoposta alla più ampia possibile consultazione popolare ai sensi dell'art.30 dello Statuto del Comune di Ferrara."

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Risoluzione presentata dalla maggioranza

Il Consiglio ha quindi approvato (con i soli voti contrari di An, Fi, Democratici e Carion-Riformatori; astenuto D'Ambrosi-Rifondazione Comunista) il testo della risoluzione dei gruppi della Maggioranza presentato dal consigliere Francesca Cigala Fulgosi. Questo il testo:

"Considerato che la recente riforma Sanitaria confermando i principi di universalismo uguaglianza e solidarietà propone una nuova politica sanitaria basala su obiettivi di salute da raggiungere privilegiando lo sviluppo di programmi per la prevenzione e la promozione della salute e non solo l’erogazione dei Servizi, Considerato che il nuovo decreto legislativo 229/99 assegna agli Enti Locali un ruolo determinante nella elaborazione dei piani per la salute che poi le aziende sanitarie tradurranno nei piani annuali di attività. Tenendo conto che il distretto sanitario e i dipartimenti di cure primarie verranno istituiti per assicurare ai cittadini, attraverso nuovi criteri di programmazione sanitaria, servizi e prestazioni sanitarie il più possibile decentrate per garantire tempestività ed accessibilità ma anche accentrati per garantire funzioni complesse ad alta specializzazione, qualificando l'attività dei medici di medicina generale, l'attività domiciliare, le attività residenziali e l'integrazione con i Servizi Sociali,

Tenendo conto che il potenziamento della medicina territoriale costituirà un sistema a rete in cui si dovrà situare la programmazione ospedaliera che dovrà assicurare sempre più interventi estremamente specializzati e ad alta tecnologia, secondo i parametri recentemente proposti dal Ministro della Sanità,

Il Consiglio Comunale di Ferrara riunito in data 6.1 1.2000 approva la relazione presentata dall'Assessore ai Servizi alla Persona Sociali e Sanitari e impegna la Giunta Comunale ad attuare la realizzazione del nuovo ospedale di Cona in accordo con le premesse enunciate e in particolare: - a completare la realizzazione dell'ospedale definito CONA 1 e a renderlo funzionante nei tempi previsti del 2003; - a programmare con chiarezza il ruolo del nuovo ospedale all'interno della rete ospedaliera provinciale e regionale; - a garantire la massima efficienza e funzionalità del Sant'Anna nella fase di transizione prevedendo anche i necessari finanziamenti per qualificare ulteriormente le competenze professionali e i servizi assistenziali; - a completare negli anni successivi ne] più breve tempo possibile l'ospedale di Cona trasferendo ]e restanti attività assistenziali necessarie a un moderno polo ospedaliero integrato, altamente tecnologizzato per l'assistenza sanitaria di 1° livello e, in collaborazione con l’Università ad alta rilevanza Scientifica e didattica e a prevedere che taIe completamento sia coerente con le necessità di programmazione futura alla luce delle rapide e profonde trasformazioni delle tecniche sanitarie; - a sancire l'utilizzo del Sant'Anna per attività amministrative, socio assistenziali e sanitarie coordinate tra le due aziende sanitarie, prevedendo servizi assistenziali di 1° livello con funzioni sia ambulatoriali sia di degenza (con ipotesi simili al quella definita Country Hospital o ospedale di comunità); - a definire tali indispensabili programmazioni in tempi certi e a predisporre piani di reperimento delle risorse finanziarie necessarie al completamento del progetto con il diretto coinvolgimento dell’Università della Regione e del Governo".

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Risoluzione presentata da An

Il Consiglio ha quindi respinto (a favore hanno votato An, Fi, Carion-Riformatori) la risoluzione presentata dal consigliere Meduri a nome del gruppo Alleanza Nazionale . Questo il testo:

"Il Consiglio Comunale di Ferrara premesso che I lavori per la realizzazione del Polo ospedaliero di Cona sono fermi da mesi e comunque procedono in tempi assolutamente inaccettabili senza offrire la benché minima certezza alla cittadinanza ferrarese tanto che i tempi di consegna ben difficilmente potranno rispettare il termine del 2004; Questo ingiustificabile ritardo, che smentisce tutte le facili ed ottimistiche previsioni degli amministratori che negli anni si sono succeduti ai vertici della sanità ferrarese e regionale, sta creando forte preoccupazione in vista del termine per l'accreditamento dell'arcispedale S.Anna, previsto dal Decreto "Bindi" proprio entro l'anno 2004; ln assenza di certezza sul termine dei lavori per l'ospedale di Cona. le conseguenze del mancato accreditamento del S . Anna avrebbero ripercussioni gravissime sulla cittadinanza ferrarese che in tal modo resterebbe senza alcun ospedale.

Considerato pertanto che la politica sanitaria ferrarese, impostata essenzialmente su discutibili scelte di edilizia sanitaria, appare oggi di fronte al proprio completo fallimento, il cui prezzo sarà tutto a carico della cittadinanza e su quella parte di essa più debole ed indifesa, cioè dei malati; Invita l'assessore Bissoni, la Giunta Regionale ed i vertici della Sanità ferrarese a prendere atto che il progettato ospedale di Cona è stata una scelta sbagliata e controproducente, tanto da rischiare di pregiudicare i servizi ospedalieri nella nostra città per i prossimi decenni; e chiede pertanto che le scarse risorse disponibili non siano più impegnate per un’opera ormai palesemente irrealizzabile in tempi utili come l'ospedale di Cona ma siano impegnate per mettere a norma l'Arcispedale S.Anna entro la data del 2004; impegna il Sindaco di Ferrara a mantenere l'impegno assunto con la cittadinanza e cioè salvaguardare il mantenimento e l'adeguamento dell'Arcispedale S.Anna."