Antonio Frizzi

Nato il 24 marzo 1736 a Ferrara, storico ed erudito, è considerato una delle figure più illustri del settecento ferrarese. Laureato in giurisprudenza, notaio poi segretario ed archivista del Comune, fu sempre interessato allo studio dei documenti antichi che costituirono la base dei suoi scritti. La sua opera più importante è la "Storia di Ferrara", in cinque volumi, che rappresenta sicuramente la prima monografia più completa sull’argomento. Il suo nome è legato anche alla composizione di numerosi studi sopra antiche famiglie ferraresi, a diversi componimenti in forma di ditirambo, a numerosi sonetti e alla "Guida del Forestiere per la città di Ferrara" (1787); quest’ultima opera prese forma da un interesse per l’arte nata in seguito all’eredità di un suo zio, consistente in una raccolta di schizzi ed abbozzi di diversi pittori. Pare, tuttavia, che nel corso della sua vita anche il Frizzi si sia cimentato nel disegno e nella pittura cercando di coltivare questa sua inclinazione, ma con scarso successo, a causa dei continui impegni quotidiani. Dei quindici figli solo uno, Filippo, seguì con passione e con successo le orme del padre. Morì nel 1800 lasciando in eredità, oltre a numerosi manoscritti delle sue opere, vari quadri e disegni; pur non conoscendo in cosa consisteva il nucleo originario di questa collezione, di certo si sa che, iniziata dallo zio dello storico, fu poi conservata ed incrementata dal figlio Filippo. Dall’inventario risultano numerose opere sacre di pittori ferraresi, forse recuperate dal Frizzi e dal figlio dalle chiese e conventi soppressi.