La Ferrara degli studi universitari

Lo storico ferrarese Antonio Frizzi, che del Monti fu amico e corrispondente, ci presenta un quadro particolareggiato di Ferrara, tra la riforma dell’Università e l’arrivo dei Francesi, nella sua Guida del forestiere, stampata da Francesco Pomatelli nel 1787. La popolazione della città, rilevata nel 1784, compresi i sobborghi, ammontava a 31.253 unità, mentre il territorio ferrarese (Ducato) raggiungeva le 235.234. Questo era abbastanza più esteso dell’attuale Provincia di Ferrara comprendendo anche a nord la Traspadana ferrarese, tra il Po e il Tartaro-Canal Bianco, da Melara ad Ariano (ora in provincia di Rovigo) e a sud la Romagnola con Bagnacavallo, Conselice, Cotignola, Massalombarda, Lugo e Fusignano (ora in Provincia di Ravenna). Il Ducato era governato da un cardinale, nominato dal pontefice per un triennio, con il titolo di legato a latere. Egli era coadiuvato da un altro prelato con il titolo di vicelegato. La guardia del legato era composta da una compagnia di alabardieri svizzeri e da una di cavalleria. Le truppe di stanza erano divise in sette compagnie, delle quali tre presidiavano la Fortezza di Ferrara. Il potere civile ed economico nelle città e nelle terre del Ducato era esercitato da governatori o podestà sottoposti all’autorità del legato.