• Biblia latina, Venezia, Nicola Jenson, 1476


Volgarmente detta la Bibbia di Savonarola, riveste una particolare importanza la preziosa Biblia latina per essere stata postillata dal frate domenicano Girolamo Savonarola, negli anni in cui soggiornava presso il convento ferrarese di Santa Maria degli Angeli in qualità di maestro dei novizi, fra il 1479 e il 1482, trasmettendoci una profonda lezione di esegesi biblica nonché un’importante testimonianza autografa. Il prezioso incunabolo transitò per la Biblioteca nel 1797 a seguito delle soppressioni conventuali. Poi le sue tracce si rarefanno. E’ noto che appartenne ai marchesi Meli Lupi di Soragna fino all’anno 1926, quando il bibliofilo Tammaro de Marinis l’acquistò per poi rivenderlo a distanza di oltre trent’anni, nel 1957, al libraio antiquario Filippo Sartoni che ebbe l’intuizione che la Bibbia potesse essere stata postillata dal Savonarola. Il lavoro di expertise effettuato dal professor Mario Ferrara, su commissione del libraio antiquario statunitense Erwin Rosenthal divenuto il nuovo proprietario dell’incunabolo, che aveva oramai preso la via degli Stati Uniti d’America, sembrò non avere dubbi riguardo all’autenticità savonaroliana del pezzo. Acquistato nel 1959 dal Comune di Ferrara con il contributo dell’Amministrazione Provinciale e della Cassa di Risparmio di Ferrara, il prezioso cimelio è conservato dal 10 marzo 1960 presso la Biblioteca Comunale Ariostea.

 
  • Publius Ovidius Naso, Metamorphoseon libri, sec. XIII


Codice proveniente dalla Collezione dei manoscritti di Giuseppe Antonelli, venduta dagli eredi del medesimo al Municipio di Ferrara che li acquistò per la Biblioteca su stima effettuata da Antonio Cappelli il 15 ottobre 1884 a Modena.

  • Manoscritto giavanese, sec. XVI


23 strisce lignee ricavate da foglie di palma incise spesso su entrambe le facce. Contiene alcuni fondamenti della teologia islamica e regole di vita. Appartenne al marchese Cristino Francesco Bevilacqua, uno dei Riformatori dello Studio di Ferrara, come reca l’incisione su lastra di rame a corredo del manoscritto "Forma caracteris ignoti cuiusdam libri ex viginti tribus paginis, seu poitius ligneis laminis, in Musaeo Marchionis Cristini Bevilacqua, Ferrariae. Qui potes explica."

  • Iconografia Estense, sec. XV con aggiunte manoscritte che arrivano fino al sec. XVI exeunte

Proveniente dalla collezione di Patrizio Antolini (1843-1927), storico, bibliografo e bibliofilo ferrarese, che la vendette al Comune di Ferrara nel 1915.


Nel 1749, per interessamento di Giovanni Andrea Barotti, venne acquistata la ricca biblioteca del cardinal Cornelio Bentivoglio, morto nel 1732, ereditata dal suo successore il marchese Guido. L’acquisto degli 8.000 volumi della Libreria Bentivoglio venne approvato il 2 ottobre 1749 dal Maestrato dei Savi, che dovette indebitarsi fortemente col Monte di Pietà e col Cardinale Legato Paolucci per reperire i 7.400 scudi da pagare agli eredi.

  • Determina del Maestrato dei Savi che verbalizza la decisione adottata dell’acquisto della Biblioteca Bentivoglio e i mezzi finanziari reperiti, con le varie modalità e tempi di rientro
  • Francesco Petrarca, Triompho d'amore, sec. XV

Iniziale incipitaria (V) a cappio intrecciato: ornato particolarmente diffuso a Ferrara all'epoca del duca Ercole I. Il codice appartenne a Bentivoglio Bentivoglio, figlio di Alessandro, che in data 24 luglio 1586 ne fece dono a Giovanni Battista Aleotti detto l'Argenta (1546-1636), architetto e ingegnere idraulico presso il duca d'Este Alfonso II negli anni 1571-1593 e, in seguito, anche al servizio di papa Clemente VIII. Il manoscritto poi passò alla figlia dell'Aleotti, Cinzia, la quale lo lasciò in eredità a Gasparo Beccari e alla di lui moglie Virginia Diani. I coniugi, a loro volta, lo donarono al marchese Ippolito Bentivoglio (m. 1685) in data 3 maggio 1657 con rogito del notaio Girolamo Borso operante in Ferrara. Ritornato in possesso della famiglia Bentivoglio, il codice andò a costituire la ricca Biblioteca del cardinale Cornelio Bentivoglio (1668-1732), figlio del suddetto Ippolito.

  • Gaspare Tribraco, Carmen de apparatu contra Turcum, sec. XV (1464)

Codice appartenuto al cardinale Cornelio Bentivoglio (1668-1732) - figlio di Ippolito, coppiere della regina Cristina di Svezia, e di Lucrezia del principe Ascanio Pio di Savoja – come dimostra lo stemma impresso su entrambi i piatti della coperta. Il carme è dedicato a Borso d’Este.


Nel corso dell’Ottocento la biblioteca continua nella sua politica di incrementi anche acquistando, come già in passato, le raccolte librarie e documentarie di cittadini ferraresi, uomini di cultura e cultori della storia di Ferrara. Presso l’Archivio Storico del Comune di Ferrara sono conservati i documenti delle vicende delle acquisizioni, alcune immediate, altre che si trascinano per anni.

Della collezione Antonelli pervengono in biblioteca nella prima metà del 1885 una raccolta di 966 manoscritti oltre a una ricca collezione di "Varietà storica ferrarese" e a libri di numismatica e archeologia.
  • Esposto : Testamento del Cardinale Luigi d’Este (1585)


La raccolta del celebre storico ferrarese Antonio Frizzi giunge alla biblioteca per acquisto fattone dal nipote nel 1844. La raccolta non è molto vasta ma certamente importante per i profili e le ricerche eseguite dal Frizzi sulle famiglie, sull’araldica e sui palazzi cittadini, che gli servirono per scrivere le "Memorie per la storia di Ferrara", opera che fu pubblicata a spese della municipalità nel 1848.
  • Esposto : "Storia della Famiglia Bevilacqua", postillata e con aggiunte successive alla prima pubblicazione.

Il fondo Patrizio Antolini di libri stampe e manoscritti di storia ferrarese ebbe una storia di acquisizione lunga nel tempo, iniziata nel 1904 e conclusasi solamente nel 1921. Dei 5000 pezzi solo una parte selezionata entrò in biblioteca

  • Esposto : Padovani distinto calligrafo, "Disegni di stemmi araldici", secolo XVIII