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Codici
epigrafici ferraresi
La
biblioteca viene istituita insieme al museo antiquario, che venne raccolto
nel cortile d’onore del palazzo e sotto la loggia, per fornire i modelli
per la Scuola del Disegno, istituita nel 1736. Rimarrà in questa
sede fino alla fine dell’800, quando fu trasferito insieme al museo numismatico,
a palazzo Schifanoia appena restaurato.
L’interesse
per i monumenti del passato romano imperiale non fu solamente quello degli
umanisti (come il Panetti) o dei classici cinquecenteschi (Pirro Ligorio
e Pietro Ugonio) ma anche nel ‘700 storici come lo Scalabrini si interessarono
ai ritrovamenti che si andavano facendo nel sito della colonia di Vicus
Habentia (Voghenza). Riproduzioni e trascrizioni delle iscrizioni occupano
parecchi quaderni e manoscritti presenti in biblioteca. |
Esposti
- BATTISTA
PANETTI, Inscript(iones), sec. XV
- PIRRO
LIGORIO, Trattato dell’antichità dell’inclita città
di Ferrara, sec. XVI.
- POMPEO
UGONIO, Theatrum Urbis Romae, sec. XVI ex - XVII in.
- GIUSEPPE
ANTENORE SCALABRINI, Ferrarien(se) Lapidar(ium), sec. XVIII (attr.
1724).
- CESARE
LODOVICO BAROTTI , Iscrizioni sepolcrali, e civili di Ferrara con
le Piante delle Chiese. (1776).
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