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Statuti
e autografi |
Il documento più antico, conservato all’interno del codice, risale al 1365; il più recente al 1793. Un ampio lasso di tempo che copre oltre quattrocento anni di storia giuridica dell’Arte dei Droghieri e degli Speziali della città di Ferrara. Sono contenuti i privilegi concessi all’Arte dai duchi d’Este. Il codice reca inoltre le firme autografe dei duchi d’Este: Ercole I (24r), del 1472, ed Ercole II (c. 22v), del 1536. In evidenza le miniature presenti alle cc. 23v, 24r, 25r. La prima, in cui è inserita la conferma dei Capitoli dell’Arte da parte di Alfonso I, in data 6 febbraio 1509, presenta un frontespizio con decorazione su tre lati a bianchi girari, nel cui fregio laterale esterno è rappresentata l’impresa della granata svampante, a significare la potenza e l’abilità difensiva dell’artiglieria estense, che il duca Alfonso I scelse come impresa personale. Nel bas de page lo stemma, inscritto in un oculo, ancora una volta identificante il duca Alfonso I. La seconda, in cui è inserita la conferma dei Capitoli dell’Arte da parte di Ercole I, in data 27 luglio 1472, presenta un frontespizio con fregio a filigrana ornato da piccole sfere dorate avvolgenti fiori blu, fucsia, viola, secondo lo "stile" che identifica la miniatura ferrarese. Nel bas de page sono rappresentati, al centro, lo stemma di Ercole inscritto in una corona di lauro verde, ai lati l’impresa dell’anello con diamante e un Sacro Cuore con le iniziali A B inseriti in corone di alloro fucsia. Nel margine esterno è miniata, all’interno di un fregio, l’impresa della nassa, emblema della cesta rovesciata a forma di campana. La terza miniatura, alla c. 25r, che introduce il documento di Borso, il quale dà conferma in data 17 ottobre 1454 degli Statuti approvati al tempo di Niccolò III, è inquadrata da un frontespizio con fregi, disposti su tre lati, anch’essi tipici della miniatura ferrarese, nel cui bas de page inscritto in una corona di alloro è lo stemma di Borso. L’iniziale decorata (B) a volute fogliacee, su fondo in lamina d’oro.
Esemplare
membranaceo del 1382 con aggiunte dei secoli XV-XVIII. A c. 1v S. Romano
protettore dell’Arte in veste di guerriero; a c. 2r l’Annunciazione,
nel registro superiore, e il Massaro dell’Arte, circondato dai membri
iscritti alla corporazione mentre legge gli Statuti, nell’ordine
inferiore. Miniature eseguite da un ignoto artista: Girardus.
Il codice pervenne alla Biblioteca dall’Archivio Storico Comunale nel
periodo in cui Luigi Napoleone Cittadella ne era prefetto.
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