NUOVO PIANO URBANISTICO DI FERRARA
DOCUMENTO DEGLI OBIETTIVI

aprile 2002

 

 

 

0. Premessa


1) Ragioni dell’incarico



La città di Ferrara affronta il problema della predisposizione di un nuovo strumento urbanistico per il territorio comunale per diverse ragioni: dalle scadenze imposte dalla nuova legge urbanistica della regione Emilia Romagna (n.20/2000), alle necessità di risolvere alcuni nodi problematici del Prg vigente, alla opportunità di collocare, entro un quadro generale di riferimento, le trasformazioni di importanti parti di città attualmente non utilizzate o in via di dismissione.
La nuova Legge Urbanistica regionale (Lur) stabilisce il termine di dieci anni, dall’approvazione del Prg in vigore (se approvato dopo il primo gennaio 1993), per l’adeguamento dello strumento urbanistico alle sue disposizioni. La scadenza prevista risulta, in questo caso, aprile 2005 ed entro tale data il comune dovrà dotarsi della serie di strumenti urbanistici previsti dalla Lur. Tra gli obiettivi del lavoro, di cui il presente documento rappresenta una prima fase programmatica, vi è quindi quello di rispettare tali termini.
Parallelamente all’adeguamento alla legge, l’amministrazione ha sentito la necessità di sottoporre a verifica, all’interno di un quadro di riflessioni di carattere generale, alcune istanze di trasformazione del territorio relative soprattutto a quell’insieme di aree e questioni in grado di incidere significativamente sull’assetto complessivo della città. Ci si riferisce in special modo alle questioni e ai luoghi contenuti nel Programma di Riqualificazione urbana (Pru) del 1999, ma anche ad altri aspetti emersi nel periodo successivo e che rappresentano senz’altro un importante elemento di partenza per la stesura del nuovo strumento urbanistico che, conformemente alle disposizione di legge, ha carattere strutturale.
La nuova configurazione degli strumenti di gestione del territorio, infatti, obbliga a passare attraverso una fase di impostazione degli obiettivi generali, il Psc, che nel caso di Ferrara incrocia in maniera opportuna la necessità, espressa dall’amministrazione, di costruire un quadro di riferimento generale.



2) Condizioni e opportunità derivanti dalla nuova normativa regionale



La redazione del nuovo piano urbanistico di Ferrara, secondo quanto previsto dalla nuova legge urbanistica regionale n. 20/2000, richiede di approfondire in particolare alcuni temi.
-Il ruolo innovativo che viene attribuito al "quadro conoscitivo" (art.4 della Lur), quale elemento di valutazione-condivisione delle scelte strategiche di piano, pone particolari obiettivi all’apparato analitico-conoscitivo che solitamente accompagna i processi di pianificazione del territorio. In particolare, diventa necessario passare da un insieme di ricerche-indagini-analisi atte ad argomentare-giustificare l’insieme delle scelte di piano, alla costruzione di una serie di immagini-descrizioni (generali e/o parziali) del territorio attorno alle quali organizzare la discussione e verificare il consenso dei soggetti che partecipano alla implementazione e gestione del piano.
- In modo analogo, l’utilizzo del "quadro conoscitivo" entro una pianificazione che si sviluppa per fasi ("Piano Strutturale comunale" e "Piano Operativo Comunale" contenuti negli artt. 28 e 30 della Lur) rende particolarmente interessante e significativo lo sviluppo di una attività di monitoraggio continuo dei fenomeni per cui è opportuno, in questa fase, costruire gli strumenti in termini tecnici e procedurali al fine di rendere efficaci i nessi relazionali fra conoscenza, informazione, condivisione e decisione dell’attività pianificatoria.
- La processualità nella costruzione del piano, introdotta attraverso la divisione in fasi temporalmente definite di diversi strumenti di pianificazione (Psc e Poc) e le opportunità di partecipazione e concertazione previste dalla stessa Lur richiedono un ripensamento delle procedure di costruzione del Piano, tese a facilitare diverse forme e momenti di partecipazione e confronto tra i soggetti. Una prima opportunità in tal senso è data dall’organizzazione, all’interno della struttura amministrativa comunale, di un ufficio e/o luoghi deputati a diventare riferimento sia per i diversi soggetti pubblici e privati che per i "materiali" interessati dal piano.
- L’introduzione di una serie di obiettivi legati ad una trasformazione del territorio compatibile con l’assetto naturale e di meccanismi di valutazione del piano basati sulla sostenibilità ambientale delle scelte (art.5 della Lur) pongono al centro dei processi di pianificazione alcuni aspetti fino ad ora marginali (oppure solo occasionalmente considerati) legati al rapporto con l’ambiente e con le sue componenti.

3) Contenuti del presente documento



Questo primo rapporto prova a prefigurare forma e contenuti del Documento Preliminare ed a chiarire il percorso di ricerca che verrà seguito nei prossimi mesi. Per questa ragione il rapporto è diviso in una serie di parti-capitoli che illustrano come verranno trattati i diversi temi e da che punto di vista saranno traguardati i differenti problemi.
In una prima parte (Forma e caratteri del nuovo piano) si inizia ad immaginare la forma del nuovo strumento urbanistico, evidenziando alcune indicazioni della nuova Lur come le potenzialità di un’attività di comunicazione e di partecipazione nella costruzione del Piano. Considerando alcuni aspetti innovativi della nuova Lur relativi, ad esempio, al ruolo del "quadro conoscitivo" e ai contenuti del " Piano Struttura", si può rilevare un vivace dibattito internazionale su queste stesse questioni. Questa è la ragione per cui, nel documento, sono richiamati all’attenzione alcuni recenti piani strutturali/strategici (Amsterdam, Lyon, Roma, ecc.) che sembrano suggerire utili indi cazioni: suggestioni ed elementi di confronto che possano accompagnare l’elaborazione del Piano di Ferrara come utili " compagni di viaggio".
La seconda parte (Descrizioni e interpretazioni) presenta una serie di indagini che si intendono avviare per cercare di capire e mettere a fuoco i fenomeni da cui è investita la città, com’è cambiata negli anni più recenti e quali trend (in termini di popolazione, di attività edilizia, ecc.) sembra possibile descrivere, quali autorappresentazioni si sono depositate nell’immaginario collettivo, quali idee ed immagini di Ferrara è possibile riconoscere "ascoltando" la città.
Questa seconda parte non esaurisce il campo delle analisi che si intendono attivare. Il "quadro conoscitivo" nella sua interezza sarà composto anche di altre attività di analisi, descritte nella successiva terza parte, che comprendono sia specifici approfondimenti tematici sia esplorazioni progettuali.
Questa terza ed ultima parte infatti propone come programma di lavoro alcune esplorazioni progettuali intese anche come momento di conoscenza e ritematizzazione dei problemi e alcuni approfondimenti di riflessione dedicati a temi specifici. Essi riguardano in particolare le condizioni socio-economiche del territorio e le dinamiche di sviluppo possibili (punto "a" dell’art. 4 della Lur), il funzionamento ambientale del territorio (punti "c, d" dell’art. 4 della Lur), la generale questione della mobilità ed infine le tematiche riguardanti la fase di gestione del piano.
La struttura di questo primo documento, pur rispondendo pienamente a quanto previsto dalla Lur, sottende l’idea di istituire un particolare rapporto fra fase analitica e attività progettuale. Da un lato, le attività di analisi non rappresentano solamente una fase preliminare del lavoro, ma si sviluppano, con una propria autonomia, durante l’intero percorso di costruzione del Piano strutturale. Dall’altro, l’attività di progettazione viene avviata fin dalla fase iniziale e contribuisce alla conoscenza dei temi e dei luoghi.

 

 

 



1. La forma del nuovo strumento urbanistico


Il Psc del Comune di Ferrara si colloca entro il regime normativo della nuova legge urbanistica della regione Emilia Romagna.
L’insieme delle questioni generali descritte nella premessa ed alcune specificità della situazione ferrarese rendono ipotizzabile un programma di lavoro che si sviluppa lungo due percorsi paralleli fortemente relazionati tra loro.

A) Una prima linea di lavoro attiene soprattutto alla costruzione dell’apparato analitico-conoscitivo. All’interno della nuova lur tale questione è sostanzialmente ricondotta alla costruzione del "quadro conoscitivo". Esso viene definito nell’art. 4 della legge regionale e assume un ruolo fondamentale nella costruzione degli "elementi di pianificazione territoriale e urbanistica".
L’aspetto innovativo principale del percorso di costruzione del "quadro conoscitivo" per il Psc di Ferrara è rappresentato dalla possibilità di predisporre un insieme di materiali che da un lato restituiscano descrizioni ed immagini complessive della città (necessarie alla discussione pubblica) e dall’altro divengano utilizzabili, leggibili e aggiornabili successivamente alla costruzione del piano.
Ciò consente di ipotizzare che l’insieme dei materiali, delle esperienze e delle analisi raccolte divengano, se opportunamente organizzate e gestite, un patrimonio a disposizione della città.
Tale percorso potrebbe organizzarsi, costruirsi e collocarsi all’interno del programma dell’Urban Center (Uc) già previsto e parzialmente avviato dall’amministrazione comunale.
Più nel dettaglio, il programma di lavoro da svolgere in questa fase potrebbe articolarsi nei seguenti punti:
- Recupero e riordino delle analisi esistenti. Si prevede di recuperare e organizzare entro l’Uc l’insieme di informazioni e analisi già in possesso dell’amministrazione e derivate soprattutto da precedenti esperienze di pianificazione (Prg, Put, Pru, ecc.).
- Costruzione dell’apparato analitico del nuovo Prg. In questo caso si prevede la definizione e l’organizzazione delle diverse analisi specifiche per il nuovo piano. In una prima fase queste possono fare riferimento a:
- analisi delle principali dinamiche di sviluppo e delle strutture economiche e sociali;
- analisi dei caratteri fisico-morfologici del territorio urbanizzato e non;
- analisi ambientale riferita a varie componenti come aria, acqua, suolo e sottosuolo;
- analisi relative al funzionamento della città sia per quanto riguarda i servizi (attrezzature pubbliche e collettive, viabilità, smaltimenti acque e rifiuti, ecc.) che per i sottoservizi (acquedotto, gas, geotermia, ecc.);
- verifica dello stato di fatto del vigente Piano Regolatore Generale e dei principali problemi derivanti dalla sua attuazione.
Alcuni di questi temi saranno approfonditi in maniera particolare e per essi, entro il percorso di costruzione del nuovo Psc, potranno essere costruiti, come meglio descritto nelle pagine seguenti, specifici momenti di discussione.

B) Una seconda linea di lavoro attiene in maniera più specifica all’elaborazione dello strumento urbanistico nelle forme e nei modi previsti dalla nuova Lur.
Il percorso proposto, anche se ne ricalca le procedure, tende a verificare alcuni passaggi problematici contenuti nella nuova Lur (ad esempio, quello relativo alla costruzione di un apparato analitico che prenda in considerazione anche alcuni aspetti di "memoria soggettiva", oppure al rapporto con la strumentazione urbanistica vigente).
La costituzione dell’Ufficio di Piano, quale riferimento fondamentale per l’insieme delle operazioni, porta in evidenza la necessità di un lavoro collettivo e condiviso fra componenti interne ed esterne all’Amministrazione.
Più nel dettaglio, si prevede una divisione dell’elaborazione in fasi, con riferimento agli strumenti previsti dalla Lur:

a. Elaborazione del Documento Preliminare (art. 28) in cui vengono definiti i contenuti strategici e fissate le politiche generali del Piano Strutturale Comunale.
Il Documento Preliminare è funzionale allo svolgimento della Conferenza di Pianificazione (art. 14 della Lur) che "esprime le proprie valutazioni in merito ai dati conoscitivi e valutativi dei sistemi territoriali e ambientali, alle indicazioni strategiche delle linee di sviluppo e ai limiti e condizioni per la sostenibilità ambientale delle trasformazioni previste". Il Documento Preliminare dovrebbe contenere gli elementi emersi dalle riflessioni svolte e da discussioni e approfondimenti previsti e dovrebbe porre al centro delle valutazioni la sostenibilità degli scenari proposti.
L’elaborazione del Documento Preliminare dovrebbe essere accompagnata dalla definizione di:
- alcuni scenari di sviluppo in riferimento alle principali questioni riconoscibili nel territorio ferrarese (effetti indotti dall’insediamento della nuova struttura ospedaliera, dalla reindustrializzazione dell’area del Polo chimico, dal potenziamento del sistema di trasporto ferroviario e fluviale, ecc.);
- alcune ipotesi riferite alla trasformazione della città esistente: sia per quel che riguarda alcune questioni specifiche (centro storico, mura, parco urbano), sia per riflessioni di carattere generale (qualità degli spazi pubblici, del sistema viabilistico, ecc.).

b. Redazione del Piano Strutturale Comunale (Psc - artt. 28, 32) e del Regolamento Urbanistico Edilizio (Rue - artt.29, 33).
Le scelte e i risultati della discussione saranno tradotti all’interno del Psc che contiene le principali ipotesi di trasformazione previste e suddivide il territorio in ambiti (urbanizzati, urbanizzabili, rurali) rispetto ai quali rinvia a successivi strumenti di pianificazione (Rue per gli interventi edilizi diretti, Poc per le aree di nuovo insediamento e/o di trasformazione interessate dalla necessità di un ulteriore strumento urbanistico).

La contemporanea predisposizione di tali strumenti (Psc e Rue) è legata alla necessità di gestire il territorio senza soluzione di continuità rispetto agli strumenti urbanistici vigenti.

Amsterdam, Piano Struttura, 1996.


Dal momento che all'interno dell'articolato normativo della nuova legge regionale non sono presenti particolari indicazioni sulla forma o sugli elaborati di cui deve essere costituito il Psc, sembra utile in questa sede proporre alcuni esempi atti a delineare la forma che potrebbe assumere il Psc di Ferrara nella sua stesura definitiva. Pur trattandisi di esempi di diverso tipo e con contenuti differenti, testimoniano l’interesse che attualmente le discipline del territorio hanno nei confronti di questo livello della pianificazione.

Lione, Piano Struttura, 1996.

 

Roma, Strategie metropolitane, 2001

 

 

2. Comunicazione e partecipazione del Piano.


Questo secondo capitolo del "documento degli obiettivi" illustra le modalità attraverso cui il lavoro di indagine, conoscenza ed esplorazione progettuale verrà organizzato volendo perseguire l’obiettivo indicato dalla nuova lur di prestare particolare attenzione agli aspetti comunicativi e di partecipazione nell’attività di pianificazione.
In fase di avvio delle attività sembra opportuno affiancare alle indagini conoscitive ed alle esplorazioni progettuali alcune iniziative pubbliche di coinvolgimento della società locale e di esperti appartenenti a differenti discipline al fine di allargare ad un pubblico più ampio le attività di studio e ri-tematizzazione delle principali questioni affrontate dal piano.
Saranno promossi frequenti incontri di lavoro collettivo e si potrà avviare anche un fertile confronto con altre recenti esperienze di pianificazione strutturale (Roma, Torino, ecc.).
Nel loro insieme queste attività dovrebbero avere molteplici obiettivi:
- far emergere la conoscenza locale,
-verificare il consenso attorno ad immagini ed ipotesi condivise,
- comunicare alla società le attività del piano,
- verificare, confrontandosi con le diverse categorie economiche, le azioni di trasformazione futura, riflettendo collettivamente circa gli strumenti e le operazioni da attivare.
Nel corso della formazione del nuovo Piano per Ferrara e continuando anche dopo la fase della sua elaborazione, questo insieme di attività di coinvolgimento della società locale dovrebbero

lentamente contribuire alla formazione dell’Urban Center puntando a farlo diventare una istituzione nella città.
Nell’esperienza statunitense gli Urban Center sono strutture che raccolgono le associazioni locali, le organizzazioni professionali, quelle delle categorie economiche e i soggetti istituzionali, allo scopo di discutere e costruire politiche urbane condivise. Pur nella diversità dei tipi, queste istituzioni sono accomunate dalla medesima aspirazione: aprire alla partecipazione degli attori locali i processi decisionali relativi alle politiche urbane allo scopo di migliorarne l’efficacia, facilitando la diffusione e l’utilizzo di risorse conoscitive di cui gli attori sono portatori e promuovendo la formazione di un atteggiamento propositivo circa i contenuti di tali politiche.
In questo senso sembra necessario affrontare le sfide future che attendono la città e delle quali il nuovo piano si fa carico, non attraverso l’azione di singoli soggetti, ma attraverso strategie condivise che identifichino obiettivi consensuali da raggiungere.
Le politiche urbane, infatti, necessitano della partecipazione di molti soggetti pubblici e privati e nessuno di questi, in particolare le istituzioni pubbliche, può più immaginare di procedere autonomamente, in isolamento rispetto al resto della società locale. Da ciò deriva la necessità per le città di trasformarsi in soggetti collettivi per favorire la nascita di forme di collaborazione e di comportamenti cooperativi tra gli attori.

In questo senso ci si propone non solamente di comunicare e trasmettere alla società locale l’attività di redazione del piano, ma anche di organizzare la partecipazione della società locale alla formazione del piano stesso e all’individuazione di politiche urbane adeguate alla sua implementazione e gestione migliorando in questo modo l’efficacia delle politiche e facilitando la diffusione e l’utilizzo delle risorse conoscitive disponibili.
Tra gli scopi del piano si potrebbe prevedere la costruzione di alcune specifiche azioni:
- costituzione di un archivio dei progetti e delle politiche urbane sulla città, una sorta di "centro di documentazione";
- avvio di attività conoscitive sulla città e sulla società, una sorta di "centro di ricerca";
- promozione di convegni, mostre, cicli di seminari, conferenze, seminari di progettazione, pubblicazione di un bollettino informativo, di un sito web, ecc.
Queste differenti attività sono essenzialmente attività di conoscenza, ma anche di riflessione strategica sulla città:
- riscoperta e reintrepretazione della memoria locale, soprattutto per quanto riguarda gli spazi e le architetture coinvolgendo, ad esempio, tutte le associazioni di storia e memoria locale, le scuole di diverso livello e raccogliendo le ricerche che spesso sviluppano su questi temi;
-analisi di luoghi e temi urbani di attualità e relative politiche attivate/richieste/contrastate, coinvolgendo le diverse associazioni di cittadini che propongono, sostengono od osteggiano diverse ipotesi di trasformazione dello spazio urbano;
- conoscenza e valutazione delle conseguenze delle trasformazioni future della città, incoraggiando la diffusione di una maggiore consapevolezza degli effetti di progetti e politiche di trasformazione urbana promuovendo, ad esempio, la nascita di un "laboratorio di simulazione ambientale", dove, attraverso elaborazioni digitali e/o costruzione di modelli, sia possibile mostrare gli effetti prodotti sull’ambiente urbano dai progetti e dalle politiche proposte.
Un riferimento, per quest’ultima ipotesi, può essere rappresentato dall’Urban Center di Amsterdam. Al suo interno, oltre a numerosi altri materiali, è esposta una mappa-plastico nella quale sono rappresentate le azioni strategiche di trasformazione della città, la documentazione dei principali progetti in attuazione e il piano regolatore vigente.
- coinvolgimento della società locale per provare a definire una sorta di agenda delle azioni prioritarie da attivare (ad esempio Forum di Agenda 21). Essa può rappresentare una lista di problemi ed opportunità per la città di Ferrara e una guida nel processo di definizione delle politiche e dei progetti urbani.
Questo insieme di attività potrebbe progressivamente contribuire alla strutturazuine dell’Urban Center.

Nella fase iniziale di elaborazione del Piano le principali attività che ipotizziamo di avviare, e che potrebbero fare riferimento all’Urban Center, sono:
- Archivio, ovvero la raccolta e la costruzione di un archivio di documenti scritti, disegni, foto, modelli, ecc. relativi a ricerche, indagini, progetti, politiche che abbiano come soggetto la città ed il territorio di Ferrara; un archivio che deve diventare patrimonio della popolazione di Ferrara.

- Tavoli di discussione, ovvero l’organizzazione di incontri con i soggetti e gli operatori interessati alle trasformazioni delle aree e dei contesti considerati sensibili.
Si tratta di provare ad avviare uno sforzo di immaginazione collettiva ri-contestualizzando alcune aree (via Bologna, l’ospedale nel centro antico, ecc.) entro sistemi di funzionamento della città più allargati. Si tratta cioè di riportare ciascun tema specifico all’interno della città considerata come insieme unitario di problemi, opportunità e prospettive di sviluppo.
Questo sforzo dovrebbe tradursi principalmente nel tentativo di uscire da idee ed ipotesi precostituite in modo individuale e disgiunto per riflettere collettivamente sulla compatibilità/incompatibilità di alcune operazioni rispetto al funzionamento più complessivo della città e alla geografia delle funzioni urbane.
Si tratta di discutere e confrontarsi apertamente su beni di carattere pubblico (sui servizi collettivi, sulla qualità dell’ambiente, sul centro storico, sulle politiche sociali, ecc.), per costruire ipotesi condivise di trasformazione di un luogo immaginando anche forme e strumenti, tempi e soggetti della trasformazione.

- Laboratori sulle aree sensibili, che accompagneranno i tavoli di discussione con seminari di progettazione sui temi del rapporto tra spazio privato e pubblico e sulle forme dello spazio aperto nella città contemporanea. I laboratori prevedono lo sviluppo di ipotesi progettuali da parte di giovani laureati, ecc e la presentazione e discussione di esempi recenti di studi su questi temi.
La presentazione alla cittadinanza degli esiti di questi seminari dovrebbe essere intesa sia come comunicazione formale dei risultati, sia come momento di interlocuzione, confronto ed ascolto.

- Incontri tematici, ovvero strumenti di approfondimento e precisazione di temi e questioni ritenuti rilevanti nell’elaborazione del piano ed in particolare della definizione dei suoi aspetti strutturali. Lo svolgimento degli incontri tematici dovrebbe essere utilizzato anche per la progressiva costruzione di immagini condivise relativamente ad alcuni aspetti, tra cui i principali potrebbero essere:
- il funzionamento ambientale del territorio;
- il rapporto tra l’universo tecnico/scientifico e la nozione di bene comune;
- le società di trasformazione urbana.

Il funzionamento ambientale del territorio può essere il primo tema sul quale organizzare degli incontri che potrebbero prevedere:

- un seminario pubblico in cui esperti e studiosi (idrologi, geomorfologi, botanici, ecc. ) chiariscano come questo tema si declina nell’area ferrarese, quali questioni e problemi pone alla pianificazione, quali eventuali domande di ricerca solleva.
- una tavola rotonda alla quale far partecipare la società civile, (associazioni ambientaliste, consorzi di bonifica, società di gestione e smaltimento dei rifiuti, ecc. ) a cui chiedere di illustrare esperienze e punti di vista sul tema, ed anche di reagire ad ipotesi ed immagini del territorio presentate nel seminario.

Queste attività, che sono parte costitutiva dell’elaborazione del Nuovo Piano per Ferrara, possono contribuire anche alla crescita e alla affermazione dell’Urban Center.

La visibilità dell’Urban Center, la maggiore condivisione possibile attorno alla sua costituzione da parte delle forze locali e l’avvio di attività seminariali e divulgative sono fattori di fondamentale importanza per l’efficacia delle diverse attività del piano.
L’individuazione di un gruppo di associazioni e istituzioni locali intesi come soggetti con cui iniziare l’attività di partecipazione è una scelta importante per il funzionamento dell’attività di comunicazione e partecipazione prevista nell’elaborazione del piano.

 

3. Le trasformazioni recenti e le aspettative di cambiamento


All’interno del percorso di costruzione del Psc alcune specifiche osservazioni riguarderanno le trasformazioni più recenti del territorio di Ferrara.
Le indagini mireranno a mettere in evidenza quali "geografie della trasformazione" è possibile riconoscere, quali sono le dimensioni degli interventi e degli operatori che le hanno sostenute come stanno cambiando la città e il suo territorio in questi anni, quali sono le attese degli operatori e quali le istanze già avanzate, i "diritti acquisiti".
Queste indagini, che non esauriscono il processo di conoscenza del territorio ferrarese, rappresentano prime informazioni sui processi in atto nella città e nella sua struttura sociale ed economica a partire da cui provare a formulare più ampie e precise domande di ricerca da svolgere successivamente anche in collaborazione con consulenti e collaboratori di altre aree disciplinari.
In alcuni casi non si tratta di svolgere ricerche ex-novo, ma di iniziare ad acquisire materiali e conoscenze già presenti all’interno dell’amministrazione comunale. Da questo punto di vista il lavoro già iniziato con l’attività del SIT (sistema informativo territoriale) e le possibili sinergie con quella dell’ Urban Center, se opportunamente sostenute, possono portare ad una soluzione organicamente definita il problema del monitoraggio dei fenomeni, dell’aggiornamento delle conoscenze e della trasparenza dell’informazione, in una logica di condivisione delle responsabilità collettive e

soggettive di fronte ai problemi posti dalle trasformazioni territoriali.

Nelle pagine seguenti proponiamo una descrizione (supportata da esempi/estratti di altre esperienze) di alcune operazioni di lettura del territorio che si prevede di compiere durante la prima fase di stesura del Psc e che dovrebbero contribuire a costruire il "quadro conoscitivo" previsto dalla legge.
Gli esempi proposti rappresentano un punto di partenza del lavoro e, soprattutto dal punto di vista della forma dell’elaborato finale, una prefigurazione del materiale costitutivo del "quadro conoscitivo" che si ipotizza di costruire.

 

Geografie della trasformazione 1: il territorio edificato

Si tratta di una carta in cui rappresentare in nero gli edifici costruiti fino all’inizio degli anni ’80 e in rosso quelli costruiti successivamente, indifferentemente rispetto alle funzioni.Vengono rappresentati luoghi e parti della città e del territorio ferrarese trasformate da nuovi insediamenti, aree in contiguità con il tessuto esistente oppure nuovi insediamenti isolati nel territorio con conseguente consolidamento del capoluogo oppure ampliamento delle frazioni. Questa mappa comincia a mostrare la dimensione ed i caratteri dei nuovi tessuti edilizi: quartieri apparentemente esito di progetti unitari o insiemi di singoli edifici accostati uno dopo l’altro. Naturalmente questa mappa non ci parla di tutte le diverse modalità di trasformazione del territorio edificato di Ferrara, come ad esempio dei processi che potremmo definire di metamorfosi: i cambi di destinazione d’uso, gli ampliamenti e le superfetazioni degli edifici, che, se ripetuti ed iterati, possono costituire fenomeni di consistente cambiamento di un tessuto edilizio.
Per questa ragione, anche attraverso indagini a scale differenti, si cercherà di articolare questa immagine costruendo una tipologia delle modalità di trasformazione dello spazio.


 

Brescia, PRG 1998

 

 

 

Geografie della trasformazione 2: il territorio agrario/naturale.

Si tratta di una carta in cui rappresentare le trasformazioni che hanno investito il territorio non edificato negli ultimi decenni, sia in termini di occupazione di suolo agricolo da parte di nuove edificazioni, sia di erosione di alcune colture, ma anche di scomparsa o comparsa di elementi naturalistici come filari alberati, boschi, canali d’acqua, ecc.

 

Prato, sezioni e trame ambientali, Prg 1996

 

 

 

Schede di alcuni interventi

In questo caso si tratta di compiere uno sforzo di descrizione volto a precisare i tipi di spazio che configurano la Ferrara contemporanea, la città ed il territorio costruiti negli ultimi decenni.
Attraverso un attento rilievo di alcune porzioni di tessuto edificato e l’elaborazione di schemi, schizzi, piante, dati, ecc. cercheremo di illustrare i diversi principi insediativi, tipi edilizi, rapporti di copertura, trattamento degli spazi aperti, funzioni, altezze, ecc. di alcuni interventi tipo.
Il tentativo sarà quello di mostrare l’articolazione o al contrario l’omogeneità che connota alcuni differenti tessuti insediativi.


 

Brescia, PRG 1998

 

 


Dimensione e natura degli interventi e degli operatori

Si tratta di una mappa che evidenzia le diverse lottizzazioni pubbliche e private e, per esclusione, gli interventi singoli in concessione e che dovrebbe consentirci di misurare le modalità di intervento nel territorio ferrarese.
Punto centrale di questa indagine è capire quali siano gli operatori (ACER, Cooperative, società immobiliari, autocostruzione, ecc) e con quale frequenza intervengono in questo territorio.
Ci interessano inoltre la dimensione media degli interventi, così come i principali tipi utilizzati: grandi quartieri, grandi aree produttive/artigianali, piccole sequenze di edifici, edifici singoli, case in linea, a schiera, palazzine, case isolate su lotto, ecc.
Cominceremo cosi’ a decifrare il contesto, assumendone i caratteri fisici e dimensionali come indizi di altrettanti soggetti che si muovono sul territorio.
Anche in questo caso, come nella mappa precedente, la lettura dei caratteri fisico-morfologici diventa il punto di partenza per esplorare e ricostruire una tipologia degli interventi costruttivi a Ferrara.

 

Brescia, PRG 1998
Pesaro, PRG 1998

 

 

 

Attese ed istanze

Si tratta di una mappa in cui si rappresentano i piani e i progetti presentati in comune, le richieste di variante e di concessione, ecc. e che ancora una volta può essere considerata una traccia, un indizio delle attese e delle intenzioni della società locale di Ferrara.

 

Pesaro, PRG 1998
Venezia, PRG 1996

 

 

Infrastrutture

Queste mappe dovrebbero illustrare le modifiche delle reti infrastrutturali negli ultimi decenni: nuove strade, allargamento di sezioni, aggiunta di marciapiedi e piste ciclabili, ecc. Esse rappresentano una ulteriore "geografia delle trasformazioni" della città e del territorio di Ferrara.
Si tratta di precisare dove sono state costruite nuove strade, dove invece sono state modificate, se siano interventi di aggiunta di brevi tratti, di rettifiche o varianti a tracciati precedenti, oppure siano nuovi grandi assi.
Le mappa dovrebbero rendere leggibili le strategie complessive adottate nella trasformazione della rete stradale: infittire la trama, oppure dilatarla; ammodernarla omogeneamente oppure selezionando e privilegiando alcuni tracciati in particolare.
Le reti tecnologiche verranno indagate in modo similare cercando di mostrare le diverse strategie seguite nella modificazione delle reti di acquedotti, fognature, gas, elettricità, geotermia, ecc.

 

 

 Area centarle veneta, studi, 2001

 

 

Interventi e opere pubbliche


Si tratta di una mappa e alcune schede che illustrano gli interventi realizzati dalle amministrazioni pubbliche e soprattutto dal Comune. Lo scopo è costruire una prima immagine della capacità d’intervento degli operatori pubblici e della qualità delle opere realizzate: quanto, cosa e come realizza il pubblico oggi?, quale è la sua capacità d’intervento?

 

 

Trasformazioni della struttura demografica e del patrimonio edilizio.

Accanto alla lettura delle trasformazioni fisiche e funzionali del territorio di Ferrara, proponiamo di indagare anche le principali trasformazioni demografiche e del patrimonio edilizio, a partire dall’elaborazione di alcuni indicatori statistici.
Si tratta di ricostruire quali sono stati i trend di crescita o diminuzione della popolazione, delle famiglie negli ultimi due decenni, come si è trasformata la distribuzione della popolazione tra centri, nuclei e case sparse.
Si indagano processi di concentrazione nella città o di decentramento nei centri e nelle frazioni contermini.
Si tratta anche di valutare la consistenza dei processi di edificazione, di ricostruire alcuni trend di crescita del patrimonio edilizio residenziale e non, a partire dai dati sulle concessioni rilasciate.

 


Verifica dell’attuazione del Prg vigente


Gli effetti del Prg vigente saranno attentamente osservati sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
Nel primo caso saranno riconosciuti e mappati i nuovi insediamenti, le infrastrutture e i servizi realizzati. Questo insieme di elementi sarà confrontato con quanto previsto dal Prg per valutare le dinamiche e gli aspetti quantitativi degli interventi. Le mappe prodotte consentiranno di valutare l’ effettiva possibilità di utilizzo delle aree per servizi previste dal Prg e le eventuali necessità di modifica e/o completamento.
Il secondo punto di vista riguarda soprattutto le modalità di attuazione del Prg ed in particolare gli aspetti legati alla sua gestione. Tale questione incrocia alcuni specifici elaborati del Prg (Norme tecniche di attuazione e regolamento edilizio) e anche gli istituti preposti alla gestione del piano e, in generale, delle trasformazioni del territorio (commissione edilizia, consulta, ecc).

 

Gli standards a Brescia. Confronto tra il piano vigente e lo stato di fatto, Prg, 1998

 

 

4. Interpretazioni e immagini della città e del territorio


Un’ ulteriore linea di lavoro, all’interno del più generale percorso di costruzione del "quadro conoscitivo", riguarda il tentativo di costruire alcune interpretazioni della città e del territorio di Ferrara nel suo complesso. Le iterpretazioni potranno riguardare la struttura e lo schema di funzionamento della città, il ruolo che svolgono le diverse componenti e le differenti parti oppure reti e sistemi di cui si compone la città e il suo territorio.
Reti, parti e sistemi sono alcune categorie che pensiamo di usare per interpretare i caratteri e i modi d’uso del territorio ed indagheremo il ruolo che viene attribuito a ciascuna rete, parte o sistema dalla popolazione che lo abita.
Si tratta inoltre di provare a costruire alcune interpretazioni relativamente al ruolo che Ferrara ed il suo territorio svolgono entro un’area più vasta, entro sistemi insediativi, produttivi, commerciali ed anche ambientali-naturali più ampi.
Cercheremo di fare ciò anche attraverso la lettura comparata della città e del territorio di Ferrara con aree urbane analoghe, utilizzando, ad esempio, alcuni indicatori statistici, la letteratura specializzata, ecc.
Tuttavia, esplorare una città, cercare di osservarla, descriverla ed interpretarla porta a confrontarsi anche con una serie di auto-rappresentazioni e di immagini che la città propone di sé.
Ci si trova di fronte a descrizioni, a racconti, miti e idee della stessa città che si sono depositati nell’immaginario collettivo fino a diventare

senso comune.
Nella costruzione di un nuovo Piano urbanistico è necessario assumerle ed analizzarle in quanto tracce che ci parlano della società che le produce e che ci dicono non tanto come è Ferrara, ma come potrebbe/dovrebbe essere.
Non si tratta quindi di riconoscere fin dall’inizio alcune inequivocabili immagini, idee di Ferrara "vere"e indiscutibili, quanto piuttosto di esplorare progressivamente l’immaginario sociale ferrarese sovrapponendo diverse letture e fonti, mirando alla definizione cumulativa di alcune immagini che si chiariranno solo nella prosecuzione del lavoro.
In questa parte si cercherà di definire a poco a poco alcune immagini della città (i suoi caratteri fisici, sociali, economici) tanto più utili quanto più consentono di mettere in relazione e riassumere i diversi aspetti della realtà, la complessità della situazione contemporanea in alcuni quadri sintetici ed immagini (scritte e disegnate, fatte di testi, numeri e disegni) che cerchino di cogliere i caratteri salienti di Ferrara.

Ferrara città della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico-ambientale. Una prima immagine che Ferrara propone di sé può forse essere individuata nell’idea che la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico e ambientale debbano essere (e siano state) caratteristica centrale di ogni politica urbana. Questa prima immagine sembra essere talmente consolidata da poter dire che l’idea di "salvaguardare e valorizzare quel grande patrimonio di storia e d’arte che le generazioni passate ci hanno tramandato" può diventare sempre più "patrimonio culturale di tutti i cittadini ferraresi" .
Si tratta di un’ immagine nata da una lunga storia di ricerche e dibattiti che, se da un lato ha rischiato di distinguere troppo nettamente la città tra una parte "storica" da conservare e tutelare (la città murata) e una più ampia e indistinta parte "contemporanea" (entro le quali si individuano solo delle possibili "aree-risorsa"), dall’altro deve dimostrare la capacità di rinnovarsi continuamente, portando ad una politica di tutela e valorizzazione sempre più ampia ed articolata, capace di guardare al futuro della città e non solo al suo passato.

Ferrara città friendly . Un’altra immagine possibile è quella che vede Ferrara autoproporsi come "città verde", abitabile, friendly, città italiana di provincia che offre un buon ambiente di vita quotidiana, buona vivibilità del centro, la bellezza delle mura, la qualità del verde pubblico e una buona rete di piste ciclabili, ecc. Entro questa immagine, la qualità/abitabilità dello spazio urbano, associata alla presenza di vecchie e nuove funzioni culturali e di servizio (musei, università, ecc.) e al possibile sviluppo di attività economiche post-industriali, ritenute compatibili con la salvaguardia del centro storico e dell’ambiente naturale, sembra una caratteristica peculiare attorno alla quale prospettare una nuova stagione di "sviluppo sostenibile".
Dal centro storico alle parti urbane esterne alle mura questa immagine può rifondare una visione unitaria della città.

Ferrara città in trasformazione . Una terza immagine può essere identificata nelle descrizioni di Ferrara che colgono la transizione da una struttura socio-economica legata alla prima industrializzazione verso una nuova modernità più composita ed equilibrata nella base produttiva legata ad un possibile sviluppo terziario e ad un’economia post-industriale. La città appare costituita da diverse parti: ciò che rischia di assumere la forma di un carattere composito ed eterogeneo attende da un lato un quadro di riferimento unitario e dall’altro il riconoscimento delle specifiche identità delle singole parti dotate di sufficiente complessità interna da non essere più considerate semplici appendici di un unico centro. Seguendo questa immagine, Ferrara oggi appare quasi come un cantiere, un composito aggregato urbano in trasformazione, soggetto a cambiamenti reali o solo ipotizzati ma comunque già chiaramente delineati: dal nuovo ospedale alla nuova "metropolitana", dai processi di riconversione del polo chimico all’"asse dei musei", dalla nuova sede dell’Eridania al progressivo sviluppo dei poli universitari.
Accanto (e sovrapposta) alla tranquilla città di provincia, si trova cioè una dinamica città media che sta vivendo il passaggio da città industriale-moderna a città terziaria-postmoderna, e che sta prefigurando la sua nuova modernità, alla ricerca di un nuovo quadro di riferimento complessivo.

Ferrara composita città-territorio . Sempre più spesso la natura delle città di essere "centri di servizio" si confronta con una dimensione vasta del territorio basata sulla mobilità ed accessibilità da un lato e dall’altro sulla concorrenzialità e complementarietà fra centri diversi. Questa visione impone sia uno sguardo sull’intero territorio comunale per comprendere la natura dei fenomeni che riguardano le singole frazioni al fine della costruzione di un’armatura urbana più solida e strutturata, sia una valutazione della rete di relazioni che legano Ferrara alle altre realtà urbane. Lo scopo è comprendere il ruolo e le potenzialità delle nuove centralità emergenti, dalle concentrazioni commerciali alle nuove attrezzature come le strutture ospedaliere che svolgono un ruolo a scala metropolitana. Si può presumenre che si costituisca un’immagine di reticoli e costellazioni che metta a fuoco il funzionamento complesso dell’area vasta.

Sembra possibile cogliere queste immagini, ma forse altre ancora potranno nascere osservando le trasformazioni urbane, i processi socio-economici, le auto-rappresentazioni proposte (non sempre e necessariamente in maniera esplicita) dai diversi soggetti sociali (studiosi e professionisti, enti, associazioni di categoria, gruppi sociali, ecc.). Esse non sono ovviamente tra loro sempre in competizione o contraddizione reciproca, ma può essere utile riconoscere compatibilità e incompatibilità, possibili relazioni oltre che elementi d’inevitabile frizione. Si tratta di capire che queste diverse immagini "parlano" dei diversi soggetti sociali che si muovono in città, delle loro rappresentazioni della realtà e soprattutto (per chi si accinge a definire un nuovo strumento urbanistico) delle loro aspettative ed aspirazioni, del futuro che cercano di costruire.
Ogni nuovo strumento urbanistico si deve confrontare con questa stratificazione di immagini mentre cerca di delineare un progetto di nuovo assetto della città, che aspira a sua volta a diventare parte dell’immaginario collettivo, ad essere non solo formalmente "adottato" ma anche diventare "patrimonio culturale di tutti i cittadini ferraresi".

 

5. Esplorazioni di luoghi sensibili

L'utilizzo di riflessioni ed esplorazioni progettuali specifiche all'interno della costruzione di un Piano generale, e a maggior ragione entro un Piano struttura, appare importante da più punti di vista.
Per esempio l’insieme di aree coinvolte dal PRU propone una sfida che coinvolge l’intero assetto urbano. Le ipotesi trasformative di tali aree rappresentano un insieme di risorse ed opportunità che la città deve necessariamente considerare nella messa a punto di ipotesi di programmazione generale. Compito del Psc è sicuramente la verifica della loro collocazione entro un quadro complessivo, ma può essere affidato, a specifiche esplorazioni progettuali, lo studio delle ipotesi trasformative, la capacità di indagare livelli di coerenza possibili fra gli obiettivi generali ed i caratteri urbani delle trasformazioni ipotizzate al fine di costruire le procedure attuative in modo coerente e finalizzato.

Nelle pagine successive è riportato il tentativo di organizzare alcune prime letture/riflessioni per le aree/temi che l’amministrazione ha previsto all’interno del Pru.
Le operazioni avviate, riguardano:
- il rilievo delle aree (con fotografie, mappe, schizzi);
- una ricostruzione del quadro conoscitivo delle stesse (sia per quel che riguarda le attuali condizioni d’uso, le proprietà, gli operatori, la compresenza di ipotesi alternative e/o conflittuali, ecc.);
- alcune ipotesi progettuali mirate a chiarire e a tematizzare le questioni e a precisare ulteriormente il tema proposto.
Sembra utile, perciò, riportare entro questo primo documento una prima lettura/rilettura dei luoghi e dei temi interessati al fine di costruire un primo, seppur parziale, quadro di riferimento per ogni area.

 

 

 

Recupero dell'area industriale nord-ovest

La zona industriale posta a nord-ovest del centro della città è caratterizzata dalla presenza di grandi insediamenti industriali (Montedison, Solvay, Eridania, ecc) e di vaste aree dismesse disponibili.
Le opportunità offerte dalla dotazione infrastrutturale (collegamenti con l'autostrada, la ferrovia e le vie d'acqua) e la vicinanza alla città (alla città storica e agli insediamenti di edilizia popolare ) rendono strategica per Ferrara la riqualificazione urbana di questa porzione di città.
Le riflessioni che ci proponiamo di mettere in campo tentano di specificare il concetto della interrelazione forte tra sostenibilità e sviluppo e di articolarlo in una serie di proposte che abbiano come fine il recupero di questa parte di territorio in una logica di integrazione urbana sia dal punto di vista funzionale che ambientale.
In particolare la trasformazione di un ambito così vasto può rappresentare un laboratorio sia per la definizione di destinazioni d'uso compatibili, sia per la messa a punto di specifiche modalità di gestione della trasformazione. Un tale programma presuppone naturalmente il coinvolgimento dei differenti soggetti interessati fin dalle fasi iniziali della discussione.




Riconfigurazione dell'area sud


L'area a sud del centro storico, organizzata principalmente a ridosso dell'asse di via Bologna, rappresenta una parte di città di dimensioni consistenti e di crescente complessità funzionale. La natura originaria di parte periferica non corrisponde più alla forte dinamicità trasformativa dell’area, che stenta a trovare riferimenti generali in senso urbano che ne articolino il tessuto e ne colgano le potenzialità. L’area sud è caratterizzata dalla compresenza di elementi di vario tipo (aree residenziali, aree commerciali, aree militari, ippodromo, aeroporto, ferrovia). In particolare sono da riconoscere come questioni importanti sia l’insediamento militare (e soprattutto la sua espansione), sia lo spostamento dell’aeroporto. Tale compresenza può essere letta come aspetto problematico ma anche come opportunità per lo sviluppo in senso urbano dell’intera parte di città. Nel caso di via Bologna, alcune ulteriori opportunità sono date dalla previsione di interramento delle linee ferroviarie, dalle possibilità di riutilizzo di alcune grandi aree e dalla presenza del polo universitario. Le prime riflessioni portano alla definizione di alcune mosse strategiche che riguardano la ridefinizione del bordo nord (fascia del Volano) con l'obiettivo di costruire un sistema di relazioni con la città storica, la precisazione del ruolo di alcune grandi aree (ippodromo, area ferroviaria, parco sud) all'interno di un sistema di parchi urbani che, comprendendo le aree a ridosso delle mura, si colleghi con il parco nord e la sistemazione in senso "urbano" dell'asse stradale di via Bologna.


 

 

 

Riqualificazione del centro storico


La complessità della città storica necessita senz'altro di particolari approfondomenti, ciononostante alcune prime considerazioni di carattere generale possono essere svolte anche in questa fase iniziale del lavoro.
L’obiettivo del Psc per il Centro Storico è promuovere la politica di ripristino del patrimonio storico oltre che attraverso le tecniche del restauro anche promuovendo il recupero delle aree dismesse presenti all’interno del tessuto edilizio consolidato nel quadro di una visione unitaria della città e in particolare entro uno schema di funzionamento della parte storica che preveda la costruzione di sistemi di relazione tra tutte le sue parti. Con specifica attenzione alle piazze e ai giardini intesi come sistema di spazi collettivi si tratta soprattutto di costruire (e ricostruire) una rete di percorsi e alternativi a quelli stradali al fine di rendere visibili (e utilizzabili) alcuni luoghi del centro attualmente non "disponibili" per la collettività. Bisognerebbe ritematizzare alcune importanti parti del Centro Storico immaginando luoghi per il consolidamento della struttura residenziale o per attrezzature collettive e servizi di carattere museale-espositivo.


 

 

 

Sviluppo urbano e dei servizi connessi al Polo di Cona


Il nuovo polo ospedaliero, la ferrovia suburbana, la tangenziale est costituiscono una serie di previsioni tali da conferire alla parte del territorio comunale investita da questi processi di trasformazione la definizione di Polo di Cona, cioè un ruolo sicuramente diverso da quello attuale.
Infatti la realizzazione delle previsioni del Prg vigente modifica in maniera sostanziale l'assetto di questo quadrante del territorio ferrarese:
- quale ruolo può essere ipotizzato per le frazioni, oggi prevalentemente residenziali, coinvolte ed in particolare per quelle della parte est del territorio ferrarese?;
- quale nuovo ruolo possono assumere gli assi infrastrutturali storici una volta introdotte le nuove modalità di collegamento previste?;
- quale sarà il paesaggio ed in particolare che cosa resterà di alcuni segni storici, a seguito dell’introduzione di insediamenti delle dimensioni del nuovo ospedale e dei servizi ad esso connessi?


 

 

 

6. Approfondimenti tematici

La costruzione del Piano di Ferrara dovrebbe procedere di pari passo con l’approfondimento di almeno quattro questioni di carattere generale: il funzionamento ambientale del territorio, i caratteri della struttura socio-economica della città e del suo territorio, i caratteri della mobilità, infine la gestione-implementazione del piano.
Si propone che tali questioni vengano trattate di volta in volta attraverso l’organizzazione di seminari e workshop, lo svolgimento di specifiche attività di ricerca da parte di esperti e il continuo dibattito e discussione con i consulenti, ecc.

- Oggi la questione ambientale sembra assumere diversi significati: da un lato la vivibilità della città e degli spazi urbani (piste ciclabili, parchi, parcheggi, ecc.), dall’altro il funzionamento del sistema ambientale nel suo complesso (regime e qualità delle acque, caratteri dei suoli, qualità dell’aria, ecc.); infine, il trattamento e la qualità del paesaggio urbano e rurale. Diventa importante riconoscere fin da subito gli interlocutori e i collaboratori adeguati a trattare questi diversi aspetti cercando di precisare le ricerche sulla "questione ambientale" che assume a volte valenza troppo vaga.
Un primo insieme di questioni riguarda proprio il funzionamento ambientale del territorio.
Quale immagine di Ferrara ci restituisce una mappa del rischio idraulico esistente o potenziale connesso alla regimazione delle acque?
Quali trasformazioni del sistema insediativo sono ritenute compatibili con il mantenimento del delicato equilibrio del sistema delle acque superficiali che caratterizza un territorio fortemente artificiale quale quello ferrarese?
Quali strategie di sviluppo devono essere privilegiate rispetto al funzionamento delle reti di smaltimento delle acque nere e dei reflui? Come interagiscono concentrazione o dispersione degli insediamenti con le strategie portate avanti dai consorzi di bonifica o dalle società che si occupano di depurazione?
Quali relazioni è possibile stabilire tra il funzionamento ambientale del territorio e i suoi caratteri paesaggistici; come collegare la mappa del rischio idraulico con l’individuazione delle unità di paesaggio? Quale tipo di norme possiamo immaginare?
Un secondo insieme di questioni riguarda l’indagine dell’utilizzo quotidiano da parte della società locale del sistema degli spazi aperti e l’eventuale connessione al funzionamento ambientale del territorio.
Quali spazi aperti vengono utilizzati e da chi, con quali ritmi e frequenze? Come vengono raggiunti gli spazi aperti, quali differenti ruoli svolgono: di quartiere, urbano, metropolitano?
Quale relazione esiste tra ruolo sociale e ruolo ambientale di alcuni spazi? Ad esempio il piccolo parco di quartiere da un lato svolge un ruolo di presidio sociale e dall’altro si connota come caposaldo ambientale nella città, elemento che garantisce porosità e permeabilità del suolo.
Come garantiamo che il sistema di spazi aperti composto di giardini, parchi di quartiere, viali alberati di connessione e grandi superfici, attraverso il quale diamo forma alla città e ne aumentiamo la sua vivibilità, svolga anche un chiaro ruolo ambientale? Attraverso quale apparato normativo?

- Un secondo ambito di questioni riguarda la struttura socio economica della città di cui sembra rilevante precisare dimensioni e caratteri. Il nuovo piano dovrà necessariamente interloquire con questa struttura riflettendo su alcune possibili immagini di Ferrara: Ferrara città provinciale, Ferrara città industriale, Ferrara città della cultura, Ferrara città residenziale, ecc.
Diventa importante chiedersi:
- Come si colloca Ferrara nell’ambito più allargato della Regione? La sua dimensione urbana coincide con i confini del territorio comunale o li scavalca?
- Entro quali processi socio-economici si inserisce la dinamica ferrrarese: crisi e ristrutturazione della grande industria ? continuità con il passato? affermazione di settori innovativi? ecc.
Quali sono gli attori delle politiche e dei processi economici ferraresi; si tratta di attori locali o esterni? Grandi soggetti o piccoli imprenditori? Qual’è la dimensione dei soggetti interessati alle trasformazioni future di Ferrara?

- Il terzo approfondimento tematico è relativo alla mobilità che, congiuntamente ad un conti nuo confronto e coordinamento con le attività degli Uffici comunali preposti, viene osservata a partire da alcuni differenti punti di vista, quale quello della sostenibilità/compatibilità ambientale rispetto agli insediamenti umani. Le emissioni inquinanti sia in termini di gas e polveri, sia di rumore rendono necessaria e urgente una riflessione sulle prestazioni, anche ambientali, che una strada deve offrire: non solo asse di scorrimento, ma anche luogho collettivo in cui la cittadinanza trascorre una parte del proprio tempo.
In secondo luogo occuparsi di mobilità significa riflettere sul rapporto tra sistema dei luoghi centrali e sistema dell’accessibilità e della sosta. Entro un’ipotesi di riarticolazione delle centralità nel territorio ferrarese diventa importante ripensare ai modi in cui raggiungere i diversi luoghi centrali e quale strategia adottare per organizzare le aree di sosta, per definire strategie generali che regolamentino la mobilità anche attraverso il ridisegno di sezioni stradali e aree di sosta.

- Un ultimo tema riguarda il rapporto tra la redazione del piano e la sua gestione e implementazione, tra tempo del piano e tempo della trasformazione della città.
Ci sembra importante riflettere attorno alla possibilità che questi due momenti possano diventare inscindibili e contestuali all’interno di un unico processo di pianificazione.
Ad esempio, la recente esperienza del piano regolatore di Roma suggerisce che non siano concepiti come disgiunti il momento di avvio della redazione del piano dalla sua attuazione. Piuttosto si potrebbe fare ricorso ad uno strumento più recente quale l’accordo di programma, nato agli inizi degli anni ‘80 come strumento deregolatorio del piano e utilizzato, invece, nell’esperienza romana, all’interno di una logica di planning in progress.E’ necessario avvalersi di strumenti che consentano la realizzazione di operazioni non solo ampiamente discusse, ma soprattutto che trovino riscontro nel disegno di costruzione del piano e lo anticipino nel suo doppio carattere di predittività e di operatività.
La costruzione del nuovo strumento urbanistico quindi è, almeno in parte, contestuale alla sua stessa attuazione, secondo un procedimento di relazione dialettica fra la definizione per successive approssimazioni del quadro generale di riferimento da un lato, e specifiche operazioni urbanistiche dall’altro.
Attraverso il procedimento del planning by doing , così come ci propone l’esperienza di Roma, l’adozione del piano urbanistico non stabilisce l’inizio del suo percorso attuativo, ma costituisce piuttosto la ratifica complessiva di scelte generali e operative già compiute, parte approvate e in corso di realizzazione, parte da avviare, ma tutte interne al processo complessivo.
Queste suggestioni spingono a chiedersi come far interagire la necessità di riformulare un quadro d’insieme per le politiche e i progetti urbani a Ferrara e la necessità di avviare la soluzione di alcuni nodi, alcuni ‘luoghi sensibili’, senza dover rinviare ad un tempo successivo.
E’ necessario verificare la possibilità di anticipare alcune scelte e contemporaneamente arricchire la riflessione sulla cornice d’insieme che il piano dovrebbe costruire.
Un ulteriore punto rilevante interno a questa riflessione riguarda la contestualità dei molteplici livelli d’intervento. Saranno attività parallele,quindi, il recupero e la conservazione dei tessuti storici, l’avvio di alcune operazioni strategiche tipiche della rifunzionalizzazione di parti della città, e anche l’avvio di programmi di recupero diffusi.
Si tratta, inoltre, di riflettere sulla contestualità tra differenti sistemi: quale correlazione temporale si instaura tra progetti di trasformazione di parti di città ed il funzionamento del sistema della mobilità/accessibilità con il sistema ambientale o dei luoghi centrali.
Quindi non si tratta solamente di muoversi tra differenti scale della progettazione, tra il generale ed il particolare, ma anche tra i tempi di progettazione e quelli di trasformazione della città, riflettendo su quali strumenti e quali soggetti sia possibile mobilitare e con quali procedure.

 

7. Immagini al futuro/scenari


A chiusura di questo primo programma di lavoro per la costruzione del Psc di Ferrara, si propone la elaborazione-costruzione di immagini al futuro che possano rappresentare alcuni possibili scenari per Ferrara e il suo territorio.
Elaborare immagini al futuro non significa anticipare e/o prevedere quello che succederà nel futuro e non significa neppure dare soluzione ad alcuni problemi che attraggono l’attenzione della città.
In questa parte del lavoro tale operazione cerca di sollecitare l’immaginario nostro, dell’Amministrazione e della società locale, attorno ad alcuni possibili scenari futuri per Ferrara e il suo territorio.
Parallelamente, ciò significa anche sollecitare le reazioni dei differenti soggetti ed operatori interessati, avviare un dialogo con la società locale fatto di adesioni ed opposizioni e una concreta interazione sociale che investa tutti i livelli di costruzione della città: quelli fisico-formali, ma anche quelli dell’economia; quelli funzionali, ma anche quelli che attengono l’architettura della città.
In altre parole, immaginare il futuro, costruire scenari significa domandarsi "cosa succederebbe se".
Cosa succederebbe se Ferrara concentrasse tutte le sue risorse nel programma di recupero diffuso del centro antico sviluppando il settore culturale e scientifico e mirando a diventare polo museale ed universitario inserito nella rete delle città medie padane?
< Cosa succederebbe se a Ferrara si potenziasse il territorio esterno alla città compatta, le sue frazioni ed il territorio rurale, in un processo di riarticolazione delle centralità?

Costruire scenari significa anche confrontarsi con le inerzie, le disponibilità o le resistenze che il territorio oppone alla modificazione.
Infine, immaginare il futuro significa mettersi in parziale continuità con il passato conservandone i tratti migliori, ma anche cogliere le ragioni del cambiamento che a volte tendono a negare quel passato, infine saper immaginare situazioni in cui la società contemporanea si rappresenti, si rappresentino i suoi bisogni e desideri.

Alcune immagini/scenario possono allora rappresentare i primi segni per la costruzione dello stesso piano struttura.
In questa fase esse potrebbero interagire con l’insieme delle questioni poste e rappresentare un primo generale quadro di riferimento per i problemi esplorati e per quelli ancora da indagare.

 

 

 

 

 

NUOVO PSC DI FERRARA

Comune di Ferrara

Sindaco Gaetano Sateriale
Assessore all’Urbanistica e Edilizia privata Raffaele Atti
Capo Settore Territorio e Sviluppo economico Claudio Fedozzi

Ufficio di Piano
Coordinatore Antonio Barillari
P. Cocca, P. Padovani, P. Perelli, E. Simoni, R. Vitale


ISP iuav servizi e progetti srl

Coordinatore Marino Folin
Responsabile dello studio generale Carlo Magnani

Direttore tecnico Mario Spinelli
M. D’Accordi, F.Lucchi, R. Marzano, M.R. Pastore, S. Ragni

Consulenti esterni S. Munarin, D. Paccone, M.C. Tosi