Quei giorni lasciavano alle spalle
un brusio misterioso, simile al respiro concitato di un bacio. E io correvo
verso il traguardo. Velocissimo, innamorato. Desideroso di non fermarmi
mai, Anna, di diventare adulto in fretta. Comese il futuro con te fosse
un traguardo già raggiunto.
Hanno quattordici anni e molti sogni Nicola e Anna, quando s'incontrano
nella bella Crotone, in riva al mare. Lui ha il mito di Pietro Mennea:
vuole diventare un grande velocista e ci riuscirà. Lei ha il mito
di Lucio Battisti, al quale scrive lunghe e appassionate lettere, e sogna
di vederlo interpretare i testi che compone. E anche lei riuscirà
a diventare un'affermata paroliera. Nicola ci mette poco a innamorarsi
di Anna. Lei di più. Ma poi lo adorerà. E saranno anni belli
e pieni, anni con il vento tra i capelli. Ma veloci, appunto. Non tutto
fila per il verso giusto. Nicola rincorre a testa bassa le sue speranze,
scatta in avanti con l'impazienza della gioventù. E così
perde Anna... Ma non la dimentica. L'amore brucia sotto la cenere. Dopo
tredici lunghi anni, forse sospinto dalle parole incalzanti del grande
amico di un tempo Rino Gaetano, Nicola si mette sulle tracce di Anna.
Vuole finalmente confidarle un segreto che lo tormenta. Ma non sa che
lei custodisce un segreto ben più decisivo, per entrambi...
(dalla nota editoriale)
rassegna stampa....
"Il miracolo si ripete anche in questo libro,
limpido nella scrittura, perfetto nell’equilibrio stilistico, travolgente
nel declinare un originale canzoniere d’amore". Giuseppe Lupo,
Il Mattino
“Il romanzo di Carmine Abate “Gli anni veloci” ci svela
una Calabria necessaria – ricostruita con un intenso impasto linguistico
anche dialettale – solare come questa storia… un romanzo fresco
e disinvolto, che si chiude su un sorriso. Il nostro.”
Sergio Pent, La Stampa Tuttolibri
"Un romanzo ben fatto e ben scritto... un gioco di suspense gestito
linguisticamente con equilibrata screziatura espressiva... Nel segno d'una
tenerezza che rende vivi e concreti tutti i personaggi". Ermanno
Paccagnini, Il Corriere della Sera
“Il romanzo di Carmine Abate corre con una leggerezza e una grazia
ammirevoli. La melodia cantabile si fonde assai bene con amorose memorie
e rimpianti, fatti e personaggi. Azzeccare, con una tematica del genere,
la sigla stilistica che garantisce una singolare novità non è
impresa da poco.
Alberto Bevilacqua, Sorrisi e Canzoni TV
“Un’opera, questa, che merita l’attenzione dei lettori,
giudici diretti e imparziali che riconosceranno in essa, assaporando il
piacere dell’attenzione alla pagina, alla storia e ai personaggi,
i segni della letteratura vera, quella duratura.”
Domenico Cacopardo, La Gazzetta di Parma
“Il romanzo è più di ogni altra cosa un mosaico di
amori e passioni, di miti e figure di straordinaria umanità, come
quella di Capocolò...
Le pagine del romanzo, in un gioco letterario che coinvolge e somiglia
al veloce cambio di registro nelle scene teatrali, alternano con sapiente
rapidità i piani temporali del presente e del passato, racchiudendoli
in un'avvincente storia. “
Domenico Nunnari, La Gazzetta del Sud
“Gli anni veloci è un romanzo corale. Leggendolo, senti il
calore di una comunità, il palpito della sua umanità…
è un cambio di passo rispetto alla produzione precedente di Carmine
Abate: una storia del passato scritta con nostalgia del futuro…
La qualità letteraria dei risultati di questo romanzo premia la
tenacia della sua ricerca e il suo coraggio. Gli anni veloci durerà
nel tempo, come l’amore di Nicola per Anna.”
Michele Trecca, La Gazzetta del Mezzogiorno
“Sono, quelli trascorsi, “anni veloci” ma anche bruciati
nel postulato dell’attesa, il tema centrale del romanzo…un
geyser di scene, momenti, ambienti e visioni che assumono il senso di
un mistico ed epico cosmorama… una storia comune, di una modernità
nella quale ci identifichiamo… e riconosciamo i nostri anni veloci.”
Gianni Bonina, l’Unità
“Queste sono pagine che bucano il cuore. … Nel racconto di
Abate, ci sono soprattutto gli anni ’70, questa volta fatti più
di tenerezza che di piombo, l'unica parola che oggi si usa per descrivere
quella stagione e che invece ne indica solo il protagonista spietato,
tralasciandone tutti gli altri. Come Nicola e Anna, ma anche Lucio e Rino,
testimoniano.
Valerio Piccioni, La Gazzetta dello Sport
“…è un romanzo di vertiginosa densità, così
ricco di fatti, di personaggi, di trovate narrative, che ogni tentativo
di sintesi, per quanto accurato non potrà mai rendere conto della
avvincente multiformità dell’intreccio… con un conclusivo
lieto fine. Che non è né scontato né artificioso.
Perché questo non è un romanzo sugli anni Settanta e oltre
(che pure ci sono con il loro carico di tensioni e avvenimenti drammatici)
ma una pura, palpitante esaltazione dell’amore e dunque un inno
alla bellezza della vita.” Giuseppe Colangelo, l’Adige
|