Il mosaico del tempo grande

di Carmine Abate

Carmine Abate
Il mosaico del tempo grande
Mondadori, 2006
Pagine 233 Euro 16,50

 

"Uno scrittore che si distingue per visione civile del mondo, impegno della memoria e originalità di scrittura." (Vincenzo Consolo)

 


 

 

 

Una calda, luminosa estate del nuovo millennio: nella piazza assolata di Hora, paese della Calabria fondato secoli fa da esuli albanesi e dove si parla tuttora la loro lingua arbëreshe, si ferma un autobus e ne scende una splendida ragazza bionda con un bimbo fra le braccia. Ad assistere al suo arrivo c'è Michele, un giovane fresco di laurea che sta trascorrendo l'ultima estate al paese, prima di emigrare al Nord in cerca di un lavoro. E proprio Michele, grazie alla curiosità inesausta per le storie della sua gente, presto scoprirà il segreto di Laura Damis, la bionda sconosciuta, e del bambino che porta con sé.
A guidare il giovane nell'indagine sul passato, a raccontargli le vicende degli antenati albanesi - dall'eroe Scanderbeg al coraggioso papàs Dhimitri Damis - e quelle più vicine e misteriose che hanno condotto il padre di Laura, anni prima, a lasciare Hora per sempre, e Gojàri, cioè Boccadoro, l'artista che ha mille storie nella bocca, tutte vere e preziose come i tasselli del grande mosaico a cui sta lavorando da tempo.
Nel corso di questa lunga estate mediterranea, come nello spazio conclusivo di una cornice, Carmine Abate dispone mille tessere colorate - un paese saccheggiato dall'esercito ottomano alla fine del '400, le imbarcazioni dei profughi che lasciano la costa balcanica per cercare salvezza e libertà, il viaggio interminabile sotto la guida di un papàs con la moglie incinta; e poi l'Albania di Enver Hoxha, la fuga d'amore oltrecortina di una fascinosa ballerina di Tirana; e ancora un gommone carico di disperati che affonda per colpa dello scafista, i sapori forti della Calabria, il mistero di un tesoro nascosto, di un pugnale d'oro; e l'odio, la passione trasmessi per generazioni fino al momento della resa dei conti. Il risultato è un emozionante "mosaico" costruito, come quello di Gojàri, con tessere di smagliante vividezza e con una lingua che accoglie nel suo flusso affabulatore tutta la musicalità e il colore dell'arbëresh e del dialetto calabrese, in un singolare esempio di plurilinguismo che non rinuncia alla piana semplicità del raccontare.
Una costante delle opere di Abate è la vicenda di una formazione individuale che s'incrocia con la storia collettiva. In questo romanzo l'iniziazione di un giovane all'amore e alla vita si confronta continuamente con una sottotraccia tesa e avvincente come un giallo e con l'epopea degli antenati, un vero e proprio romanzo storico. Perchè l'avventura dei singoli rimanda sempre alle radici, a una storia lunga di passioni, di sangue, di ossessioni che passano intatte attraverso il "tempo grande" dei popoli e delle generazioni.


 

"Il mosaico del tempo grande", per Mondadori
Ecco il nuovo romanzo del nostro Carmine Abate

(L'Adige, 27.1.2006)


Atteso ed accompagnato dal successo dei precedenti, è arrivato in questi giorni in libreria il nuovo romanzo di Carmine Abate, lo scrittore di origini calabresi che vive a Besenello da anni. Si intitola «Il mosaico del tempo grande», è pubblicato da Mondadori nella prestigiosa collana «Collezione scrittori italiani e stranieri», costa 17 euro e ci racconta altri scenari di quella sua terra immaginaria e bellissima che è Hora, legata alla cultura albanese: protagonisti un mosaicista albanese di Scutari che va in giro per i paesi arbereshe di rito greco-ortodosso a restaurare icone bizantine e Carlo Dramis, uomo ossessionato dall'idea del viaggio e da oscure minacce.

Il nuovo libro di Abate: nel segreto di Laura la storia di un popolo

(www.ilcrotonese.it venerdì 27 gennaio 2006)


E' uscito il 27 gennaio in tutte le librerie italiane l’attesissimo nuovo romanzo di Carmine Abate, “Il mosaico del tempo grande” (Mondadori, pp. 240). E’ una storia affascinante e avvincente fin dalle prime pagine: in una calda, luminosa estate del nuovo millennio, nella piazza assolata di Hora, paese di Calabria fondato secoli fa da esuli albanesi, si ferma un autobus e ne scende una splendida ragazza bionda con un bimbo fra le braccia. Ad assistere al suo arrivo c’è Michele, un giovane fresco di laurea che sta trascorrendo l’ultima estate al paese, prima di emigrare al Nord in cerca di un lavoro. Ed è proprio Michele, grazie alla curiosità inesausta per le storie della sua gente, a scoprire il segreto di Laura Damis, la bionda sconosciuta, e del bambino che porta con sé.
A guidare il giovane nell’indagine sul passato, a raccontargli le vicende degli antenati albanesi – dall’eroe Scanderbeg al coraggioso papàs Dhimitri Damis – e quelle più vicine e misteriose che hanno condotto il padre di Laura, anni prima, a lasciare Hora per sempre, è Gojàri, cioè Boccadoro, l’artista che ha mille storie nella bocca, tutte vere e preziose come i tasselli del grande mosaico a cui sta lavorando da tempo.
Nel corso di questa lunga estate mediterranea, come nello spazio concluso di una cornice, Carmine Abate dispone in maniera magistrale mille tessere colorate – un paese saccheggiato dall’esercito ottomano alla fine del ’400, le imbarcazioni dei profughi che lasciano la costa balcanica per cercare salvezza e libertà, il viaggio avventuroso sotto la guida di un papàs con la moglie incinta; e poi l’Albania di Enver Hoxha, la fuga d’amore oltrecortina di una fascinosa ballerina di Tirana; e ancora un gommone carico di disperati che affonda per colpa dello scafista, i sapori forti e piccanti della Calabria, il mistero di un tesoro nascosto, di un pugnale d’oro; e l’odio, la passione trasmessi per generazioni fino al momento della resa dei conti.
Il risultato è un emozionante “mosaico” costruito, come quello di Gojàri, con tessere di smagliante vividezza e con una lingua che accoglie nel suo flusso affabulatore tutta la musicalità e il colore dell’arbëresh, l’albanese antico, e del dialetto calabrese, in un singolare esempio di plurilinguismo che non rinuncia alla piana semplicità del raccontare.
Una costante delle opere di Abate è la vicenda di una formazione individuale che s’incrocia con la storia collettiva. In questo romanzo, l’iniziazione di un giovane all’amore e alla vita si confronta continuamente con una sottotraccia tesa e avvincente come un giallo e con l’epopea degli antenati, un vero e proprio romanzo storico. Perché l’avventura dei singoli rimanda sempre alle radici, a una storia lunga di passioni, di sangue, di ossessioni che passano intatte attraverso il “tempo grande” dei popoli e delle generazioni.



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