Incontro con la letteratura della migrazione
A cura di Paolo Trabucco IPSIA “Ercole I d’Este” - Ferrara

L'incontro con la letteratura della migrazione è stato proposto in una classe quarta e in una classe quinta.
Nel primo caso, dopo una introduzione tematica da parte dell'insegnante, sono state proposte ai ragazzi alcune letture estemporanee di autori stranieri. I testi sono poi stati oggetto di una analisi, prevalentemente di tipo tematica, durante la quale i ragazzi sono stati invitati a cogliere possibili suggestioni e, soprattutto, eventuali richiami a testi conosciuti.
Nel secondo caso, è stato offerto un più ampio ventaglio di proposte didattiche, ed è stata programmata la partecipazione della classe ad una giornata del convegno nazionale "Culture e letteratura della migrazione".
Nella classe quinta, dopo una introduzione sul tema della letteratura della migrazione fornita dall'insegnante attraverso una piccola dispensa, è stata affrontata la lettura integrale del romanzo di Pap Khouma Io venditore di elefanti. Sono poi stati presentati alcuni racconti: L'equilibrista e Linea B di Christiana de Caldas Brito; Ma dove andiamo? Da nessuna parte solo più lontano di Tahar Lamri.

Una pista di lavoro
Il percorso didattico è stato guidato dalla convinzione che la letteratura della migrazione forse meglio di altri strumenti ci consente di confrontarci con altre culture, con altri mondi, sperimentare nell'immaginazione condizioni umane, visioni del mondo lontane o contrapposte, innescare la disponibilità ad ascoltare e raccontare una storia diversa.
Si è cercato di cogliere, attraverso i testi, una traccia ricorrente: e crediamo di averla trovata nel senso dell'estraneità, smarrimento nei confronti del mondo, difficoltà ad adeguarsi alla realtà o ad essere accettati, problematica ricerca di una identità: temi, questi, fortemente presenti, in varie forme e modi, in tanta produzione letteraria.
Si è tentato poi un piccolo gioco (ci perdoneranno gli esperti veri di letteratura...): sono stati presentati ai ragazzi della classe quinta alcuni testi poetici di cui non è stato reso noto il nome degli autori. Si è solo indicato che tra di essi vi sono un emigrante italiano in Germania, poeti stranieri migranti e autori noti della letteratura italiana. I testi presentati sono: Il funambolo di Giuseppe Gambusso; un lirica del poeta albanese Gezim Hajdari, tratto dal volume Antologia della pioggia (Fara Editore, Santarcangelo di R., 2000); una poesia di Nelo Risi, tratto da Amica mia nemica (Mondadori, 1976); Girovago di Giuseppe Ungaretti, la poesia Note dell'italoargentina Sandra Clementina Ammendola.
I ragazzi hanno colto, al di là delle differenze stilistiche, le evidenti analogie tematiche ricorrenti nei vari testi, pur non riuscendo ad identificare con certezza la provenienza o l'origine dei possibili autori.
La conclusione provvisoria che in classe ne abbiamo tratto è che quando tra forme di arte, letteratura, poesia apparentemente distanti tra loro ritroviamo degli elementi di relazione, di somiglianza allora si potrebbe dire che dall'approccio interculturale (scambio, reciprocità a partire dalle differenze) si passa ad un approccio transculturale (ciò che avvicina e accomuna al di là delle differenze).
Il tema della "migranza", inteso come spaesamento, perdita di sè, smarrimento esistenziale, continua ricerca di una propria identità nella crescente complessità del "villaggio globale" si è svelato come significativa metafora della condizione dell'uomo contemporaneo, è stato così possibile reinterpretare in una luce diversa anche le opere di altri autori studiati nel corso dell'anno scolastico.
Il percorso ha fornito il pretesto per diverse attività didattiche. Il romanzo e i racconti hanno fornito materiale per esercizi di analisi del testo narrativo; la partecipazione al convegno ha fornito l'opportunità di esercitarsi nell'elaborazione di testi in forma di saggio breve e articolo di giornale. L'insegnante ha lanciato poi un’ ulteriore esca: quella di raccogliere dall'esperienza svolta personali suggestioni sul tema della condizione (reale o metaforica) del sentirsi straniero e fornirne una rappresentazione in forma lirica o narrativa. Di questa esperienza, raccolta solo dai più audaci o dai più incoscienti, rendiamo un piccolo estratto.


MI SENTO STRANIERO

Mi sento straniero quando tutti mi guardano
come se fossi un estraneo
Mi sento straniero quando tutti non capiscono
chi sono in realtà
Mi sento straniero quando tutti non mi considerano
Mi sento straniero quando tutti non mi ascoltano
o ridono di me
Mi sento straniero quando tutti mi guardano male
Mi scatta la voglia di evadere da questo mondo
e andarmene in un altro
Sono stanco di sentirmi un estraneo
di non essere capito, considerato, ascoltato
Non so perché e non so cosa fare
So solo che mi sento straniero

Andrea De Biagi


VITA

Vita che vieni veloce
vita che resti e spargi dolore
che fai andare e venire tristezza da ogni cuore
Lunga e felice, dicono, è la vita
ma a me pare triste e affannosa
come una faticosa corsa verso la cima
di una collina che sembra sempre in salita
Invece no
Siamo lungo una continua discesa
che porta forse alla follia
poi tu te ne fuggi via lontana
senza lasciare ricordo nella nostalgia.


Nicola Sasso

INCONTRO

Non scorderò
quel mattino
l'estate stava arrivando
generosa e tempestosa
verso di noi
fu un mattino di luce
il sole sfiorò le nostre dita
e ci spinse
a prenderci per mano
e lasciò che ti seguissi
sapendoti amica


Damiano Pavanini

Io distinto
Principe di me stesso
Cieco il mondo
L'occhio mio
e duole
vacante in un oceano
esule di emozioni,
distinte
da realtà sognate.
Follia poesia amata,
di reale virtù insignito
nella tenebra cado
negatami
l'attesa comprensione.


Elio Sambettini


LE TRACCE DELLA MEMORIA

Camminando tra sentieri notturni,
sentendo la brezza leggera del Nord
accarezzarmi i capelli,
io ricordavo la mia vita passata.

Nei deserti prati e nelle infinite brughiere
Il mio cuore a lungo viaggia
E la mia mente evoca i mitici canti
Di popoli antichi.
Le danze veloci accanto al fuoco e il
Gusto dell’incantato idromele
Mi ritornano alla mente.
Nato tra i boschi dorati dove la luce
Vola nell’aria.
E tra le fronde dei salici sempre sedevo
Ascoltando leggende remote.
In lontananza vedo ancora
Stendardi al vento.
Vedo cavalieri con armature lucenti,
odo il suono dei tamburi ed il rumore
dei corni frastuona ancora nell’aria.

Solo quando
Rivivrò
Questi momenti io sarò davvero
Felice.

Nicola Spalvieri

PIOGGIA

Tintinna
Scroscia
Rimbomba
Cadono dalle nubi
Simboli
Segni
Di sensibilità umana


ALBA

Il Buio
Svelto svelto
Si nasconde
La Luce
Con orgoglio
S’innalza
Ad Est

TRAMONTO

Il Sole si ritira
Ad Ovest
Muore la Luce
Le Tenebre innalzano
La Luna
Il loro stendardo

SOLE

Illumina e sparisce
Di giorno scintilla
Poi
Muore e rinasce
Nell’infinito

STELLE

Parlano
Di leggende e racconti
Milioni di occhi
Volti all’infinito
Guardano
I nostri passi
Ci guidano attraverso
Il buio
principesse del cielo

CANTO DEL SOLE E DELLA LUNA

Se la Luna brilla nel cielo
Fermati a guardarla.
Donale uno sguardo
Ed Ella ti sorriderà.

Se il Sole brilla nel cielo
Porgigli le mani.
Donagli un sorriso
Ed Esso ti mostrerà la Via.

Nicola Spalvieri

 

 


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