Il catalogo delle voci

di Davide Bregola

 

Davide Bregola
Il catalogo delle voci
CosmoIannoneEditore, 2005
Pagine 140 Euro 10,50

 

I cataloghi, semplici e fredde liste di oggetti e nomi utili ad elencare e ordinare, possono diventare regesti indispensabili quando sottendono poesia. Così come ci sono sonorità stonate che si sperdono nella massa dei rumori e non lasciano tracce, possono esistere “portatori di voci” che nulla hanno a che fare col fastidio del chiasso. I nove poeti migranti con cui ha colloquiato Bregola sono le “voci” di questo catalogo. Li chiamano creoli o meticci; si nutrono di speranze e attenzioni; donano versi nuovi nati da sedimentazioni e incroci, da generosità e accoglienza.
Nove poeti che contribuiscono a formare quella che Armando Gnisci si azzarda a definire la “Letteratura italiana del futuro”. "Aria dell'anima" la chiama una di loro.

(Dalla nota editoriale)

A proposito: un’introduzione
Di Davide Bregola

“Sembra che il poeta da noi considerato abbia
dato prova ben presto d’una certa sete di sapere
e l’abbia simpaticamente messa in luce, ciò che,
non occorre dirlo, è assai apprezzabile”

Robert Walzer, Vita di poeta

Il progetto del libro Il catalogo delle voci si è formato grazie alla benevolenza di poeti e poetesse migranti. I primi contatti hanno preso forma a partire da Maggio 2003, gli ultimi nell’autunno del 2004. Nel definire le modalità dei colloqui avevo ben chiara la mia idea di poesia. Sono un lettore di versi che non ne ha mai scritti nemmeno ai tempi dell’adolescenza. Non ho nessuna necessità di diventare poeta, semmai cerco di diventare un lettore più cosciente. La poesia mi deve una continua testimonianza di verità. Cosa vuol dire questo? Che nei miei incontri con i poeti ho cercato la verità del nostro tempo, anche se è un’immagine parziale.
“La verità del nostro tempo”, dice Raffaele La capria, “non è qualche cosa di palese, come i fatti riferiti dal giornale. Essa corre come un fiume sotterraneo sotto le apparenze illusorie del presente”. (1)
Dico questo perché parto dall’assunto che che tutti, per una ragione o per un’altra tendono a darci delle versioni di verità che il più delle volte nascondono menzogne più o meno interessate. La poesia, come qualsiasi altra forma d’arte, se è di valore aiuta nel destreggiarsi in mezzo a tutte le finzioni.
Sono andato alla ricerca di persone che fossero in qualche modo rappresentative nel mondo culturale contemporaneo e che avessero pubblicato poesie in antologie, plaquettes o riviste letterarie. Il modo di procedere è stato scandito da: lettura dei loro libri di poesie, contatto personale con ognuno di loro, telefonate, scambio di lettere, e-mail. In alcuni casi ci siamo incontrati in assemblee pubbliche, convegni, letture in biblioteca, poi i colloqui sono nati dopo aver trovato un’intesa personale e intellettuale. Quandoo è stato possibile, ci siamo rincontrati per parlare delle loro poesie, dei maestri, delle influenze tra culture, della loro idea di poesia, dei progetti. In altri casi abbiamo tenuto un dialogo a distanza con continue sollecitazioni reciproche. Sono nati dei colloqui che hanno la piacevolezza di lettura dei racconti di vita e l’intensità del saggio poetico.
I poeti presi in considerazione sono, in ordine sparso: Vera Lucia De Oliveira (Brasile), Arnold De Vos (Olanda), Marcia Theophilo (Brasile), Alexandra Dadier (Francia), Rosana Crispim Da Costa (Brasile), Jean Robaey (Belgio), Barbara Serdakowski (Polonia), Nader Ghazvinizadeh (Iran), Gezim Hajdari (Albania).
Oltre al risultato dei nostri incontri in forma di conversazioni, ogni poeta ha deciso di inserire poesie che ritiene tra le più rappresentative della sua opera. In alcuni casi si tratta di versi ripresi da libri pubblicati, in altri di testi inediti.
Oltre ai poeti migranti ho parlato anche con la poetessa e critica Mia Lecomte che da anni segue la letteratura migrante e che con le sue parole precise e la sua preparazione teorica è riuscita a darmi un quadro il più possibile completo dell’arte poetica contemporanea che questi scrittori, spesso in sordina, stanno edificando con passione e capacità generatrici.
Il catalogo delle voci, assieme a Da qui verso casa, Edizioni interculturali, Roma, 2002, in cui ho raccolto interviste a narratori migranti, forma un dittico la cui intenzione principale è di andare “a bottega” e imparare da loro ad apprezzare con maggiore consapevolezza poesia e narrativa. D’ora in poi, quando mi metterò alla prova, dovrò tener conto dei dialoghi e delle amicizie che si sono instaurati nel tempo.

(Mantova, 27 ottobre 2004)

(1) Raffaele La Capria, Letteratura e salti mortali, Mondadori, Milano, 2002


L'autore

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