Poesie di fine mondo

Candelaria Romero

Candelaria Romero
Poesie di fine mondo
Lieto Colle, 2010
Pagg. 82 Euro 13,00

In copertina:
Argentina, San Miguel de Tucumàn: sentiero de los Sosa, cartello stradale “Fin del mundo”.

Cinque sezioni per raccogliere riflessioni esistenziali, ricordi di luoghi, persone, le alterne vicende dell’amore e il rapporto con la scrittura. Il tutto osservato con gli occhi di una donna, poeta per gene e per dono, la cui voce giunge chiara attraverso lo scritto e la sua oralità.

Il viaggio non è iniziato
né il cammino concluso,
i saggi non hanno raggiunto l’esilio
né gli esiliati la saggezza”

Mahmud Darwish

 

Parte prima
 
*
Ho creduto
che sognare fosse già vita
oggi mi trovo
assassinata dal bianco delle lenzuola.
 
 
*
Stanotte ho parlato con Dio
ci siamo guardati negli occhi
senza preghiere né gocce di battesimo
ci siamo scambiati idee, parole
ho chiesto del suo corpo
non sempre ha risposto:
solo l’aria cambiava dei sospiri direzione.
Abbiamo parlato di te dell’assenza del vuoto
del peso della fame che non è fame
e poi           nel momento del saluto
è tornato il silenzio.
Stanotte ho parlato con Dio
senza chiamarlo per nome
è bastata la notte
un buon bicchiere di vino
il suo rosso sangue
dentro.
 
 
Parte seconda
 
PORTO SAN GIORGIO
 
Si chiamano alpargatas
qui dicono espadrillas
importante è la iuta che avvolge il piede
opportuno schivare pozzanghere
evitare lo sporco del mondo
scarti dimenticanze del cielo.
Erranze fragili le mie alpargatas
delicate compagne di viaggio
prudenza nel passo
raccolgono sospiri del mare.
 
 
IL PONTE
 
Su un ponte di Buenos Aires
corpo impiccato.
Sul collo il cartello dichiara;
“morta perché guerrigliera”.
Trenta anni dopo possiamo seppellirla.
Odore di ossa
visi tornano ad amarci ancora.
 
 
Parte terza
 
 
MADRE LUPA
 
a mia madre lupa, Marisa

Arrivi
la pancia la mandibola s’induriscono
domande tornano
lente ingrandisce separa riordina scarta rimette
versi riempiono pareti
le parole hanno un proprio ordine nel cosmo
fino a non riconoscersi più
mentre profumi un angolo di grattacielo.
Madre lupa rintana ieri.
 
 
POETA DI CAMPAGNA
 
a Mario Romero

Dopo la morte i colori
pelle di sabbia
grigio dei cappelli
guance gialle
palpebre arate da una linea bianca.
L’alba rapisce i colori
respiro lento accompagna i sassi
e tu ricordi lontanamente il viso di questa terra.
 
 
Parte quarta
 
 
FARE L’AMORE
 
Ruvide mani di uomo
sulla testa sul sesso
gli estremi cullati
liquidi fertili
 
nascere ancora.
 
 
*
L’amore mi veste
tocca straniero amante
i fiori sulla pelle ricamata.
 
 
Parte quinta
 
 
*
 
Non esiste poesia per scaldare cuori
ma morte o se volete suicidio.
Strangola la china nera il bianco delle pagine
chiede ossigeno che qui fra le righe non trova
punti tagliano il fiato
pagine calpestate di errori
e tu arriverai puntuale
un attimo dopo la fine
dando un senso a questa frase.
 
 
POESIA
 
Colomba nervosa posa zampe su cumuli di spazzatura
sole democratico illumina discariche
in cima la punta risplende
l’alata depone splendore.

 

 


 

 


L'autrice:

Candelaria Romero è nata nel 1973 in Argentina da genitori poeti. A sette anni inizia la sua formazione artistica diplomandosi nel 1991 presso il Ginnasio d’Arte Drammatica di Stoccolma (Svezia). Dal 1992 produce e presenta in giro per l’Italia le sue opere di teatro civile e di poesia. Cofondatrice della rivista web di letteratura della migrazione «El Ghibli», è inclusa nell’antologia Ai confini del verso. Poesia della migrazione in italiano, a cura di Mia Lecomte (Le Lettere, 2006). Ha partecipato con le sue opere teatrali e le sue poesie a convegni nazionali ed internazionali e i suoi lavori sono stati pubblicati in diverse riviste di poesia, didattica e filosofia. Nel dicembre 2008 vince il premio naziona­le “Bianca Maria Pirazzoli” come migliore attrice. Nel 2010 pubblica il libro “Poetica e teatro civile – tre monologhi per Amnesty e Survival”, raccolta drammaturgica dei suoi lavori di teatro civile (Aracne).

Approfondimenti su Vocidalsilenzio:

Legge Bossi-Fini1 

Legge Bossi-Fini2

 


 

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