Portami
il sole nella mia stanza buia,
la luce,le ali per volare nella memoria
delle tue melodie e canti
e illuminarsi con le tue conchiglie
appese davanti al tempio del verbo:
il firmamento che traduce i tuoi versi
pronti a dipingere il letto della luna.
Hai cantato il silenzio
nelle penombre
seduto in mezzo nel tuo prato;
hai pitturato l’anima del deserto
nelle tue opere,l’impasto delle tue armonie
che al tramonto rinfresca le bocche orfane
senza voce e senza fiato.
Tra la luna e il sole
sei il filo sottile dell’immortalità
e nelle albe secolari seducenti
il tuo nome che rinverdirà i ricordi.
Se i tuoi brani
fulminano come il braciere,
la tua lingua di calore fruscia il cuore
- il dominio che hai sempre custodito
con la freschezza delle tue lettere
appese come cornice nei confini della terra.
Tra
l’antico canto dei cantori
e i dolci alveari delle api nelle alpi;
Tra la ragnatela come lo specchio della tua arte
e il fulmine delle assonanze sciolto nelle consonanti
strapperò la tua stimata piuma
per pitturare il tuo nome.
Dimmi solo in sogno dove sforni i tuoi canti
per fingere,figliare le mie strofe.
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Poema inserito nell’antologia
del Premio di Cormòns
La
linfa che canta
Ho seminato il seme,è fiorita una pianta
ne ho scolpito una piuma e nella linfa un inchiostro,
il fogliame il messaggio sublimo come edificio.
Sforni i tuoi versi nelle gallerie di pace
che scintillano come il braciere dei vulcani;
partorisci le righe fresche nelle albe sterili
affinché i popoli seppelliscano le discordie delle anime.
Linfa schiumeggiante,spalanchi i cuori cristallini
per respirare aurore promettenti;
tradisci gli applausi dei trionfatori della discriminazione
e dalla tua voce fertile,canti il gioiello della gloria.
Dai tuoi occhi di smeraldo,che il tuo sguardo canti
l’alba frizzante e accenda le fiaccole della fraternità
fra i popoli.
Sii il poeta ai versi di verità e rialzati dai Balcani,
calpesti la terra profumata d’Oriente
per sollevare il sogno dei popoli: il verso dell’amore universale.
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