Incontro con Alberto Masala
A cura di Silvia Gallotta, Maura Tortonesi, Edda Tugnoli -
(IPSSAR "O. Vergani" - Ferrara)

L'esperienza effettuata sui temi della letteratura della migrazione ha attivato negli studenti un positivo processo di conoscenza di sé e comprensione dell'altro attraverso il medium della cultura, facendo toccare con mano il legame tra scuola e realtà vissuta, formazione culturale e sviluppo della personalità.
Notevole è stato il grado di coinvolgimento e lo scambio comunicativo è diventato ricchezza dialogica nel riconoscimento dell'appartenenza che ha favorito, attraverso il confronto con altre culture, un processo di integrazione che difficilmente avviene in un normale contesto sociale.
L'incontro con il poeta Alberto Masala ha fatto comprendere agli alunni che la lingua è formata da tanti linguaggi, hanno imparato ad utilizzare diverse forme espressive e codici ed hanno acquisito l'abitudine di preordinare concetti ed idee. Tutto ciò ha stimolato la progettualità e la comprensione di alcune problematiche significative del mondo contemporaneo: viaggi ed incontri attraverso la poesia ed il racconto, senza confini e senza frontiere, per liberare ogni essere umano o prigioniero, per renderlo visibile alle coscienze, per stabilire dei ponti di comunicazione e di scambio civile tra le diversità culturali ed etniche, nella speranza di una convivenza pacifica.
I testi che seguono sono stai realizzati dai ragazzi e raccolti in un piccolo fascicolo, a memoria di questa bella esperienza.

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Mille colori,
mille racconti
mille lingue,
mille religioni,
un unico mondo

Primavera
Camminavo sull'erba,
scivola una goccia di rugiada,
nasce un fiotre...
Speranza

Gaia Bazzanini - 4G

Silenzi
Silenzi che cambiano,
parole che inciampano.

Nessuno li ascolta,
qualcuno li pensa.

Difficili da sentire...profondi.
Giungono al cuore.

Lamenti di un bambino,
una carezza...

Momenti...
Attimi di poesia.

Silenzi...
Di leggerissima armonia

Nicola Del Vecchio - 4G

Il tuo ricordo
La luna mi guarda dal cielo,
sotto mille occhi di stelle
il vento mi porta il tuo profumo.
Rivedo i tuoi occhi, il tuo viso,
ti sento nell'anima.
Un'immagine: noi due verso l'infinito.

Valentina Franchini - 3G


Tumulto
Sento l'anima mia...
Pieno delirio.
Sento fischiare il vento,
sento il mare burrascoso.
Cresce la voglias di cambiare,
cambia il volere di sognare.
Ideali svaniti,
sogni finiti:
vuoto spirito
disperazione, terrore, angoscia.
La voglia di sognare è svanita,
svanita stanotte,
notte di guerra.

Ricordo
Un dolce profumo,
lontano e tenue, un'immagine sfuocata,
un ricordo lontano,
caro e malinconico.
Sfoglio le antiche foto
Di un passato felice:
parlano le immagini,
narrano di povertà,
di spensieratezza e di eventi.
Corre il ricordo di quel tempo,
quel tempo in cui si poteva ancora sognare.

Beatrice Giovannoni - 4G

E' Guerra
Tramonto di paura,
crepuscolo di terrore,
lotta per il sopravvento.
Speranza di una nuova alba
Più luminosa e serena

Silvia Guglielmi - 4G

Occhi tristi
...e cogliere dal profondo
un richiamo disperato:
affetto e comprensione.

Chiara Ramponi - 4G

Ed ora?
Tu...
Piccola stella del mio cielo
Non mi hai vista piangere
O chiedere al mio cuore
Di dipingere il mio amore per te...
Una sera,
al tramonto,
leggendo della vita il racconto
ti persi per sempre...
mentre i tuoi occhi
dicevano ai miei,
rimani sempre quella che sei,
le tue mani
mi accarezzano il viso
e così...
rimase in me
sempre vivo,
quell'ultimo sorriso...
Dal volto,
lacrime calde...

Manuela Mantovani - 4G

Ho aperto la mia finestra
Ho aperto la mia finestra
Al sole:
ho aperto la mia porta
all'amicizia:
ho aperto il mio libro
alla lettura:
ho aperto la mia mano
agli altri.
Il cielo si è fatto nuvoloso
E il sole s'è coperto:
il vento si è un poco alzato
e la porta si è chiusa sbattendo:
il libro è rimasto aperto
dove il sonno mi ha preso
e la mano si è chiusa
stringendo il sogno

Anna Casotti - 4G

Emozioni silenziose
Tutto tace.
Alcuni bagliori notturni,
il resto buio.
Tutto riposa,
tranne l'emozione
sempre chiara,
sempre aperta,
sempre viva
per colmare
tante notti silenti.

Cinzia Pavan - 5G

Ultima notte
Tenera notte,
notte di silenzio,
notte di luna,
un riflesso di vento...
Così,
mano nella mano,
ci smarrivamo
nell'incredulità del sogno,
inseguendo
i nostri muti pensieri.
Foglie già secche
ci accarezzavano il viso
una leggera foschia
saliva dal fiume,
erba e ricordi
velati di brina.
L'eco del mio cuore
Svaniva
Tra gli alberi scuri,
nel sentiero di fango,
i miei occhi piangevano amore,
tristezza,
paura.
Non posso lasciarti,
gridavo
e sussurravo
e imploravo,
stordita
dall'aria di nebbia
e di nuvole,
stremata,
senza più dolore.
Cosa c'è,
mi ha chiesto il tuo sguardo.
Nulla.
E' solo che non posso,
non posso lasciarti.

Ilaria Previati - 5 G

Voci di notte
Chiudo gli occhi
E ascolto il respiro
Della notte.
Forte rimbomba
L'eco dei ricordi
Sparsi nella mente
Come sogni.
E del vento
Che i capelli m'accarezza
Odo il sussurro della brezza.
Alla luna si dondola
L'ultimo sogno,
promessa a un cuore,
vedovo d'amore.

Eleonora Bisgazzi - 5 g

Sento
Sento un piccolo sussurro nella notte.
Sento un tenero sospiro.
Sento un dolce bisbiglio di parole:
è solo il mio cuore.

Chiara Rosignoli - 5G

Mancanza
Un profumo d'incenso e di petali di rose
Invade questa stanza.
Sento ancora la musica
Dei tuoi passi
Giungermi nell'anima.
Sento una mancanza
Nel cuore,
unpeso nell'anima.
Un'assenza grigia...
La tua...

Elena Stefanin - 5 G

La Clessidra
Quando sono nato
Portavo in mano
Un pugno di sabbia.
Lho stretta forte
Pensando di trattenerla
.
pian piano è diminuita,
è scivolata,
si è consumata,
inesorabilmente,
tanto che ora,
tra le mie dita,
non mi ritrovo che qualche granello.

Mauro Ventura - 4 G

Non capisco
Gli altri non capiscono.
Isolato da un modo diverso dal mio.
Sofferenze, incomprensione.
Un lungo viaggio
In una vita diversa.

Erica Vergnani - 5G

Lettera d'amore
Calda scende una lacrima,
bagna il viso,;
speranza di rivedere chi si ama.
Attimi amari,
di solitudine.
Interminabili istanti
Interrotti da una voce amica,
che ti consola.
Migliaia di uomini
Sanno che la morte li attende.
Coraggio,
voglia di strappare alla mano nera
migliaia di innocenti.
Morti così,
per chi non sa cos'è l'amore;
nel sangue solo odio.
Giustizia.

Marco Veronesi - 4G

Dalla Mesopotamia al Bel Paese
Le avventure del giovane Yacoub

Cosa avesse spinto quel giovane ragazzo di venti anni a iniziare la sua avventura italiana, non si sa.
Il concetto doi bel Paese, in quell'area compresa tra il Tigri e l'Eufrate, dove un tempo si erano sviluppate le affascinanti civiltà mesopotamiche, non era molto chiao per molti ragazzi; ma il giovane Yacoub aveva forse voglia di conoscere il mondo, di acculturarsi per poter avere poi un futuro migliore, sia per lui che per la sua famiglia. Essere l'erede di una piccola dinastia di proprietari terrieri non lo affascinava molto quindi "Carpe diem". Esatto! Decise di cogliere l'attimo, di sfruttare la possibilità che il vecchio continente avrebbe potuto dargli. Ma dove andare per poter iniziare la carriera di studente universitario? Spagna, Francia (il suo ex paese colnizzatore) o l'Inghilterra, in piena era Bbeatles? Ma no, meglio l'Italia, popolo caldo vicino a casa e...buona cucina! Mise in valigia le poche cose che aveva, ricevette la benedizione dei genitori e iniziò la sua avventura...era il 1968, il mondo stava subendo radicali cambiamenti, gli hippies predicavano la pace, le donne manifestavano per le pari opportunità. Martin Luther King veniva assassinato, i Beatles spopolavano, la guerra in Vietnam lasciava increduli tutti quanti.
Anche Yacoub voleva radicali cambiamenti e arrivò così nel Bel Paese: l'Italia! Quel profumo di storia, quel profumo di Mediterraneo...quel profumo di cibo (avrà pensato sicuramente Yacoub).
Come ogni volenteroso straniero, dovette come prima tappa trasferirsi a Perugia all'Università per stranieri, per imparare ad avere più dimestichezza con la la lingua e per riuscire ad inserirsi meglio nella società in questa tranquilla città del centro Italia. Passò qualche mese e il buon Yacoub si trasferì a Firenze per iniziare, presso l'Università, la facoltà di ingegneria; nella culla del rinascimento rimase due anni, conobbe alcuni suoi compaesani anche loro in cerca di fortuna e iniziò davvero ad ambientarsi e ad innamorarsi sempre più di questo paese. A Firenze, però, la facoltà prevedeva solo il biennio e dovette quindi trasferirsi di nuovo per concludere i suoi ardui studi. Decise quindi di iscriversi all'università di Bologna, la più antica d'Europa, la quale comprendeva almeno 50000 studenti (anche se l'Università stava attraversando uno dei periodi più delicati della sua storia).
Erano gli anni delle Brigate rosse, e tutto ciò non so se avrebbe potuto giovare al giovane Yacoub, ma lui di politica non si interessava e lo studio era la sua fonte di sopravvivenza. Andò dritto per la sua strada, iniziò sempre più ad apprezzare questa città re questa nazione; sotto le due torri iniziò a scoprire una cucina divina e ipercalorica, piatti come lasagne e tortellini lo mandavano letteralmente "giù di testa", amava ascoltare Gianni Morandi e il suo idolo Battisti, quando poteva si recava allo stadio per seguire la squadra della città, "il Bologna", e, come hobby, gli piaceva giocherellare a ping pong, tanto che vinse il torneo studentesco, inoltre praticava uno sport non tanto popolare in Italia: il rugby.
Un bel giorno, il giovane Yacoub tornava da Venezia verso Bologna in treno in compagnia di un amico: i due si erano recati presso la Serenissima per aumentare il loro bagaglio culturale. Il treno era pieno di gente e i due ragazzi non riuscirono a trovare un posto libero, ma, fortunatamente, alla fine ne videro, in uno scompartimento, due. Vi erano una signora di mezza età e una ragazza, quasi coetanea di Yacoub. Yacoub e il suo amico, attirati forse dalla bellezza della ragazza, iniziarono a dialogare con lei. Si chiamava Laura, aveva 27 anni, era una affermata impiegata in una famosa ditta bolognese, era di origine veneta ma risiedeva nella città felsinea da parecchio tempo; i ragazzi conversarono per tutto il viaggio, tanto che decisero di tenersi in contatto.
Passò ancora un po' di tempo e Yacoub, a forza di frequentare Laura, se ne innamorò.
Fortunatamente per lui, lei ricambiava il suo amore e decisero di fidanzarsi; arrivò, con molti sacrifici, anche la laurea in ingegneria con un punteggio di 73/100. Intraprese la professione di ingegnere, si sposò con Laura e comprarono una casa piccola e modesta, inoltre vi era...un primogenito in arrivo. Il resto è storia presente: Yacoub non è più giovane, ha tre figli (che lo fanno sempre innervosire e che studiano all'università...tranne uno) ma ha deciso di trascurare la professione di ingegnere e di aprire una piccola società di import-export. Con le sue "fatiche" ha dato il buon esempio ai suoi fratelli che si sono laureati, ora vivono in America e fanno i medici.
Yacoub è mio padre, è italiano, ama le sue origini e ama il paese che lo ha ospitato e gli ha dato la possibilità di avere un futuro migliore.
Milioni di italiani sono emigrati all'estero in cerca di fortuna e molti l'hanno trovata, hanno tenuto alti i principi morali di questa nazione diffondendoli in tutto il mondo. Milioni di persone emigrano tutt'oggi per sfuggire alla povertà e, spesso, alle guerre. Un concetto ggiusto di immigrazione e emigrazione è che ogni paese dia la possibilità a qualsiasi persona volenterosa di inserirsi e cercare un futuro migliore, ma un immigrato deve, a sua volta, rispettare ed imparare ad amare il paese che lo "ospita" ...proprio come il giovane Yacoub.

Andrea Aslo - 5 G

 


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