Vocidalsilenzio - Un'altra cronaca è possibile

 

 

La “rom” e la “sosia”

di Alessandro Ghebreigziabiher

Mi è sempre piaciuto leggere storie. Anche per questo le scrivo e le racconto. Credo sia un bel modo per giocare con le parole. Tuttavia, qualsiasi bel gioco dovrebbe avere delle regole, altrimenti, come mi disse un giorno un tale, si divertono in pochi e molti non si divertono affatto.

Veniamo ai fatti. Giovedì pomeriggio leggo sulla versione on line di Repubblica (http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/esteri/rep_esteri_n_3305264.html) la seguente notizia: Una bambina che somiglia a Denise Pipitone, scomparsa quattro anni fa in Sicilia, è stata segnalata sull'isola greca di Kos. La descrizione di Denise coincide con la minore trovata a Kos, con particolare riferimento ad un segno su un occhio. La piccola ha tra i sei e gli otto anni e parla perfettamente l'italiano. Proprio questo particolare aveva impressionato una turista italiana, che secondo quanto riportato dai media locali, tornata in Italia dalle vacanze, aveva denunciato alla polizia di essere stata avvicinata da una minore che vendeva souvenir. Secondo quanto riferito dalla polizia locale, il 2 settembre l'Interpol, che sta indagando sull'identità' della bambina con le analisi del Dna, ha informato le autorità greche, che hanno arrestato la madre della piccola, di nazionalità albanese. Un portavoce della polizia ha confermato che la bimba parla italiano, lingua assolutamente sconosciuta alla mamma.

Sapete, a forza di occuparmi di storie, la mia mente è portata per natura a dubitare di quel che legge.

Non per diffidenza, sia ben chiaro, ma perché so che quando racconti qualcosa che desideri venga considerato credibile, devi valutare attentamente la coerenza dei fatti, altrimenti, soprattutto per uno come il sottoscritto, che predilige le narrazioni con un pizzico di assurdità, il compito diviene veramente arduo.

Cosicché, la prima cosa che ho pensato è stata questa, credetemi: e se la bimba di Kos fosse invece la vera figlia della donna arrestata?

Un pensiero fuggevole, che mi ha sfiorato e se n’è andato per conto proprio.

Un pensiero che è tornato a bussare alla porta del mio intelletto quando più tardi ho letto quest’aggiornamento (http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/esteri/rep_esteri_n_3305290.html): "Sto con i piedi per terra e non voglio esultare prima di avere la certezza assoluta". E' il primo commento di Piera Maggio, madre della piccola Denise scomparsa il primo settembre di quattro anni fa da Mazara del Vallo (Trapani), riguardo alla segnalazione di una bambina di otto anni nell'isola greca di Kos che parlerebbe un perfetto italiano. "Non è la prima segnalazione che riceviamo - continua la donna - e aspetto di conoscere il risultato dell'esame del Dna che dovrebbe essere effettuato in queste ore". La bambina a Kos è stata segnalata da una turista italiana, rimasta colpita dalla padronanza della lingua italiana della piccola, mentre non parla italiano una trentenne che sosteneva di esserne la madre. Un campione di sangue della bambina è stato inviato in Italia per accertare la possibile compatibilità con il Dna di Denise Pipitone, che compirà 8 anni il prossimo ottobre.

Ammetto di avere una fervida immaginazione e, senza volerlo, mi sono figurato questa donna che, vedendosi strappare dalle mani la propria figlia, gridava a destra e a manca di esserne la madre. Che volete, noi innamorati della fantasia, spesso preferiamo credere a ciò che ci affascina, piuttosto che alla cruda realtà dei fatti.

La mattina del giorno seguente, vengo riportato alla notizia in questione dal titolo di questo articolo (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=289860): Una bimba identica a Denise trovata in Grecia con una rom: Potrebbe essere lei, la piccola Denise Pipitone, scomparsa 4 anni fa dalla Sicilia, la bimba scovata da una turista italiana a vendere souvenir accanto ad un bazar a Kos, isolotto dell'arcipelago del Dodecanneso.

Arriva dalla Grecia forse la svolta nel giallo della bimba di Mazara del Vallo svanita mentre giocava davanti l'abitazione della nonna il primo settembre del 2004. Per fugare ogni dubbio si attende la comparazione tra il Dna della bimba ritrovata e quella della mamma di Denise. È stata una turista italiana, in vacanza in Grecia, a notare una bimba molto rassomigliante a Denise (tra l’altro presenta un segno sotto l’occhio sinistro proprio come la piccola sparita). Ma il particolare che ha colpito di più la donna è stato che la piccola dell'età di sette, otto anni, parlava perfettamente l'italiano a differenza della sua presunta mamma, una rom albanese di trent'anni. Tornata in patria la turista ha raccontato tutto alla polizia che in meno di 24 ore ha rintracciato, tramite l'Interpol, la bimba e la presunta madre. Messa alle strette l'albanese è caduta in contraddizione. È scattato così il test del Dna che ha evidenziato ancora un altro strano particolare: non vi era consanguineità tra lei e la ragazzina. Dunque non poteva essere sua figlia.

Ecco, a questo punto, anche un dubitatore di professione come me ha cominciato a vacillare e a vedere sgretolarsi l’immagine di cui sopra, con la madre singhiozzante, che reclamava il proprio diritto alla figlia.

Più tardi, stavo per gettarmi all’inseguimento di altre fantasie, tipico vizio di noi inguaribili visionari, quando un altro titolo ha riportato la palla al centro: (http://iltempo.ilsole24ore.com/adnkronos/?q=YToxOntzOjEyOiJ4bWxfZmlsZW5hbWUiO3M6MjE6IkFETjIwMDgwOTEyMTEzNzM1LnhtbCI7fQ==): Legale famiglia, bimba non parla Italiano ma siamo speranzosi: “Abbiamo avuto conferma ufficiale che la bambina segnalata in Grecia parli solo poche parole di italiano, ma noi siamo comunque speranzosi anche se non entusiasti”. Lo ha detto l'avvocato Giacomo Frazzitta, legale della famiglia di Denise Pipitone, la bambina di 4 anni sparita nel 2004 da Mazara del Vallo. “Da fonti giudiziarie -ha detto Frazzitta- abbiamo appreso che la bambina notata da una turista italiana a Kos, dice solo poche parole in italiano, legate soprattutto alla vendita della merce”. Ma la famiglia di Denise, prima tra tutti la madre Piera Maggio attendono con fiducia l'esame del Dna atteso tra oggi e domani. “Non riteniamo -ha detto l'avvocato Frazzitta- del fatto che la bambina non parlasse molto bene l'italiano sia un grosso problema. Ma stiamo ad aspettare”.

“Ah!” ho esclamato tra me. “Qui qualcuno le spara grosse…”

Eh sì, perché La Repubblica di giovedì, a differenza de Il Tempo di venerdì, affermava che la bimba di Kos parlasse perfettamente Italiano. E Il Giornale, alle sette di venerdì, citava la prova schiacciante del DNA che, sempre per Il Tempo, ci sarà tra oggi e domani. In altre parole, lo devono ancora fare, questo benedetto test.

A questo punto, come è facile prevedere, la poveretta, privata ingiustamente di sua figlia, è riapparsa sullo schermo segreto che nascondo nella mia testa.

Il tutto nonostante, lo dico con orgoglio, quel che ha affermato il prefetto della Regione dell’Egeo (http://www.ansa.it/site/notizie/regioni/sicilia/news/2008-09-12_112271638.html): Il prefetto della regione dell'Egeo ritiene che la donna albanese trovata con la bimba che somiglia a Denise non ne sia la madre. Il prefetto Maria Kypreou, citata dalle tv, ha aggiunto tuttavia che si tratta di una sua opinione personale. Intanto è giunto da Kos il materiale biologico dell'albanese, dopo che ieri era pervenuto già quello della bambina, per fare il confronto del Dna. Se la rom non risultasse la madre della piccola, allora si confronterà il Dna della madre di Denise.

Il disegno creato dalla mia testarda inventiva ha resistito anche al seguente articolo (http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Sicilia.php?id=1.0.2479989654): "Siamo tutti in fibrillazione in attesa di conoscere l'esito dell'esame del Dna della bambina segnalata in Grecia. La Procura di Marsala ci ha detto che le analisi comparative dovrebbero arrivare entro oggi". Lo ha detto all'ADNKRONOS l'avvocato Giacomo Frazzitta, il legale della famiglia della piccola Denise Pipitone, la bambina di Mazara del Vallo (Trapani) scomparsa l'1 settembre del 2004. Ma le autorità greche hanno fatto sapere che ci vorranno alcuni giorni prima di avere l'esito dei test. Intanto, “abbiamo avuto conferma ufficiale che la bambina segnalata in Grecia parla solo poche parole di italiano, ma noi siamo comunque speranzosi anche se non entusiasti” ha detto Frazzitta. “Da fonti giudiziarie - ha proseguito - abbiamo appreso che la bambina dice solo poche parole in italiano, legate soprattutto alla vendita della merce”. Ma la famiglia di Denise, prima tra tutti la madre, attende con fiducia l'esame del Dna. “Non riteniamo - ha detto l'avvocato - che il fatto che la bambina non parli molto bene l'italiano sia un grosso problema. Ma stiamo ad aspettare”. Il legale è comunque ottimista. "Mi hanno detto che l'esame dovrebbe arrivare nel pomeriggio di oggi - ha spiegato -. La madre di Denise, la signora Piera Maggio, è in attesa di conoscere il risultato". Poi ha aggiunto: "Ci aspettiamo una risposta immediata e, soprattutto, concreta per togliere qualunque dubbio su questa vicenda". Era stata una turista di Viterbo, in vacanza a Kos, un'isola della Grecia, a segnalare il 2 settembre scorso alla polizia greca la somiglianza della bambina, che dovrebbe avere tra i sei e gli otto anni, con la piccola Denise. Ora si trova ricoverata in un ospedale dell'isola dell'Egeo, per ricevere tutte le cure necessarie e sostegno psicologico. Con lei c'era una donna di 34 anni di origine rom che, dopo essere stata interrogata dalla polizia allertata dall'Interpol, ha ammesso di non essere la madre naturale della piccola.

Lo so chiunque avrebbe potuto dirmi: “’A bello, la donna ha confessato… Accetta la realtà, no?”

Che volete farci. Quelli come me preferiranno sempre le storie inventate a quelle tacciate come vere…

Se poi, dopo tutti questi autorevoli fiumi di parole, mi ritrovo davanti il seguente articolo, diviene difficile, a quarant’anni, cambiare atteggiamento (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200809articoli/36420girata.asp ): «E' la figlia della donna albanese» Non è Denise Pipitone la piccola trovata ieri in Grecia, nell’isola di Kios: lo si apprende da fonti dell’Interpol. «Al 99% non è Denise bensì la figlia dell’albanese», alla quale si accompagnava, dicono dalla Grecia dopo avere avuto i risultati, ancora informali, dell’esame del Dna. «I risultati ufficiali li avremo domani, attendiamo ulteriori disposizioni della magistratura». La madre di Denise, Piera Maggio aveva invitato alla cautela subito dopo la segnalazione che aveva scattato il tam tam mediatico e ancora si attiene ad un profilo di cautela, perché ancora non c’è stata una dichiarazione ufficiale da parte dei Ris di Messina incaricati di verificare la compatibilità del Dna della bambina segnalata nell’isola di Kios con quello di Denise. «Anche perché in ogni caso la madre - spiega il portavoce di Piera Maggio - e tutti noi siamo convinti che Denise sia ancora viva. E al di là degli scossoni mediatici continueremo a cercarla».

A parte il fatto che ho cominciato a dubitare anche di quale sia il nome dell’isola, Kos o Kios, a questo punto, oltre a rendere più vivida la scena della donna a cui è stata tolta la figlia e, soprattutto, della bambina che è stata separata dalla madre per i deliri di una turista, la mia testa ha iniziato ad innescare nella mia pancia un pizzico di rabbia e un assaggio di indignazione.

Oggi, sabato 13, queste due si sono fuse, facendomi letteralmente incazzare quando ho letto questa notizia (http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/altrenotizie/visualizza_new.html_761592717.html): Non è Denise ma Valentina la bambina di Kos, ed è già tornata insieme alla madre albanese e immigrata clandestina, che non è più in prigione ma agli arresti domiciliari. Gli esami del Dna parlano chiaro, c'è compatibilità ereditaria fra la trentenne rom e la bimba di circa 8 anni segnalata da una turista italiana il mese scorso. E quindi non è la piccola Denise Pipitone scomparsa in Sicilia oltre quattro anni fa. Il giallo è risolto, almeno per quanto riguarda il versante italiano. E madre e figlia si trovano adesso in un albergo di Kos, vigilate dalla polizia che ne mantiene segreto l'indirizzo. La madre sarà interrogata lunedì dal magistrato non più per il presunto rapimento ma per gli altri reati di documenti falsi e immigrazione illegale. Su di lei pende la concreta minaccia dell'espulsione. La notizia che la bimba non è Denise ha suscitato una palpabile delusione a Kos. Tra la polizia, ma anche tra i giornalisti locali che hanno seguito il caso e tra la gente comune. Speravano tutti di poter dare all'Italia la buona notizia, invece no. “Si c'è un po' di delusione perchè pensavamo, sognavamo, di avere ritrovato Denise, di avere risolto il dramma della madre, ci credevamo. Peccato!” dice all'Ansa Ioannis Ioannidis, direttore del quotidiano 'To Vima' di Kos. E fonti della polizia spiegano che fino all'ultimo, fino alla risposta inappellabile del Dna, gli indizi sembravano dare forza alla pista di Denise. “La bambina parlava italiano, anche se solo un po', aveva un segno sotto l'occhio sinistro, proprio come Denise” spiegano all'ANSA le fonti. “E poi ci sono state le contraddizioni della donna, la sua incapacità a spiegare come mai la bambina era la sola in famiglia a parlare italiano. E infine i precedenti penali della madre”. Questa era stata arrestata nel luglio scorso e trovata in possesso di documenti di residenza falsi e le era stato dato un ordine di espulsione entro trenta giorni. Ma l'albanese era rimasta in Grecia, come fanno tanti altri clandestini sottoposti a provvedimento di espulsione. Oggi, prima che fossero rivelati i dati del Dna, il prefetto per la regione del Dodecaneso, Maria Kypreou, aveva detto ai microfoni della tv di ritenere che la donna albanese rom non fosse la madre della piccola. Il prefetto aveva aggiunto che si trattava di una sua opinione personale, ma data dopo che aveva incontrato la bambina. Ci aveva sperato, oltre alla polizia greca, anche l'Interpol che ha svolto un ruolo importante di collegamento con l'Italia attraverso il suo funzionario ad Atene. Adesso la storia si è trasformata, da un giallo che poteva avere un lieto fine, in un dramma di cui non si conoscono ancora gli sviluppi: se cioè la madre sarà incriminata per gli altri reati ed espulsa e che ne sarà della piccola Valentina. Tutto dipenderà dal magistrato che la interrogherà lunedì.

Ricordate? Sono un sognatore, ma sono anche uno che di realtà tristi ne ha toccate tante con la propria mano. Sarà anche per questo che scrivo. Perciò, come mi succede spesso, dopo la rabbia è affiorata la solita amarezza. Sì, perché non posso evitare di pensare a quelle due, madre e figlia di serie B, categoria inferiore. Come dire, Rom, immigrati, clandestini. Dolore che non conta, sofferenza di contorno, drammi dell’isola di Kos o Kios, chi lo sa.

Ma tanto che importa, sono solo piccoli dettagli in notizie come tante

settembre 2008

 


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