madrelingua
di Julio Monteiro
Martins
Julio Monteiro Martins Euro 10,00
|
![]() |
Un romanzo che parla della stesura di un libro non portato
a termine, apparentemente senza motivazioni precise, un lavoro che forse
è un’autobiografia, forse un esuberante mosaico del nostro
tempo, di cui rimangono poche paginette, che il narratore – un
personaggio anche lui – come un moderno pittore, decide di pubblicare
così come sono. In queste pagine ci sono cenni sui personaggi, annotazioni sui luoghi e monumenti toscani, l’invenzione di un protagonista (probabilmente un alter ego), passionali figure femminili abbozzate, tutti calati nello scenario dell’Italia dei nostri giorni dove aleggia l’ombra di Lui (il cavaliere al governo del bel paese) e nell'intreccio che si dipana tra Firenze, Cartagena de Indias, in Colombia, Cuba e il Brasile. In una serie di frammenti pieni di un’ironia caustica, che si leggono con un piacere simile alla sensualità, il romanzo – che presenta spesso riflessioni sulla scrittura stessa e le sue impossibilità – procede in un ritmo vertiginoso, che raccoglie rimandi alle città del mondo, gli elenchi di libri e di film, le storie dei calciatori e dei bambini di strada, le canzoni e le musiche, gli aromi dei cibi e i sapori delle bibite. Tutto ciò concorre a catturare l’attenzione del lettore, sorprendendolo ad ogni pagina per alla fine avvolgerlo in un aura di complicità con i personaggi e con le insolite voci narranti. (dalla quarta di copertina) |
madrelingua di Antonello Piana È
arduo accostarsi a questo testo con le categorie narratologiche tradizionali.
In altri tempi madrelingua sarebbe stato probabilmente definito un
antiromanzo, ricco di digressioni come quelli settecenteschi alla
Tristam Shandy. O si tratta piuttosto di uno scheletro di romanzo
- composto non per caso da un insegnante di scrittura -, un’impalcatura
di romanzo come la Tour Eiffel è l’impalcatura di una
torre, una struttura autoreferenziale, un metaromanzo? Si può
affermare con buona coscienza che il tema di questo romanzo è
il romanzo stesso, che ci troviamo di fronte all’attacco premeditato
a una tradizione sopravvissuta a sé stessa. O meglio, qui non
si mette in dubbio la tradizione romanzesca in sé, quanto l’adeguatezza
del genere romanzo a trattenere le strutture liquide del mondo di
oggi. "Non è più possibile scrivere un romanzo,
e non è più possibile non scriverlo", si dice nell'introduzione.
In questo senso madrelingua è una sorta di requiem per una
certa società letteraria, per una cultura borghese europea
in fase avanzata, e ai più inconsapevole, di disfacimento.
|
Approfondimenti su Vocidalsilenzio:
La passione del vuoto (scheda bibliografica)
L'amore scritto (scheda bibliografica)
intervista a Julio Monteiro Martins