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10° Convegno Nazionale

Franco argento

Culture e letteratura della migrazione

Un altro sguardo

 

Ferrara 8 - 9 aprile 2011

Centro di promozione sociale “Il Quadrifoglio” - V.Savonuzzi, 54 – Pontelagoscuro - FERRARA (autobus n. 11)

 

PRESENTAZIONE

 

Anche quest'anno il Cies di Ferrara, Vocidalsilenzio e l'Associazione Cittadini del Mondo, con la collaborazione del Comune e della Provincia di Ferrara e della Regione Emilia Romagna, promuovono il Convegno Nazionale "Culture e letteratura della migrazione", giunto alla decima edizione, che si terrà nei giorni 8 e 9 aprile 2011 presso il Centro sociale “Il Quadrifoglio”, V.Savonuzzi, 54 – Pontelagoscuro - Ferrara (Autobus n. 11).
Come per le precedenti edizioni, l'iniziativa sarà dedicata in modo particolare agli studenti delle scuole superiori, presso le quali saranno avviati, nel periodo che precede il convegno, incontri con gli scrittori e attività sulla letteratura della migrazione e sulle tematiche dell'intercultura.

 

 

“Le parole della letteratura, i nostri sguardi, rispecchiati in quelli degli altri, favoriscono il dialogo fra le persone e le culture. Particolarmente importante oggi, quando le parole come ‘sicurezza’ e ‘stabilità’ nascondono chiusure razziste anche in una piccola realtà come Ferrara”

Francesco Argento

“Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo guardare le cose sempre da angolazioni diverse”

Robin Williams in “L’attimo fuggente” di Peter Weir.

«Il guardiano dovrà vegliare giorno e notte. Lo scritto prenderà il volo attraverso il patio, verrà lanciato da una terrazza. Il cielo è di colpo troppo vasto. Tutto da ricominciare».

Assia Djebar

“La sorpresa è vedere come anche la persona più comune in un certo momento della storia della narrativa europea divenga “altro”, inconoscibile , perturbante.”

Romano Luperini

Sono uomo di frontiera
ferito nella ferita
innamorato del Nulla
e dell’origine del freddo
sono uomo che vive
di poche cose
condannato alle frontiere
dalle frontiere
i miei occhi: sguardi incrociati
fra quelli che giungono
ed altri che partono
dentro di me sono
un po’ nessuno
e un po’ tutti
ubriaco di mondi

G‘zim Hajdari, (Stigmate/Vrag‘)


 

Questa edizione del convegno segna per noi una tappa importante. Varchiamo la soglia, del tutto immaginaria sì, ma per noi significativa, del decennale, il che ci regala un certo orgoglio e la gioia di avere materializzato quello che agli albori di questa esperienza sembrava un sogno mirabolante e sproporzionato.
Questo traguardo parziale ci induce a riflettere sulle esperienze di questi anni, sulle passate edizioni del convegno e ci suggerisce non tanto di riformularne l’impostazione, quanto di tentare di dare una leggibilità più esplicita e marcata a quelle scelte che anno dopo anno si sono imposte come sua cifra distinguibile, anche attraverso il confronto con i nostri ospiti e il pubblico di insegnanti e studenti che lo hanno attraversato, i quali hanno contribuito in qualche misura a caratterizzarlo attraverso un gioco di continue “reciproche ricezioni”.
Abbiamo concordato che d’ora in avanti il convegno sarà intitolato al nostro amico caro Francesco Argento che l’ha inventato e che ci ha dato il coraggio e la determinazione per realizzarlo, con lui e dopo di lui.
La locuzione “Culture e letteratura della migrazione” sarà sostituita da “Culture e letterature dei mondi”. Ci pare più appropriato. Non varieranno, almeno secondo le nostre intenzioni, intonazioni culturali, relazionali, organizzative e comunicative che ci hanno guidato sino ad ora.

Mentre scriviamo queste note di presentazione, gli equilibri economici e geopolitici del pianeta sono soggetti a profondi sommovimenti e scorrono sotto i nostri occhi scenari insoliti: le grandi potenze di ieri ridimensionano il loro ruolo internazionale; sotto il peso di una crisi di sistema alcuni stati occidentali sono addirittura alla bancarotta. Paesi che appartenevano fino a pochi anni or sono al cosiddetto Terzo mondo sono in testa alle classifiche che misurano le crescite del PIL. Il Maghreb è infiammato da un'ondata di rivolta popolare che cghiede più giustizia e più libertà: quelli che venivano considerati leaders moderati si stigmatizzano ora feroci dittatori. L'esplosione di protesta, ci dicono, è stata avviata dai nuovi media, i social network, i cui segnali si sono propagati per tutto il Nord Africa e il medio oriente. Tuttavia attraverso gli stessi media fatuichiamo a capire con sicurezza cosa accade a poche decine di chilometri dalle nostre sponde. Nel nostro paese crollano per incuria edifici che hanno resistito, senza di noi, per millenni; i rifiuti prodotti dal nostro stile di vita viaggiano da nord a sud, per poi tornare a nord e riaffiorare al punto di partenza contro ogni dichiarazione ufficiale del governo. Ed anche contro ogni buon senso. Finalmente è diventato reato abbandonare un cane, ma è legittimo “respingere” un naufrago. Gli studenti e i ricercatori universitari per occuparsi di cultura devono spostarsi dall’interno delle facoltà ai tetti degli edifici. Molti operai ed anche alcuni immigrati per rivendicare il diritto al lavoro, i primi, e il diritto di essere considerati persone prima che “clandestini” i secondi, si radunano sulle gru. Lassù, tutti, trovano, almeno momentaneamente, e finché dà loro vita una luce mediatica, un po’ di considerazione.
Immersi in una geografia del mondo che sembra andare alla deriva, per tentare di capire come vanno le cose occorre forse osservarle da una prospettiva insolita, essere attrezzati “all’inquietudine dell’inaspettato” (Iain Chambers). Sapersi rendere disponibili anche ad una prospettiva rovesciata; ad uno “scambio d’occhi” (Christiana de Caldas Brito), saper attivare un “doppio sguardo” (Serge Vanvolsem); sperimentare ed assumere consapevolmente una posizione “di frontiera” (Gloria Anzaldúa ), una condizione umana e culturale prossima all’esperienza del confine, del bordo, dei punti di passaggio, delle zone di soglia che consenta di praticare sguardi e visioni inedite. Di superare canoniche dialettiche duali attraverso la capacità di leggere criticamente e rappresentare molteplici idee di sé in rapporto all’altro.
Motivi, questi, che ci inducono a continuare a cercare nell'arte, nella letteratura (in particolare in quella cosiddetta “della migrazione”, ma più in generale nella buona letteratura) uno strumento di indagine degli inquieti “paesaggi migratori” che ci stanno intorno e dei quali facciamo parte.
Per comprendere il nostro tempo, e anche per avere la piena consapevolezza del nostro difficile mestiere di educatori (come è possibile imparare veramente dall’Altro? ) ci sentiamo di chiedere all'arte, alla letteratura non tanto di “trasformare il mondo” o di “cambiare la vita”, quanto di fornirci un orientamento in “questa nuova configurazione, aperta alle storie, alle memorie, alle possibilità che arrivano dall’altrove e emergono fra di noi” (Iain Chambers). Di mostrarci una voce capace di svelare le tendenziosità di ogni “pensiero unico”. E di essere in grado di stare tra le lingue, di migrare tra più sistemi culturali e linguistici: “dentro”, ma anche “sopra”, e in qualche modo “a cavallo” del confronto tra culture egemoni e subalterne. Insomma di offrirci la visione di “un altro sguardo”.

NNell'ambito della decima edizione del convegno presentiamo le seguenti iniziative:
Martedì 5 aprile ore 21 - Sala Estense – Ferrara
concerto Ensemble du Sud (Ingresso libero)

Venerdì 8 aprile, presso Mercatino del Libro e del fumetto (Via Scienze 12), ore 16.30
inaugurazione della mostra fotografica
“Sguardi incrociati. Tracce d'Africa”
alla presenza degli autori Bernardino Venanzi, Cheikh Tidiane Gaye e Donata Testa.

Ferrara, novembre 2010


IL CONVEGNO È RICONOSCIUTO DAL MIUR - UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE - CSA FERRARA COME ATTIVITÀ DI AGGIORNAMENTO PER L'A.S. 2010\2011 ( DD.MM. N.45 DEL 4 APRILE 2005 E N.51 DEL 18 MAGGIO 2005)


 



Per informazioni:

• tel. 3356542434
• E-mail: info.vocidalsilenzio@tiscali.it


PROGRAMMA

GLI AUTORI

COMUNICATOSTAMPA

 

con il contributo di

 

Provincia di Ferrara

Comune di Ferrara

 

Regione Emilia-Romagna


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