Lo straniero che è in noi. Sulle tracce dell' Unheimliche
a cura di Giorgio Rimondi
Giorgio Rimondi
(a cura di) |
"In un saggio del 1919, intitolato Das Unheimliche, Freud analizza il termine tedesco "heimlich" a partire dalla radice "Heim", che significa casa, verificando come nell'uso esso assuma significati diversi e talvolta contrastanti. tale ambivalenza si moltiplica nel negativo "un-heimlich", che in italiano viene tradotto con l'aggettivo "perturbante". Alludendo a un senso di pericolo collegato al nostro esistere, collegato ai temi della casa e dell'abitare, il perturbante ci mostra i fantasmi che popolano quella casa e inquietano il nostro abitare, segnalando così l'estyraneità che alberga al cuore stesso della nostra identità. "Perturbante" è dunque la nostra soggettività in quanto mancante di ogni garanzia, corrosa da un'irriducibile alterità che la destabilizza mentre la costituisce.
Sulla scorta dell'intuizione freudiana il libro esamina la vicenda del "perturbante" lungo il corso del '900 e fino a oggi, seguendo le tracce di un concetto che tende a configurarsi come il vero paradigma della condizione moderna e postmoderna." (dalla quarta di copertina)
"Il testo freudiano (Das Unheimliche . n.d.r.) segnala la condizione incerta e fluttuante del soggetto moderno, quello stesso soggetto che ai primi del Novecento la psicoanalisi stava iniziando ad indagare con modalità rivoluzionarie. Tuttavia esso non viene recepito nella sua portata innovativa per molto tempo, finché comincia a circolare inizialmente in ambito letterario. A partire dagli anni settanta diventa l'imprescindibile punto di partenza degli studi sulla letteratura fantastica, quella letteratura che introducendo nella narrazione elementi trasgressivi, elementi che sorprendono le certezze del lettore, tende a indicare un limite invalicabile dell'esperienza umana. Un interesse crescente comincia così a concentrarsi su das Unheimliche, producendo una swerie di investigazioni che coinvolgono la storia e la teoria letterarie, la filosofia, la storia dell'arte e, ovviamente, la psicoanalisi, e che contribuiscono alla creazione di un ambito di riflessione che ormai attraversa diverse aree di pensiero" (dall'Introduzione, di Giorgio Rimondi) Saggi di: Adone Brandalise, Annarosa Buttarelli, Massimo Carboni, Monica Farnetti, Marco Focchi, Giorgio Rimondi, Gian Pietro Storari |
Giorgio Rimondi
insegna Letteratura italiana all'Istituto Dosso Dossi di Ferrara.
Interessato alla possibilità di una critica interdisciplinare ha studiato
i rapporti fra duiversi ambiti espressivi, pubblicando studi sulla "Jazz
fiction" (Jazz-Band, Mursia, 1994; La scrittura sincopata, B.Mondadori,
1999) e curando i numeri 32 (2001) e 34 (2002) del quadrimestrale "Nuova
prosa", rispettivamente intitolati Letteratura e Jazz e Definire
il fantastico. Ha inoltre curato i volumi Lady day Lady Night. Interpretare
Billie Holiday, Greco & Greco, 2003; Le eccentriche. Scrittrici
del Novecento, Tre Lune, 2003; con Anna Botta e Monica farnetti; Amiri
Baraka. Ritratto dell'artista in nero, Scritture, 2006, con franco Minganti.