Scritti migranti per
volare alto sul razzismo
La sigla è di quelle che
più anonime non si può. Ma dietro il ddl 733 B si cela
una delle leggi tra le più retrive pensate dal governo Berlusconi,
cinicamente detta “pacchetto sicurezza”.
Dal 2 giugno 2009, giorno della sua entrata in vigore, la clandestinità
è un reato penale. Fuggire da un Paese in guerra, dalle torture,
dalla fame e scegliere l’Italia come approdo porta dritti in quei
lager che sono i Centri di identificazione ed espulsione. Oppure in
galera.I racconti contenuti in questa antologia sono stati scritti da
autori migranti e italiani. Voci, culture, pensieri diversi levati contro
una politica razzista che non può e non deve avere la meglio
sul nostro futuro. Impensabile senza immigrati. E senza l’arricchimento
che scaturisce dal confronto tra diverse culture.
Racconti di:
Julio Monteiro Martins, Pina Piccolo, Daniele Barbieri, Tahar
Lamri, Milton Fernàndez, Mihai Mircea Butcovan, Giuseppe Calabrese,
Raffaele Niro, Zhanxing Xu, Claudiléia Lemes Dias, Susanne Portmann,
Helene Paraskeva, Jorge Canifa Alves, Marina Sòrina, Ismail Ademi,
Leonardo Tondelli, Rosana Crispim Da Costa, Boidar Stanišic,
raphael d’abdon, Paolo Buffoni Damiani
Prefazione di Jean-Léonard
Touadi
«Presentarsi agli altri, gentilmente;
poi con un sorriso-maschera cortese ripetere due, tre volte il proprio
nome e cognome, esotici perché non italiani. [...] Ci sono però
immigrati che, oltre a presentarsi in modo borghese, potrebbero fare
altre scelte, soprattutto come testimoni della Storia.
Un giovane colombiano di nome Alvaro potrebbe presentarsi come colui
che ha vissuto l’uccisione di tutti i suoi novefamiliari, ed è
riuscito a fuggire perché voleva vivere malgrado tutto; un kurdo
di nome Jusef e sua moglie Aisha come coloro che su una zattera di gomme
di auto usate sono riusciti a raggiungere l’altra sponda di un
grande fiume in Iraq e a salvarsi dai loro persecutori»
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