Giovanni Battista Aleotti detto L'Argenta

Nacque ad Argenta in provincia di Ferrara nel 1546 e per oltre vent’anni, a partire dal 1571, lavorò in qualità di architetto e ingegnere al servizio del duca Alfonso II d’Este a Ferrara, dove, seguace del Palladio espresse questo suo stile in diverse costruzioni civili e religiose, chiesa di San Carlo, di Santa Barbara (1612), oratorio di Santa Margherita, le torri di San Francesco e del Palazzo della Ragione, la torre e la facciata di Palazzo Paradiso (1610) e la Porta di San Paolo (1612). La sua attività si manifestò anche come inventore e autore di macchine teatrali: nel 1592 fu chiamato alla corte di Mantova per un rappresentazione del Pastor Fido del Guarini e a Ferrara, al servizio di Enzo Bentivoglio, per manifestazioni cavalleresche dove macchine ingegnose trasportavano in scena musici e attori. Sempre per iniziativa del Bentivoglio fu eretto ad opera dell’Aleotti il teatro dell’Accademia degli Intrepidi a San Lorenzo, un teatro stabile ultimato nel 1606, complesso e articolato nella struttura con dotazione di scene mutevoli e completato solo più tardi nel 1626 da Francesco Guitti. Altro teatro fu allestito provvisoriamente intorno al 1610, divenuto poi stabile nel 1612, in occasione del carnevale presso la sala principale di Corte Vecchia dove era previsto un largo spazio al centro per il "campo" dove dovevano avvenire dei combattimenti. La sua fama oltrepassò presto i confini di Ferrara ed infatti, nel 1617, fu chiamato a Parma da Rainuccio I Farnese per la costruzione, nel famoso palazzo della Pilotta, di un grande teatro in legno considerato il suo capolavoro essendo per concezione e per razionalità degli impianti considerato moderno: purtroppo nel 1944 fu fortemente danneggiato da un bombardamento. In queste sue opere, oltre agli accorgimenti tecnici, sono ben evidenti le scelte estetiche di equilibrio nelle decorazioni e nella rielaborazione della concezione degli stili allora in voga, del Palladio e del Serlio. Se intensa fu questa sua attività quella che lo rese più famoso fu quella che intraprese come ingegnere militare costruendo la Fortezza di Ferrara e soprattutto indiscussa fu la sua competenza in campo idraulico tanto che dagli estensi gli fu affidata la bonifica ferrarese che in quegli anni venne intrapresa sotto il loro dominio. In questa occasione l’Aleotti compilò il "Libro dell’estimo", primo catasto ferrarese di cui si ha traccia: in seguito il papa Clemente VIII lo nominò perito delle questioni delle acque di Romagna per la difesa dei diritti ferraresi. Numerose sono le opere tecniche e teoriche ed i manoscritti tra cui la "Raccolta di tavole disegnate o possedute dall’Argenta", un "Diario" (Biblioteca Ariostea) e la sua opera maggiore "Idrologia o scienza di ben regolare le acque" (Biblioteca Estense di Modena) oltre a numerose lettere.


"Monumento funebre a Ludovico Ariosto"