"Tra
i più grandi scultori del ‘700 chiude la stagione artistica
del ‘700 ed apre quella moderna ed in entrambe domina insuperato con
una nutrita serie di capolavori" così fu definito da A.
Gonzales Palacio nel 1966.
Sua città
natale fu Possagno, un piccolo paese in provincia di Treviso, dove
vide la luce nel 1757 e nel Veneto lavorò i primi anni per
il suo protettore, il senatore Giovanni Felier di Asolo, eseguendo
alcune opere che si ispiravano ancora alla plastica settecentesca.
Recatosi a Roma pochi anni dopo, assorbì ben presto le tendenze
dominanti dell’ambiente romano orientandosi verso un ideale sempre
più classicheggiante. Non gli mancò la protezione di
papi, principi e di Napoleone affascinati dalla sua arte, tanto che
divenne in breve tempo una figura di rilievo e di fama conosciuto
i tutta Europa: frequenti furono i suoi viaggi a Parigi, Vienna e
a Venezia.
La sua produzione,
vastissima, ispirata agli ideali classici, accademici e retorici aderente
ad una concezione della bellezza astratta, idealizzata nelle opere
del Foscolo e del Winckelmann, annovera ritratti, gruppi allegorici
e mitologici, monumenti funebri e statue celebrative. Tra le sue opere
"Dedalo e Icaro" al Museo Correr di Venezia, "Teseo
e il Minotauro", l’"Esculapio" e i monumenti
funerari di Clemente XIII e di Clemente XIV che diedero inizio
alla sua celebrità, i quali, nonostante nella struttura si
possano considerare barocchi, già indicano nella semplicità
della modellazione il nuovo stile. In altre sue sculture, come "Amore
e Psiche", più originali nelle novità della
concezione stessa, il Canova tenta una trasposizione moderna di precise
suggestioni dall’antico. Numerose le ordinazioni anche di opere che
talvolta dovevano essere replicate per soddisfare le richieste dei
suoi estimatori, come "Le Grazie" ed "Ebe" riprodotta
in diverse varianti. Famosi i busti di Napoleone, Paolina Borghese,
Letizia Bonaparte, la tomba dell’Alfieri, Il gruppo di "Ercole
e Lica" e di "Teseo e il Centauro". Il Canova si cimentò
anche nella pittura (Autoritratto, 1790), importante è il corpus
dei disegni conservati a Bassano. Prima di morire, a Venezia nel 1822,
ebbe un ruolo importante nelle negoziazioni tenute a Parigi, dopo
la caduta di Napoleone, per ottenere la restituzione delle opere asportate
dai francesi.
"Busto di
Leopoldo Cicognara" - Antonio
Canova