Giovanni Pagliarini

Non si conosce la data esatta della nascita che si suppone intorno al 1809, ma di sicuro si sa che nacque a Ferrara, dove si dedicò allo studio della pittura, forse sotto la guida del pittore milanese Giuseppe Sarolli e di Gregorio Boari e, nella stessa città, morì nel 1878. Anche la sua attività giovanile e la sua formazione, sicuramente autonoma e di attenta e profonda ricerca, sono alquanto oscure: egli, infatti, raggiunse interessanti risultati di negazione e superamento del romanticismo nella grande tela dal titolo "Predicazione di San Pietro e miracolo dello storpio" conservata presso la Certosa di Ferrara e considerato il suo lavoro più riuscito. In lui si notano, come il critico Claudio Savonuzzi ha puntualizzato, vari influssi anche della scuola veneta che fanno presumere contatti frequenti con l’Accademia veneziana e con pittori bolognesi e modenesi come A. Malatesta. Gli anni veramente determinanti dal punto di vista formativo furono quelli che trascorse a Venezia, dove assunse grande importanza il legame culturale con il conte ferrarese Leopoldo Cicognara, figura di spicco nella cerchia di personalità come Michelangelo Grigoletti e Ludovico Liparini.
Diversi suoi dipinti sono conservati nei musei di Udine, Trieste e Pirano d’Istria, città nelle quali soggiornò dal 1841 fino al 1860 circa e a Ferrara, invece, presso il Municipio e la Pinacoteca.
Dopo il 1860 seguirono numerosi ritratti, eseguiti per le dimore della borghesia ferrarese, di impostazione decisamente fotografica dove evidente è la ricerca di effetti realistici. All’interno di quest’ultima produzione si possono annoverare, però, alcuni saggi di qualità come i ritratti appunto del Cittadella, quelli di Norina Bergando e del medico di famiglia, conservati l’uno nel Municipio di Ferrara e l’altro nella Pinacoteca Nazionale della stessa città.



"Ritratto di Luigi Napoleone Cittadella"