Leopoldo Cicognara

Nato a Ferrara il 26 novembre 1767, nella città di Modena iniziò gli studi di fisica e di matematica, poi ritornò a Ferrara da dove partì, quasi subito, per Roma trascinato dalla passione per l’arte e dove ben si inserì negli ambienti letterari dell’epoca. Qui fece la conoscenza dello scultore Antonio Canova con il quale intrecciò una lunga amicizia, frequentò l’Accademia di San Luca e strinse legami di simpatia con altri artisti e tra questi con il giovane incisore Luigi Sabatelli, del quale la Biblioteca Ariostea conserva sei stampe raffiguranti l’Apocalisse. Coltivò con lo stesso interesse la poesia e scrisse, in più occasioni, versi molto apprezzati. Nel 1793 iniziò la carriera politica, breve e a volte difficile, tanto che cadde in disgrazia più volte e a Parigi dovette ricominciare a dipingere per potersi mantenere. Si dimostrò un brillante diplomatico durante il suo soggiorno a Napoli e fu un grande idealista: per motivi politici fu più volte esiliato in Francia e in Toscana. Solo nel 1804 fu riabilitato con incarichi di prestigio presso l’Accademia Veneziana e l’Ateneo Veneto: nel 1808 accettò la presidenza dell’Accademia di Belle Arti a Venezia che provvide ad arricchire di ottimi professori e preziosi dipinti, fino a meritarsi il titolo di padre e fondatore di quell’Istituto. Amante dell’arte e soprattutto della scultura, mantenne alcuni giovani ferraresi, promettenti pittori e scultori, tra cui lo stesso Rinaldi. Sostenne, inoltre, diverse opere da destinarsi alla Certosa di Ferrara. La sua opera più bella è la "Storia della Scultura" in più volumi. Prossimo a morire, dedicò alla città natale, oltre ai suoi manoscritti, il suo busto, ultimo lavoro del Canova e il desiderio d'essere sepolto nella Certosa di Ferrara, dove tuttora riposa nella Cella degli Uomini Illustri dal giorno della sua morte sopraggiunta il 5 marzo 1834.