Busto di
Leopoldo Cicognara
Ritratto
di
Giuseppe Agnelli
Acquerello dedicato a
Ludovico Ariosto
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Benvenuti !
La Biblioteca
Ariostea è lieta di ospitarvi e di guidarvi attraverso
le sue antiche sale dove, oltre ai libri, sono raccolte anche opere
d’interesse artistico, risultato di un lungo e a volte travagliato
cammino attraverso il quale si è lentamente sedimentata la
storia della città.
Al piano terra
l’ingresso spazioso e luminoso
ci accoglie, alla sua sinistra, con il
busto di Leopoldo Cicognara
che con la signorilità del suo sguardo e la gentilezza dei
suoi tratti ci induce a riconoscervi la mano sapiente di un grande
scultore; di fianco, appeso alla parete, invece il bellissimo medaglione
dell’Ariosto, signore incontrastato
di questi luoghi. L’opera è collocata tra le due porte d’ingresso
della Sala delle Conferenze dedicata a Giuseppe
Agnelli che per lungo tempo fu direttore della biblioteca e del
quale, all’interno, è conservato un
suo ritratto.
La sala un tempo era completamente affrescata alle pareti ma, purtroppo,
ora resta solo un bellissimo soffitto ligneo dipinto e una fascia
sottostante affrescata.
Usciti nuovamente nell’atrio, sulla sinistra, una porta aperta, sormontata
da una scultura in marmo raffigurante due delfini, ci esorta a superarla
per visitare un’altra ala del palazzo.
La prima sala, dove si trovano i libri moderni a scaffale aperto,
è di un'eleganza raffinata nei suoi affreschi monocromi con
figure ispirate a cicli cavallereschi e più oltre si rincorrono
altre salette sempre decorate, come quella d’angolo dove la volta
è completamente ricoperta da un affresco con l’aquila estense.
Nella penultima una scala conduce al piano superiore e nello spazio
riservato alla distribuzione, si possono ammirare cinque
stampe della donazione
Boari Ghé raffiguranti alcune scene della Gerusalemme liberata.
Abbiamo appena superato una volta, le cui porte conducono una al Giardino
Botanico, l’altra al cortile interno dove dobbiamo soffermarci per
ammirarne la struttura spaziosa e sobria nella sequela degli archi
che un tempo delimitavano un loggiato e, sulla destra, l’antica entrata
della biblioteca prima che il restauro settecentesco la spostasse
sulla via adiacente.
Nel mezzo del cortile, due grandi cisterne in laterizio per la raccolta
dell’acqua, riportate alla luce durante i lavori di ripristino del
palazzo, sono ben visibili protette da una robusta lastra di vetro.
Procedendo si torna nell’atrio d’ingresso e, nell’ultima sala del
piano, riservata alla Sezione ragazzi, alla parete adiacente alla
porta è appeso un quadro, un grazioso acquerello
dedicato all'Ariosto.
Qui recenti restauri hanno riportato alla luce alcuni affreschi parietali
datati intorno alla fine del 1400 e quindi immediatamente successivi
alla costruzione del palazzo. Voluto nel 1388 da Alberto d’Este come
dono per il suocero, nel centro della città, fu chiamato Paradiso
forse per un affresco di Antonio Alberti raffigurante il "Regno
dei Beati" e di cui si è persa traccia o per la presenza
di un giardino interno o ancora, forse, come luogo di svago e delizie.
Le lapidi che si susseguono già nell’atrio, ci ricordano che
questo negli anni fu anche sede dell’Università e del Civico
Lapidario. Se ci seguirete ora attraverso l’elegante cancello di ferro,
sul quale domina l’insegna dell’ingresso storico della biblioteca,
entreremo nella parte settecentesca del palazzo realizzata dall’architetto
Antonio Foschini nel 1780.
Sempre al piano terra, prima di salire lo scalone, se si gira verso
sinistra, superata la sala dei cataloghi, si può ammirare il
Teatro anatomico ricostruito intorno al 1731 ad opera dell’architetto
Francesco Mazzarelli per sostituire un precedente teatro esistente
a Palazzo Paradiso già alla fine del sedicesimo secolo, ma
inadeguato per una pubblica Università che andava assumendo
un ruolo sempre più rilevante nella vita culturale della città.
Due piccole porte con la scritta in marmo THEATRUM ANATOMICUM, per
l’ingresso rispettivamenti degli studenti e dei cadaveri, si affacciano
sul cortile interno.
Seguiteci ora verso il primo piano...
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Medaglione
di
Ludovico Ariosto
Scena
della
Gerusalemme liberata (Collezione Boari Ghè)
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