Giuseppe Mazzolani

Nacque il 17 dicembre 1842 a Portomaggiore (Ferrara) in una famiglia benestante di latifondisti. Frequentò con successo la Scuola d’arte di Ferrara distinguendosi tra gli altri allievi soprattutto come copista, guidato nello studio dal vero da valenti insegnanti come Giovanni Pagliarini e Girolamo Domenichini e avendo come modelli i pregevoli dipinti conservati in Pinacoteca: allora la scuola d’arte aveva la sua sede a Palazzo dei Diamanti. Anche a Milano, dove si trasferì per perfezionarsi e dove si iscrisse al corso di Litografia tenuto da Michele Fanoli, famoso litografo veneziano allievo di Leopoldo Cicognara, ottenne importanti riconoscimenti. Sempre a Milano si formò alla scuola dello Hayez aderendo allo stile neoclassico. Dal 1887 al 1892 Mazzolani partecipò alle prime Biennali veneziane, all’esposizione di Parigi e a quella di Monaco. Artista eclettico, si cimentò anche nella fotografia e nel restauro diventando in breve tempo un abile restauratore, famoso e molto richiesto dall’Amministrazione Comunale, tenuto in grande considerazione e stima da illustri cittadini come Giuseppe Agnelli. Nel 1902 ottenne l’appalto per il ripristino di alcuni affreschi dell’Abbazia di Pomposa, l’anno dopo, per quelli della parete nord del Salone dei mesi a Palazzo Schifanoia e per il restauro della Madonna del Pilastro del Garofalo in Pinacoteca. Iniziò un periodo molto intenso di attività che andò dal restauro della Palazzina di Marfisa d’Este alle copie tratte dagli affreschi del Ciclo di Schifanoia e dal famoso Libro dei Giustiziati del 1506, eseguiti per lo più per assecondare il gusto della borghesia ferrarese. Tra le sue opere, tra cui anche alcuni ritratti dei famigliari e un autoritratto, ricordiamo il "Ritratto di Ludovico Ariosto", eseguito per il Quarto Centenario del poeta (1875) e "Gli ultimi momenti di Savonarola" (1877), conservata presso il Comune di Portomaggiore. Fu però come copista che divenne celebre per la cura, l’attenzione e la scrupolosità quasi scientifica della sua tecnica, come ben si evidenzia soprattutto nell’esecuzione dei ritratti. Lavorò intensamente fino a che una grave infermità glielo impedì e morì a Ferrara il 25 settembre 1916.


"Ritratto del cardinale Luigi Giordani"