SCHEDA BIOGRAFICA
E’ d’uopo una premessa alla figura poliedrica di umanista
e uomo di scienze, rappresentante della cultura rinascimentale europea
che fu Giulio Cesare Scaligero o Giulio Cesare Bordoni (quest’ultima
forma del nome è riscontrabile nell’esemplare manoscritto
dell’Elysium Atestinum qui pubblicato; entrambi i nomi sono in
ogni caso da ritenersi equivalenti e intercambiabili). Sia il cognome,
che la parte iniziale della sua vita sono stati oggetto di studio da
parte della critica che a cercato di far luce sulla vera identità
di questo letterato che con le sue opere acquistò molta fama
nell’Europa del Rinascimento. La biografia scritta dal figlio
Giuseppe Giusto Scaligero (Agen, 4 agosto 1540-Leida, 21 gennaio 1609),
accreditato e affermato uomo di lettere, nonché eccelso filologo
conoscitore delle lingue classiche, ma anche studioso dell’ebraico
e dell’arabo, avvalora l’origine aristocratica facendolo
discendere dal casato dei Della Scala di Verona. Emerge in questa biografia
(Epistola de vetustate et splendore Gentis Scaligerae et Iulii Caesaris
Scaligeri vita, Leida, Officina Plantiniana, Franciscus Raphelengius,
1594) uno stile narrativo degli eventi, che circondano la nascita del
Bordoni, piuttosto favolistico, che già i suoi contemporanei
misero in discussione. Altre fonti utilizzate dalla critica moderna
hanno portato a conclusioni diverse (cfr. M. Billanovich).
23 aprile 1484
secondo quanto riportato dal figlio Giuseppe Giusto, nasce a Riva del
Garda da Benedetto, figlio primogenito di Niccolò Della Scala
e di Bartolomea parente dell’imperatore Massimiliano, e Berenice
Lodron di famiglia comitale trentina, ottant’anni esatti dalla
morte del bisnonno Guglielmo, signore di Verona prima della cacciata
da parte di Francesco Novello da Carrara.
Per altre fonti nasce a Padova dall’astronomo e geografo patavino
Benedetto Bordoni (m. ca. 1529-31), autore di un Isolario edito a Venezia
nel 1528 presso Niccolò Zoppino col titolo Libro nel qual si
ragiona de tutte l'isole del mondo.
1496
a Verona viene presentato all'imperatore Massimiliano d'Asburgo
che lo accoglie al suo servizio.
1504 ca.
abbandona la vita conventuale intrapresa negli anni, per noi oscuri
e imprecisabili sotto il profilo cronologico e conoscitivo, della prima
giovinezza. Verosimilmente, resta per un po’ di tempo a Venezia
ove frequenta la bottega dello stampatore Aldo Manuzio.
1509-1515
esercita il mestiere di soldato nelle truppe dell’imperatore Massimiliano
partecipando alle battaglie della Ghiara d’Adda e di Ravenna (1512).
Raggiunto l’Imperatore a Pieve di Cadore è insignito di
un’onorificenza per il valore dimostrato.
1512-1520
compone l’Elysium, poemetto latino di 411 esametri, in onore di
Isabella d’Este (1474-1539) - figlia del duca di Ferrara Ercole
I e di Eleonora principessa d’Aragona - all’epoca già
marchesa di Mantova in quanto sposa di Francesco Gonzaga. L’autore
non lo inserì mai nelle raccolte di versi per darlo alle stampe.
1514-1519
la biografia scritta dal figlio asserisce che Giulio Cesare si trasferisce
a Bologna per dedicarsi allo studio della medicina e della storia naturale;
parla altresì di studi compiuti a Ferrara. Tuttavia una testimonianza
documentaria dell’Archivio della Curia vescovile di Padova attesta
il conseguimento della laurea “in artibus spectabilis et eximii
domini Iulii, filii domini Benedicti Bordoni, civis Veronensis”,
avvenuta nella città patavina in data 22 giugno 1519.
post 1519
si stabilisce a Venezia. Accetta l’incarico di tradurre la seconda
parte delle Vite di Plutarco.
1520
viene chiamato ad assumere l’insegnamento presso l’Ateneo
di Padova.
1524 exeunte
lascia l’Italia per stabilirsi ad Agen, sulla Garonna, al servizio,
in qualità di medico, del vescovo Angelo Della Rovere. Inizia
così il periodo francese. Ad Agen esercita la professione di
medico, circondato da numerosi studenti, ed acquisisce fama di filosofo,
scienziato, erudito. Entra in contatto con il celebre novelliere Matteo
Bandello (Castelnuovo Scrivia, 1485-1561, Agen).
luglio 1525
l’editore Niccolò Zoppino stampa a Venezia la traduzione
delle Vite di Plutarco.
1528
riceve dal re di Francia, Francesco I, la cittadinanza francese. Erasmo
da Rotterdam pubblica a Basilea, presso Hieronymus Froben, il dialogo
Ciceronianus.
aprile 1529
sposa Andriette de la Roque di nobile famiglia guascone.
Risponde al dialogo di Erasmo da Rotterdam, il Ciceronianus, pubblicato
l’anno avanti, scrivendo un’orazione in difesa di Cicerone
ed entrando così in polemica con il celebre filosofo olandese.
Ciò gli fa ottenere un’immediata notorietà.
1530
gli nasce Silvio, primogenito di quindici figli, del quale diviene precettore,
anche se in un primo tempo lo fa studiare presso il Collegio di Bordeaux
.
settembre 1531
a due anni di distanza dà alle stampe, presso Pierre Vidoue a
Parigi, l’orazione dal titolo Pro M. Tullio Cicerone contra Desiderium
Erasmum Roterodamum, che fu completamente ignorata da Erasmo.
1532
viene eletto nel Consiglio Municipale di Agen: carica che gli fu reiterata
per diversi anni.
Entra in disputa anche con François Rabelais per questioni di
carattere medico: lo scrittore francese, scrivendo ad Erasmo, in una
lettera del 30 novembre, ritiene il Bordoni un impostore privo di conoscenze
mediche.
1533
pubblica a Parigi, presso Michel Vascosan, Nouorum epigrammatum, liber
vnicus. Eiusdem hymni duo, Ioanni Baptistae clamanti in deserto, Rocho & Sebastiano. Eiusdem diua Ludouica Sabaudia.
1535
prendendo posizione nella disputa contro Erasmo, l’umanista,
filologo, nonché tipografo Etienne Dolet (Orleans, 1509-1546,
Parigi) dà alle stampe, a Lione presso Sebastien Gryphius, il
Dialogus, de imitatione Ciceroniana, aduersus Desiderium Erasmum Roterodamum, riscuotendo un successo immediato. Lo Scaligero risponde alla fama del
Dolet scrivendo alcuni componimenti denigratori contenuti nei Poemata.
1537
dà alle stampe sempre presso Pierre Vidoue, a Parigi, una seconda
invettiva, scritta l’anno precedente, contro Erasmo che era già
morto, dal titolo Aduersus Des. Erasmi Roteroda. Dialogum Ciceronianum
oratio secunda.
1538
riceve la visita di Michel de Nostredame - medico, alchimista, astrologo
e veggente meglio noto col nome di Nostradamus (Saint-Rémy,1503-1566,
Salon) -, proveniente da Tolosa, che si ferma a lungo presso di lui.
Nello stesso anno giunge ad Agen, anch’egli da Tolosa, l’inquisitore
domenicano Louis de Rochette che apre un’inchiesta sugli eretici;
Giulio Cesare, che si era avvicinato ad ambienti riformati, si trova
così imputato in un processo per eresia dal quale viene assolto
grazie all’intervento di tre consiglieri del Parlamento di Bordeaux
a lui legati da vincoli di amicizia e di stima.
1539
a Lione, presso Sebastien Gryphius, pubblica gli Heroes, raccolta di
poesie che celebrano figure di uomini illustri appartenenti all’antichità
classica e a lui contemporanee, il Liber de comicis dimensionibus, e
i Commentari al libro di Ippocrate De insomniis.
1540
viene edito a Lione, per i tipi di Sebastien Gryphius, il De causis
linguae latinae libri tredicim, trattato sulla lingua latina che dedica
al figlio Silvio.
Gli nasce Giuseppe Giusto che diventerà uno dei più famosi
eruditi francesi dell’epoca, nonché autore di una biografia
del padre.
1541
giunge ad Agen, al seguito della contessa Costanza Rangoni, vedova di
Cesare Fregoso, anche Matteo Bandello col quale Giulio Cesare intrattiene
un’amicizia documentata da scambi di versi.
1546
a Lione dà alle stampe i Poematia ad illustriss. Constantiam
Rangoniam per i tipi dei fratelli Godefroy & Marcellin Beringue.
1556
pubblica a Parigi, presso Michel Vascosan, In libros duos, qui inscribuntur
De plantis, Aristotele autore, libri duo.
1557
entra in polemica con il medico, matematico nonché filosofo Girolamo
Cardano (Pavia, 1501-1576, Roma), che nel 1550 aveva pubblicato il trattato
De substilitate, rispondendo con un’opera data alle stampe a Parigi
nel luglio del 1557, presso Federic Morel, tipografo Michel Vascosan,
intitolata: Exotericarum exercitationum liber quintus decimus, De subtilitate,
ad Hieronymum Cardanum.
21 ottobre 1558
muore ad Agen, dove viene sepolto nella chiesa degli agostiniani.
1561
viene pubblicata postuma, a Lione, presso Antoine Vincent, l’opera,
dedicata al figlio Silvio, che gli darà maggiore notorietà:
i Poetices libri septem.
1566
vengono pubblicati a Ginevra, presso Jean Crespin, e a Lione presso
Guillaume Rouille, in emissione simultanea di edizione condivisa, i
Commentarii et animadversiones in sex libros De causis plantarum Theophrasti,
in cui il Bordoni dava prova delle sue conoscenze di botanica e di erboristeria.
Nel medesimo esemplare si trovano inoltre In libros De plantis Aristoteli
inscriptos, Commentarii.