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Intervento in Consiglio Comunale del 27 aprile 2015 su HERA

di Mauro Vignolo
Indipendente dall'aspetto prettamente deliberativo che come Consiglieri siamo chiamati
a fare, trattare oggi il tema di Hera significa non fermarsi ai numeri che ci sono stati
illustrati nelle varie audizioni in commissione ed in questa seduta, ma avere la necessità
di individuare la giusta lucidità che ci permetta di valutare la strada che vogliamo
intraprendere oggi, e che ci permetterà di decidere domani. Certo, si tratta di una
decisione importante, strategica e sentita, ma proprio per queste motivazioni deve
essere fornita tutta la trasparenza e la giusta comunicazione priva di ideologismi o di
interessi di parte.
Perché oggi sapete non succede che diamo mandato al Sindaco di vendere tout court le
azioni in nostro possesso, oggi non diamo un mandato in bianco che ci porti in regime di
assoluta competizione ed un mercato non regolamentato (anche se poi potremmo
discutere cosa realmente significhi per il cittadino un mercato concorrenziale e libero).
Oggi noi stiamo dicendo che rimanere nel patto di sindacato di Hera deve diventare
strategico non per quello che come Comune riusciremo a rappresentare in termini
assoluti o percentuali, ma per come riusciremo ad incidere per la nostra comunità su
qualità del servizio reso e tariffe a carico, sugli investimenti sul nostro territorio; perché
in termini reali, avere un'azienda che deve far utili ma rendere conto nello stesso
momento al pubblico, è un equilibrio non sempre vincente.
Nella Società di cui parliamo, il nostro peso è dell'1,71%, sono presenti più di ottomila
dipendenti con un fatturato di 4,5 miliardi. Nel rapporto con questo gigante, la vera
tematica passa dalla necessità di consigliare strategie e proposte per il nostro territorio,
avendo ben presente di dover sempre interagire e confrontarci con altre realtà che
rappresentano necessità, economiche e non, diverse
Possiamo dire oggi in maniera coerente che questa percentuale se si dovesse modificare
nel tempo, minerebbe la futura governance con riflessi su qualità e tariffe?
Onestamente no, perché allora dovremmo mettere in discussione ogni scelta ed atto
politico dal 2002 ad oggi.
Questa è la vera sfida di Ferrara, non rincorrere le voci e certi allarmismi che ci
accusano di essere complici della grande privatizzazione di Hera: rivedere il patto
significa stare al passo con i tempi, dato che la velocità del cambiamento che viviamo
nella nostra epoca, tante volte non è direttamente proporzionale con le scelte politiche.
In questo quadro di riferimento la nostra scelta è quella di vincolare la nuova adesione
al patto di sindacato ad un paio di condizioni di interesse per la nostra collettività e di
non procedere nell’immediato ad alcuna vendita di azioni, ritenendo che il rendimento
garantito oggi dalle stesse sia su livelli tali per cui possa convenire, piuttosto, procedere
ad un indebitamento nel caso di necessità di risorse.
Come Consiglio Comunale abbiamo l'occasione per dire con estrema forza e onestà ai
cittadini che l'acqua è il nostro bene prioritario, che non siamo lontani dalla realtà e che
ci ricordiamo bene il risultato del referendum e le attuali battaglie ideologiche dei
comitati.
La discussione di oggi, nonostante il documento riguardi l'intera e complessa attività
della multi utility, è frutto principalmente del risultato elettorale del referendum
cosiddetto sull'acqua pubblica. La sterile discussione, che quel voto non ha espresso il
vero quesito referendario e su come sia stata indirizzata l'opinione pubblica, è
indubbiamente molto meno importante di ciò che è uscito dalle urne e pertanto non va
disconosciuto nulla, anzi ci obbliga a tenerne conto.
Proprio per questo però penso sia bene continuare la discussione ricordando che l'acqua
è PUBBLICA e lo rimarrà anche dopo il voto di oggi, i cittadini lo devono sapere in modo
chiaro ed inequivocabile come è giusto che sia. Le reti date in gestione sono di Acosea
Impianti ed Hera, sebbene sia una S.p.A. sono oggi, per il 57%, di soci pubblici che ne
esercitano controllo ed indirizzi.
Ricordo infatti per i meno attenti che per gli azionisti pubblici essere costituiti in patto
di sindacato significa dettare le linee nel consiglio di Amministrazione di Hera. Il tema
politico che si pone o che si potrà porre da qui al 2024, sempre in considerazione del
dare ampio risalto al risultato del referendum, è di che tipo di gestione la nostra
Amministrazione si vuole dotare.
Molti citano l'esempio di Parigi ma basterebbe un breve studio sulle diverse forme di
gestione che ci sono sul panorama europeo per far capire a chiunque che non esiste una
formula standard e magica che permetta di gestire al meglio il patrimonio idrico del
pianeta perché dipende da tante cose. Anzi, chi sa e conosce un po' di storia del nostro
paese sa perfettamente che le storture emerse dalla gestione in house dell'acqua hanno
quasi obbligato la ricerca di forme di gestione diverse, più accorte, con maggiori
investimenti, che hanno portato ad una migliore qualità dell'acqua.
Noi siamo quelli che sono sempre nel patto di sindacato, ma ribadisco, non fermiamoci
alla mera analisi dei numeri: oltre ad essere poco significativi non misurano le nostre
capacità di performance che potremo ottenere da un sistema di governance che dovrà
passare anche da una maggiore coesione tra i comuni del patto, un maggior vincolo.
Accanto a questo, come ho ricordato prima, non sarebbe disdicevole, da subito, iniziare
a capire, da qui al 2024 cosa significhi creare un soggetto pubblico che possa gestire in
house le reti idriche. Uno studio laico e senza preconcetti che valuti cosa sia meglio per
l'Amministrazione e quindi per i cittadini.
Anche le tre sigle sindacali hanno recepito questo messaggio ed hanno firmato un
protocollo di intesa venerdì scorso con il Presidente del Patto che lega i comuni
azionisti, accordo che prevede l'avvio di un confronto per distendere il clima che si sta
creando e discutere sulla applicazione pratica del patto anche al 38% delle quote,
tenendo anche conto di eventuali acquirenti pubblici come la Cassa Depositi e Prestiti,
disposti ad acquistare le quote dei Comuni che vorranno liberarsene. Non c'è sufficiente
attenzione al tema? Non c'è la totale sensibilità politica?
Secondo me si.
Chi si trova a governare una comunità, è chiamato a fare scelte, varie volte, in contrasto
con precedenti fatte in altri periodi: e potrebbe non essere grave, proprio in virtù della
velocità di cambiamento del nostro tempo.
Ma non è questo quello che sta succedendo oggi qui in Consiglio Comunale.
Noi oggi stiamo dicendo a chi ci rappresenta, e dovremmo farlo in maniera compatta,
che in Hera noi ci dobbiamo stare, ma dobbiamo essere più performanti, dobbiamo
migliorare il controllo dei processi, dobbiamo dare risposte ai nostri cittadini quando si
parla di tariffe e di qualità del servizio. Questo oggi succede. Dire che passare dal 51 al
38 % significa creare uno svantaggio per la nostra comunità, non è corretto e corrisponde
al falso.
Ultima modifica: 05-06-2015
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
EMAIL: gruppo-partitodemocratico@comune.fe.it