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Interpellanza villa romana di via Canapa con trincee riempite di ceneri P.G. 695/2019

di Ilaria Morghen - 03.01.2019

>> documentazione allegata (.pdf)  

P.G. 695/2019 

OGGETTO 
Interpellanza villa romana di via Canapa con trincee riempite di ceneri. 
la sottoscritta Consigliere Comunale, Ilaria Morghen INTERPELLA il Sig. Sindaco e per esso l’Assessore delegato: 

PREMESSO 
-  che la Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna, nel 1982, “nei sobborghi a nord di Ferrara, in via Canapa, alla profondità di mt. 0,90 rispetto alla quota fissa, stabilita sulla sponda destra del ponte sullo scolo Conca e di cm. 30 rispetto al piano campagna, ha messo in evidenza i resti di una villa romana del 1° secolo d.C.. che si estendono per 100 mt in direzione nord-sud e 50 mt in direzione est-ovest”. “Lo scavo ha avuto luogo nell'area dell'ex piazza d'armi, ora adibita a discarica pubblica per materiale inorganico, nella zona denominata il Barco”. “Lo scavo ha fatto seguito ad una segnalazione avuta l'anno precedente sul rinvenimento di materiale romano durante la preparazione di una fossa di discarica”. Vedi pag. 63 Bolettino 12/1982 Musei ferraresi (allegato) e parte evidenziata in rosso in mappa Ferrara Nord 1:25.000 (allegato) per la localizzazione della piazza d'armi; 
-  che lo scavo archeologico è stato fatto con il contributo del Comune di Ferrara che ha messo a disposizione della Soprintendenza, la manodopera necessaria e un escavatore; 
-  che L’area “B”, e il muro n° 4, dei resti della villa romana, sono stati tagliati a sud, da fossa di discarica. Vedi pag. 65 Bollettino 12/1982 (allegato); 
- che nell’area “C”, tra i vari materiali utensili dell'epoca, si è rinvenuto un rocchetto di piombo e un amo di bronzo simile ad uno rinvenuto nella villa romana di Cassana. Vedi elenco utensili in Bollettino 12/1982 (allegato); 
-  che a pagina 64 Bollettino citato (allegato) si legge: “il livello pavimentale è stato sconvolto dai recenti lavori di sistemazione del terreno per la discarica pubblica”; 
-  che a pagina 65 Bolletino citato (allegato) la Sovrintendenza scrive: “Alla profondità di cm. 30 dal piano superiore del muro 3 si notano due fosse irregolari con disposizione Nord-Est e SudOvest, riempite di terreno scuro misto ad abbondante cenere e carbone. La fossa orientale è più grande e di forma irregolare, separata dalla prima fossa da un diaframma di terra marrone chiara di 40-50 cm.. Prosegue la Soprintendenza: “E' presente, al di sotto di uno strato con cenere e carbone, un mucchio di frammenti di tegole”. Conclude la Soprintendenza: “Le fosse non sono state scavate”;
 
RILEVATO 
-  che la singolare scoperta della villa romana con fosse di discarica pubblica, è pure documentata alle pagine 19-21 del recente libro: L'altra Ferrara. La lunga notte della città, Este edition (allegato); 
-  che l'area archeologica è identificata con il codice sito 3017 nella mappa (allegata) dei siti archeologici, parte integrante del Piano Strutturale Comunale; 

VERIFICATO 
-  che, il Comune, terminate le trincee per le “ceneri e carbone” ha recintato l'area archeologica dentro la discarica pubblica; 
-  che la discarica aveva due ingressi situati uno a nord e uno a sud dell'area della villa romana. Vedi mappa in Bollettino 12/1982 (allegata). Ingressi non compatibili con il sito archeologico; 
-  che, oltre alle ceneri trovate nelle trincee nelle pertinenze della villa romana, nell'area della discarica pubblica sono stati seppelliti rifiuti di origine industriale, come già evidenziato nella nota M5s 25-07-2018 protocollata al n° 93081 (allegata); 
-  che lo stato di conservazione dei resti della villa romana, nel corso degli anni è andato degradandosi per il transito, attraverso i due ingressi dei camion di rifiuti e per la successiva crescita spontanea di folta vegetazione dopo la chiusura. Vedi Google map 2003 (allegato) e Google map 2018 (allegato); 

ACCERTATO 
-  che l'area archeologica, inglobata nella discarica comunale di via Canapa è soggetta a vincolo ex D.lgs n° 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio); 
-  che il citato D.lgs all'art 30 recita: Obblighi conservativi. 
1. Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza; 
-  che tale prescrizione di conservazione non è stata posta in essere dopo l'entrata in vigore del D.lgs 42/2004; 
- c he pertanto è stato violato l'Art. 20 del D.lgs 42/2004 che recita: 
1. I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione (comma così modificato dall'art.2 del d.lgs. n. 62 del 2008); 

ACCERTATO ALTRESI’ 
-  che, le violazioni, si sarebbero protratte per 14 anni dopo l'entrata in vigore del D. lgs 42/2004; 
-  che, queste violazioni, assumono particolare rilevanza nella loro gravità in quanto, nel 1978, il Comune, con la variante al piano regolatore del 1975 poneva particolare tutela delle aree archeologiche, storiche, artistiche e culturali. Vedi allegato Cronaca Comune variante Prg 1978; 
-  che detta variante 1978 al Prg del 1975, era uno strumento urbanistico innovativo per quegli anni, con rigide e fondamentali regole di tutela dei beni archeologici, storici, artistici e culturali, che rese la città un caso esemplare per altri centri italiani ed europei; 
-  che l'innovativa variante 1978 al Prg del 1975 divenne una mostra sul nuovo Piano Urbanistico di Ferrara; 
-  che la stessa fu pubblicizzata con esposizione alla Casa Romei; 
-  che pure un'altra mostra di pari contenuto, per la stessa variante 1978 al Prg del 1975, dal titolo "Volontà politica e assetto urbano" fu esposta anche all'estero, a Parigi, Capodistria e Bucarest; 

CONSTATATO 
-   che nel 1995 il Comune, attraverso l'Assessorato alle Istituzioni Culturali ha ottenuto dall'Unesco - anche a seguito delle innovative forme di tutela del patrimonio archeologico, storico, artistico e culturale del 1978 - il titolo di “Patrimonio dell'Umanità”; 
-  che, in particolare il 2° punto delle 10 prescrizioni Unesco per avere il suo riconoscimento recitava: "testimoniare un cambiamento considerevole in campo archeologico o paesaggistico" (allegato); 
-  che detto asserto del 2° punto prescrizioni Unesco, era l'espressa volontà politica manifestata con la variante 1978 al Prg del 1975. Vedi variante Prg 1978, tratto da cronaca Comune 23-05-2018 (allegato); 
 
TUTTO CIO’ PREMESSO 
al fine di tutelare il titolo assegnato dall'Unesco a Ferrara nel 1995: “Città Patrimonio dell’Umanità”; 
la sottoscritta Consigliera comunale Ilaria Morghen INTERPELLA il Signor Sindaco e per esso l’Assessore delegato per chiedere se intende procedere al fine di: 
1. ripristinare la villa romana così come riportata alla luce dalla Soprintendenza nel giugno 1982 con la rimozione della rigogliosa vegetazione spontanea lasciata crescere sui ruderi della stessa; 
2. rimuovere dalle fosse di discarica “ceneri e carbone” nell'area archeologica di pertinenza della villa romana, dissotterrandola da qualsiasi rifiuto vi sia stato deposto impropriamente; 
3. estrapolare l’area della villa romana dalla recinzione della discarica comunale di via Canapa al fine della sua valorizzazione nel contesto della “città d'arte e cultura patrimonio dell'umanità”, onde, "testimoniare un cambiamento considerevole in campo archeologico" così come prescritto al 2° punto dei 10 che L'Unesco ha stabilito per riconoscere a Ferrara il titolo di “Patrimonio dell'umanità”. 


 
Il Consigliere comunale M5S                   
Dr.ssa Ilaria Morghen 




 
Ultima modifica: 07-02-2019
REDAZIONE: Gruppo Consiliare Movimento5Stelle
EMAIL: gruppo-movimento5stelle@comune.fe.it