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Risoluzione Reti Gas
Archivio legislatura 2009 - 2014
Il Consiglio Comunale di Ferrara
rilevato che
· le reti del gas costituiscono parte importante del patrimonio collettivo, bene comune e di pubblica utilità, creato da generazioni di ferraresi per migliorare le condizioni di vita nel nostro territorio;
· è contraria all’interesse dei cittadini la vendita di tale patrimonio, proposta al Comune da Hera per migliorare il conto economico ed il flusso di cassa del gruppo (maggior Mol e Utile dovuto all’eliminazione dei canoni), per iscrivere a patrimonio netto 61,7 milioni di euro, pari al sovrapprezzo (da 1 a 1,75 euro) delle azioni cedute e per rafforzare la posizione dominante, nell’ipotesi in cui, alla sua scadenza, il servizio di distribuzione del gas venga affidato con gara ad evidenza pubblica;
· il Comune, mettendo nelle stesse mani l’erogazione del servizio e la proprietà delle reti, si priverebbe di un potere contrattuale importante per garantire l’interesse dei cittadini, anche nell’ottica di agevolare la libera concorrenza tra i diversi operatori attivi nel mercato della distribuzione ed in quello della vendita del gas;
· Hera (che acquisirebbe senza gara pubblica) ha cause in corso con il Comune per l’inceneritore di via Diana ed è oggetto di un’inchiesta antitrust per abuso di posizione dominante, con l’accusa di aver ostacolato la possibilità di un concorrente di accedere alle reti, acquisendo Agea Reti, potrebbe abusare maggiormente della propria posizione.
· Hera ha in più occasioni dimostrato di ignorare l’interesse collettivo: nel 2004 ha querelato e citato in giudizio per danni, uscendone soccombente, un cittadino per i suoi interventi sulla stampa contro le emissioni dell’inceneritore di via Conchetta, poi chiuso nel 2005; nel 2007 ha trascinato innanzi al TAR Comune e Provincia per modificare l’AIA dell’inceneritore di via Diana triplicato, ventilando una causa per il risarcimento di danni ingenti, anche contro singoli cittadini; nell’agosto del 2009 ha smantellato il laboratorio analisi acque di Pontelagoscuro, in aperto contrasto con le determinazioni precedentemente, e più volte, assunte da Comune e Provincia; sempre nel 2009 ha preteso ed ottenuto un aumento delle tariffe del servizio idrico del 4,5% annuo, garantito fino al 2011, con un costo per i cittadini tra i più elevati nel paese ed una qualità dell’acqua ritenuta, da associazioni terze, tra le peggiori; è notizia di questi giorni che Hera abbia presentato un nuovo ricorso innanzi al TAR per aumentare i volumi dei rifiuti destinati all’incenerimento nell’impianto di via Diana;
· il citato disinteresse di Hera per la collettività ferrarese, si sostanzia anche nella scissione e nello smembramento delle cosiddette SOT (assemblea straordinaria di Hera del 21.10), le società territoriali che avrebbero dovuto garantire il legame con il territorio e che costituivano, al momento della fusione per incorporazione di Agea da parte di Hera (2005), la garanzia che sarebbe stato possibile esercitare a Ferrara un indirizzo ed un controllo sull’erogazione dei servizi pubblici da parte di Hera. La chiusura delle SOT, pertanto, accentua quella centralizzazione della gestione che è stata la principale causa del disservizio avvertito da tanti concittadini negli ultimi quattro anni.
· l’acquisizione delle reti gas entro il 2009, da parte di Hera, è dichiarata come fatto certo nel Piano industriale 2009-2013 e nelle comunicazioni ufficiali agli investors, ancor prima che i Comuni deliberassero la cessione delle reti nei loro consigli comunali; ciò a dimostrazione del fatto che l’operazione è nata come obbiettivo strategico di Hera ed è stata politicamente imposta ai Comuni soci (Reuters, 15/9 Gli effetti economici di questa acquisizione prevedono un risparmio fra 7-10 milioni di euro nel costo del canone delle reti a partire dal primo gennaio. I comuni che conferiranno le reti hanno approvato le delibere. Il progetto sta a cuore ai 23 comuni che appartengono al consorzio Con.Ami (nelle province di Bologna, Ravenna e Firenze), a Ravenna e Ferrara. Sempre nel corso dell'anno la società provvederà a razionalizzare le società operative locali, trasformandole in unità organizzative territoriali, con un risparmio dei costi fra 3 e 8 milioni di euro nei prossimi due anni. In altri termini, le sette aziende satellite, articolate su base provinciale e controllate al 100% dal gruppo, saranno inglobate nelle strutture interne del gruppo con un comitato di controllo al posto del Cda.)
· la vendita delle reti del gas, in cambio di azioni Hera, non rappresenta per il Comune di Ferrara una efficace possibilità di aumentare il proprio peso azionario e contrattuale nel patto di sindacato e nell’assemblea dei soci, poiché la sua partecipazione passerebbe dal 2,14 % del capitale sociale al 2,74%, a fronte del 20,3% di Bologna, 21% della Romagna, 15% di Modena; inoltre tale operazione si sostanzia in uno scambio tra un capitale fisico, costituito da impianti oggetto di forte interesse tra gli operatori nel mercato del gas, con un capitale di rischio, soggetto alle fluttuazioni della Borsa, costituito dalle azioni Hera; riteniamo inoltre incompatibile con l’attività di un Ente Locale (che dovrebbe essere gestita nell’ottica della massima prudenzialità possibile) il possesso di un patrimonio mobiliare soggetto ad una così alta volatilità come quella che caratterizza i corsi azionari.
· tale operazione rappresenta per Ferrara un ulteriore indebolimento rispetto alla prospettiva che l’affidamento del servizio di distribuzione del gas avvenga tramite gara ad evidenza pubblica. Infatti gli operatori del settore, potenzialmente interessati ad acquisire la concessione, sarebbero penalizzati dal fatto che uno di loro (Hera appunto) sarebbe proprietario delle reti utilizzate per l’erogazione del citato servizio pubblico, con evidente vantaggio competitivo. L’effetto finale sarebbe una minore competizione a danno del Comune e dei cittadini ferraresi;
· la vendita della reti gas rappresenta per il Comune uno svantaggio nell’ipotesi che venga convertito in legge il decreto 25/9/2009 n. 135, noto come decreto Fitto. Ai sensi dell’art. 15, infatti, Hera dovrà ridurre entro il 2015 (visto il differimento concesso) la partecipazione pubblica dall’attuale 59 % al di sotto del 30% o, in alternativa, partecipare alla gara per un nuovo affidamento. In altri termini, potrebbe verificarsi che il servizio Gas (ma anche quello Acqua) finisca senza gara nelle mani di un’azienda privata (Hera), con capitale pubblico inferiore al 30%, dopo aver ceduto alla medesima società privata, da parte del Comune, le reti del gas; si realizzerebbe, così, la spiacevole situazione in cui la titolarità di un patrimonio di pubblica utilità sarà in tutto e per tutto appannaggio di un’impresa privata.
· contrariamente a quanto accade a Ferrara, per Ravenna ed Imola vi sono presupposti strategici prevalenti; per Area Asset (Ravenna) l’operazione determina una plusvalenza di 12,1 milioni di euro, che al netto delle perdite pregresse produrrà riserve distribuibili per 6,1 milioni tra Ravenna e Cervia. Per quanto riguarda l'azionariato, il gruppo Ravenna Holding passerà da 49,3 milioni azioni (4,77%) a 82,4 (7,39 %). Assieme al Con.Ami raggiungerà quindi il 16,04%, rappresentando il socio con più azioni. L'area romagnola arriverà al 26,08%, contro il precedente 21%; il bilancio del Comune di Ravenna beneficerà di una entrata straordinaria di 6,2 milioni di euro, di cui 1,6 disponibili per il bilancio 2009 e il resto destinato alle riserve distribuibili di Area Asset e disponibile per il bilancio 2010; riguardo ad Imola, in cambio del conferimento delle reti del gas e del teleriscaldamento del Con.Ami, al territorio andrà un pacchetto di 40,7 milioni di azioni, per un ammontare di 71,2 milioni di euro. Con.Ami, con un 8,66% rafforzera' la propria posizione di terzo azionista di Hera e continuera' ad essere maggioritario anche nel patto di sindacato romagnolo;
· lo statuto di Agea Reti, art.1, prevede che il Comune di Ferrara mantenga il controllo della società, e che pertanto (comma 3) siano nulli gli atti di cessione che comportino la perdita di detto controllo;
· l’articolo 35, comma 11, della legge 448 del 2001, prevede la possibilità di conferimento delle reti del gas anche a società quotate in Borsa entro il 31 dicembre 2003, purché venga assicurato agli enti locali il diritto a uso perpetuo e inalienabile a salvaguardia della destinazione a servizio pubblico. Inoltre il perfezionamento dell’operazione è subordinato al conseguimento del parere favorevole dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, già richiesto da Hera come previsto dalla legge 287 del 1990.
· la vendita a trattativa privata diretta delle azioni di Agea Reti, da parte del Comune o tramite la HFS, è in contrasto con il Regolamento contratti del Comune di Ferrara, art. 78;
· nell’interesse dei cittadini, la cessione delle partecipazioni del Comune in Agea reti, anche tramite la HFS, non dovrebbe avvenire a mezzo trattativa privata con Hera, bensì con gara ad evidenza pubblica come richiede l'art. 12 della legge 127/1997: "I comuni e le province possono procedere alle alienazioni del proprio patrimonio immobiliare" solo se "sono assicurati criteri di trasparenza e adeguate forme di pubblicità per acquisire concorrenti proposte di acquisto, da definire con regolamento dell'ente interessato"
· con riferimento alle procedure di evidenza pubblica, sarebbe in ogni caso doveroso avviare l’eventuale cessione delle anzidette azioni di proprietà del Comune (anche tramite la HFS), a mezzo asta pubblica, con il metodo delle offerte segrete in aumento rispetto al prezzo a base d’asta, con esclusione di offerte al ribasso, con aggiudicazione ad unico e definitivo incanto, ai sensi del R.D. 827/1924;
considerato che
· l’aspettativa di un ulteriore beneficio per la collettività ferrarese, derivante dal presunto futuro incremento del valore delle azioni Hera fino a 2,2 euro, è ipotetica, tutta da realizzare e ritenuta improbabile da non pochi analisti indipendenti (Centrobanca, Intermonte, Mediobanca, Kepler, Banca Imi). Essi segnalano nel 2009 una minore domanda di gas dai settori industriale e termoelettrico, un calo delle vendite e degli allacciamenti nei servizi idrici, una diminuzione dei rifiuti speciali conferiti agli inceneritori (-130 mila tonnellate), un aumento dell’indebitamento netto superiore al previsto, con conseguenti maggiori oneri finanziari. Tali fattori sono stati bilanciati da più favorevoli (per Hera) condizioni meteo nel 2009 (maggior consumo di gas dalle famiglie), dall’aumento della Tia in alcuni Ato (posizione monopolistica in danno alle famiglie), dalla collocazione nel business gas, a partire dal secondo quadrimestre 2009, dei ricavi ottenuti nei settori riscaldamento e micro generazione, dall’aumento delle tariffe del servizio idrico (posizione monopolistica in danno famiglie);
· Il valore economico (14,8 milioni di euro) delle partecipazioni in Agea Reti di HFS e del Comune, oggetto della cessione ad Hera, è sottostimato, in palese contrasto con gli interessi della collettività ferrarese ed è chiaramente svantaggioso per la città, per i seguenti motivi:
a) la valutazione delle immobilizzazioni materiali di Agea Reti, con particolare riferimento agli impianti e macchinari, è fatta in base al valore contabile al netto degli ammortamenti effettuati negli anni precedenti; ciò significa che non si tiene conto del valore storico (costo totale di costruzione ed acquisto dei beni), o in alternativa del costo di rimpiazzo a nuovo dei medesimi; ciò penalizza enormemente, dal punto di vista del venditore, la stima dei beni poiché la medesima viene diminuita degli ammortamenti fatti e spesati dalla società, con notevole vantaggio per l’acquirente; nella relazione di bilancio di Agea Reti si legge Le immobilizzazioni materiali sono state iscritte al costo storico comprensivo degli oneri di diretta imputazione ovvero al valore di conferimento, dedotto l'ammortamento per quelle di durata limitata nel tempo; gli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali sono stati calcolati in base a piani che tengono conto della prevedibile durata e intensità dell'utilizzo futuro dei beni; nella maggior parte dei casi l'aliquota applicata coincide col coefficiente previsto dalla vigente normativa fiscale.
b) la perizia del dott. Stefano d’Orsi non utilizza metodologie di valutazione finanziaria e reddituale (trascura pertanto i flussi di cassa positivi attesi di Agea Reti, metodo DCF), e si basa esclusivamente sul metodo patrimoniale semplice, benché prassi e dottrina suggeriscano l’applicazione di più metodologie;
c) la perizia fa proprio il valore corrente di utilizzo (VCU) dei cespiti, determinato dalla società American Appraisal Italia, incaricata dal consiglio di amministrazione di Hera nel 6/09, dunque prima che il Tribunale di Bologna conferisse l’incarico al dott. D’Orsi, che dichiara in perizia di approvare criteri e valutazioni utilizzati dalla medesima società, a seguito di interviste effettuate esclusivamente a dirigenti e funzionari di Hera e di dati e documentazioni reperiti esclusivamente presso Hera;
d) la perizia, nella parte riguardante le reti gas Con.Ami, espone valori unitari (549 mila euro/Km, compresi allacciamenti) assai superiori a quelli attribuiti alla rete Agea (38,4 mila euro/Km, compresi allacciamenti), inducendo a ritenere che siano stati utilizzati criteri di valutazione non omogenei; per Agea Reti non è stata effettuata la stima della differenza di valore degli asset dal 2002 ad oggi, come è invece avvenuto per Area Asset di Ravenna, la cui valutazione risente fortemente del beneficio di 10,5 milioni, concordato tra la medesima ed Hera, appunto come differenza valore degli asset; infine la valutazione delle reti Agea è penalizzata dalla rettifica (- 4,5 milioni, contro - 2,9 concordati con Con.Ami e - 3,8 concordati con Area) per presunte manutenzioni straordinarie, dichiarate da Hera, ma non definite e verificate, nè negoziate e/o concordate formalmente con il Comune o con Agea Reti;
e) la perizia giurata non considera alcun avviamento (goodwill) di Agea Reti, né alcun premio di maggioranza a favore del Comune di Ferrara, da sempre in possesso della quota maggioritaria assoluta della società;
f) la deduzione degli ammortamenti dal flusso di cassa di Agea Reti nelle proiezioni economiche relative ai prossimi, tesa a valutare il rendimento della società, penalizza significativamente la valutazione della medesima, dal momento che tali ammortamenti dipendono dal valore originario di conferimento degli asset in Agea Reti in fase di costituzione, rappresentando dunque un costo convenzionale riferito ad impianti già pagati e con relativi mutui, accesi per il loro finanziamento, in prossima scadenza (2014); tale approccio, non tenendo conto di cash flow significativi ed interessanti generati da Agea Reti, penalizza la valutazione della società, in danno agli interessi della città e della collettività ferrarese;
· lo scambio tra le azioni Agea Reti e le azioni Hera per il valore nominale di 14,8 milioni di euro, genera una plusvalenza nel bilancio di HFS con conseguente tassazione pari a 900 mila euro, che nella sostanza costituiscono una perdita di valore del patrimonio originario oggetto delle scambio; va sottolineato che tale tassazione non avrebbe avuto luogo se le azioni di Agea Reti non fossero state precedentemente trasferite dal bilancio del Comune a quello di HFS; dunque il patrimonio rappresentato dalle azioni Hera ricevute in concambio, viene nella sostanza eroso per un importo di 900 mila euro;
ritenuto che
· il cash flow di Agea Reti (oltre 1,6 milioni fino al 2014, 1,8 negli anni successivi), rappresenta per l’azienda un flusso positivo in grado di finanziare manutenzioni straordinarie ed ampliamenti della rete, mantenendo la proprietà della partecipazione; esso è da comparare con il flusso derivante dagli utili delle azioni di concambio Hera, pari a 676 mila euro, stimati ottimisticamente da HFS, nell’ipotesi di concambio con le azioni Hera;
impegna il sindaco e la giunta
· a non cedere ad Hera le partecipazioni del Comune di Ferrara e di HFS in Agea Reti;
· a rifare la stima del valore aziendale di Agea Reti, chiedendo al tribunale di Bologna la nomina di un nuovo perito;
· qualora il consiglio comunale deliberi a maggioranza la vendita di dette partecipazioni, ad indire una gara ad evidenza pubblica, a diffusione europea, con il metodo delle offerte segrete in aumento rispetto al prezzo a base d’asta e con esclusione di offerte al ribasso;
· a garantire, in ogni caso di cessione delle partecipazioni, l’incasso per contanti del corrispettivo del loro valore;
· a destinare, in ogni caso di cessione delle partecipazioni, il corrispettivo incassato per il 50% alla diminuzione dei debiti comunali, per il 25% a nuovi investimenti in manutenzioni straordinarie del patrimonio comunale, per il 25% alla bonifica del quadrante est.