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Le politiche ambientali locali e la green economy
Archivio legislatura 2009 - 2014
A qualche giorno dal voto al bilancio comunale previsionale mi sembra importante riportare l’attenzione al tema del bilancio ambientale, argomento portato nello stesso consiglio comunale durante gli interventi, ma che va sempre ricordato come problematica quotidiana.
Questo infatti è a mio avviso uno dei problemi fondamentali che le amministrazioni pubbliche a tutti i livelli hanno il dovere di affrontare, perché se è vero che i servizi, le strade, le infrastrutture hanno una priorità nelle scelte di governo, è anche vero che l’ambiente in cui viviamo è la nostra casa, e la nostra casa non può avere il tetto senza tegole, le finestre rotte e i muri diroccati.
Il territorio italiano è soggetto a smottamenti, alluvioni, pezzi di montagna che franano, inquinamento dei suoli, delle falde e dell’aria. Come possiamo non pensare che anche gli interventi per risistemare la casa in cui viviamo non sia una priorità? Eppure mancano i fondi per affrontare seriamente una politica ambientale che intervenga per dare una svolta alla tendenza, tutta italiana, di pensare all’oggi, all’immediato, al contingente, al problema più urgente. Credo che anche nelle coscienze dei cittadini qualcosa debba cambiare, perché se esiste tra la gente una forte sensibilità ambientalista è vero anche che un’amministrazione non si può permettere di tralasciare per esempio, per una volta, l’asfaltatura delle strade per investire di più sul rimboschimento del suolo, sulla creazione di maggiore biodiversità nelle nostre campagne, sul fotovoltaico, sullo sviluppo di condizioni per diminuire l’intensità del traffico cittadino.
Perché purtroppo siamo tutti ambientalisti, ma se poi il comune non ci spazza perfettamente le strade quando c’è la neve e non riasfalta, imbituma, ripristina velocemente le strade, distrutte da neve e sale, dal trasporto pesante che tutti siamo costretti a subirci ecc. allora ci sembra che l’amministrazione non pensi a noi.
E pensare che in questo periodo si parla molto di Green Economy, si parla e basta. Esistono tra i comuni dei patti sul tema degli interventi sul clima e ambientali in generale, quali Patto dei Sindaci e Carta delle Città e dei Territori d’Italia, che rischiano di rimanere delusi dalla mancanza di fondi per poter rendere reali queste politiche. E ancora la Dichiarazione su Ambiente e Sviluppo delle Nazioni Unite approvata nell’ambito del World Summit di Rio de Janeiro nel 1992, attribuisce alle città e ai territori un ruolo determinante per l’attuazione di misure per uno sviluppo sostenibile. Ma perché gli enti locali abbiano veramente questo ruolo sarebbe necessario che lo Stato italiano prevedesse speciali fondi a ciò destinati.
E invece i comuni che hanno anche una coscienza verde, devono arrabattarsi con mille stratagemmi per riservare un po’ di risorse anche alle politiche ambientali. A Ferrara abbiamo importanti esempi di questi sforzi: ad esempio il Parco Urbano, le tante aree verdi attorno alle mura della città, la ciclabile Burana, un corridoio verde che va da Ferrara a Bondeno. I boschi protetti di Porporana e dello Schiaccianoci. Quindi nel piano triennale delle opere pubbliche sono previste realizzazioni di impianti fotovoltaici, il miglioramento energetico degli edifici comunali e interventi straordinari agli impianti termici; potenziamento della rete fognaria, altro intervento importante per preservare l’ambiente dagli scarichi non depurati nei canali; fondi per la pubblica illuminazione, che auspico vengano spesi in sistemi di illuminazione innovativi, a risparmio energetico e che riducano l’inquinamento luminoso. L’assessorato all’ambiente lavora al progetto di registrazione EMAS e ha realizzato il Bilancio ambientale consuntivo 2008, che monitora la situazione di quanto si è fatto e di cosa ancora si deve fare per l’ambiente e che la commissione ambiente si prepara a discutere e approvare.
Ma se il ruolo degli enti locali è così determinante, come detto prima, per la green economy, ovvero l’economia verde e, aggiungerei, per la politica verde, ecco che lo sforzo dovrebbe essere maggiore e adeguatamente finanziato da un lato, dall’altro perpetrabile solo attraverso un patto tra generazioni e tra amministrazione e cittadini, tra amministrazione e mondo produttivo, per capire quali contributi possiamo dare tutti e quali rinunce possiamo fare in cambio di più sostegno agli interventi ambientali.