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Ferrara e le acque del Po
Archivio legislatura 2009 - 2014
La vicenda degli inquinanti PFOA mostra da un lato come Ferrara sia costantemente costretta a depurare le acque inquinate da sostanze sversate nel Po dalle attività industriali delle altre regioni, dall’altro come la gestione delle acque cittadine sia virtuosa perché le sostanze PFOA e PFOS sono monitorate e viene gestita la depurazione delle acque anche da questi elementi chimici attraverso i filtri a carbone attivi. La cittadinanza può quindi stare tranquilla rispetto alla presenza di queste nuove sostanze inquinanti perché i filtri abbattono molto la loro concentrazione nelle acque del Po. Queste sostanze dal nome tanto ostico sono presenti nelle nostre acque già dal 2006, a seguito dell’introduzione da parte dell’industria chimica di composti organici perfluorati per la produzione di fertilizzanti. L’agenzia di ambito ATO e l’ARPA, durante la commissione ambiente del Consiglio Comunale, appositamente indetta, hanno sottolineato come ci sia da parte dei loro tecnici una continua rincorsa alle nuove sostanze che negli anni le industrie chimiche, come appunto quelle che producono fertilizzanti, introducono, sostituendone altre. Personalmente ritengo che questa sia una cosa molto grave e che queste aziende abbiano una precisa responsabilità nei confronti della società, che è quella di avvisare le comunità delle nuove sostanze che di volta in volta introducono o sostituiscono, e studiare assieme agli enti depuratori delle acque, soluzioni per la potabilizzazione. Sarebbe ora che la legge introducesse la responsabilità per le aziende dello smaltimento di quanto producono, ovvero l’obbligo di utilizzo di composti chimici quanto più possibile biodegradabili e di comunicazione di quali sostanze vengono immesse nell’ambiente.
Il monitoraggio continuo, l’aggiornamento costante dei tecnici, la ricerca di nuove tipologie di filtraggio e metodi di depurazione hanno un costo alto che grava tutto sulle amministrazioni e quindi sui cittadini, ma non sulle aziende che hanno questo forte impatto ambientale. Si pensi che solo la Germania e alcuni Stati degli USA hanno introdotto dei limiti ufficiali sulla concentrazione dei PFOA nell’acqua potabile, e questo è accaduto dopo casi importanti di contaminazione delle acque, non certo perché qualcuno li ha avvisati che tali perfluorati sarebbero stati introdotti in modo massiccio in agricoltura. C’è quindi la necessità impellente che si faccia una politica seria a livello nazionale sulle acque del nostro fiume Po, il più grande d’Italia, importantissimo per tutta la Pianura Padana che serve dal punto di vista idrico, assieme al suo sistema di affluenti e che raccoglie gli scarichi di tutte le fabbriche insediate lungo il suo lento cammino, oltre che le risultanze delle attività agricole e di allevamento qui portatevi dalle acque. Ferrara in particolare necessita di un aiuto, come utente finale dell’acqua del Po, costretta a filtrare un inquinamento di cui è responsabile solo in minima parte.