salta i contenuti principali a vai al menu
Sul Consiglio comunale dedicato al nuovo Sant'Anna
Archivio legislatura 2009 - 2014
Il Consiglio straordinario del 28 giugno mi ha permesso di parlare di argomenti che davvero mi stanno a cuore perché credo che stiano davvero a cuore ai cittadini che rappresento: ovverossia come intendiamo, noi del PD, dare un contributo concreto alla realizzazione di politiche socio sanitarie in una situazione paradossale che vede una realtà politica nazionale tagliare i fondi al pubblico ed una locale che pretende di raddoppiare gli ospedali.
Gli unici concetti che ho condiviso della risoluzione presentata dall’opposizione sono quelli relativi all’affermazione che “la migliore assistenza sanitaria possibile si realizzi in primo luogo con le buone politiche per l’ambiente e per la salute”, “vadano potenziati i servizi territoriali, l’assistenza sanitaria deve essere organizzata nel territorio, vicino a chi ne ha bisogno (meno ospedalizzazione), accessibile ed economica, per fare prevenzione, sanità di base e di primo livello e che sia un errore puntare tutto sull’ospedalizzazione”, principi assolutamente condivisibili anche perché da tempo sostenuti da vari professionisti e forze politiche …poi come se un’altra mano avesse preso il comando del documento si è passati ad una serie di affermazioni frutto di una azione di ricerca di definizioni e concetti di natura sanitaria che appare agli occhi di chi qualcosa di sanità ne capisce, più un convulso percorso di copia e incolla che un ragionamento compiuto, e quello che ne deriva è una ammucchiata di frasi spesso scollegate e quel che è peggio assolutamente confutabili. Questo è, quanto meno, il parere mio e della dr.ssa Ricciardelli, la responsabile del 118, un medico che conosco molto bene visto che abbiamo molti interessi in comune e con la quale scambio spesso delle opinioni sulle questioni sanitarie, la quale si è vista spesso citata non solo sui giornali ma indirettamente anche nella risoluzione e accusata di non aver dato mai risposte sul 118…non spetta a me parlare del curriculum professionale della dr.ssa Ricciardelli che tra l’altro coordina un gruppo di lavoro nazionale nell’ambito della SIMEU e FIMEUC (proprio quella società scientifica citata nel documento dalla opposizione) con il compito di definire gli standard strutturali e professionali dei servizi di emergenza-urgenza sia in extraospedaliero (118 per intenderci) che intraospedaliero (pronto soccorsi e reparti di medicina d’urgenza) e questo a confutare l’accusa fatta di “pontificare sulla validità del 118 e di non essere corretti professionalmente nel parlare dei pronto soccorsi, perché non competenti”; evidentemente l’opposizione essendo competente su tutto è sicuramente corretta sia deontologicamente che professionalmente e di questo ne prendiamo atto.
La dr.ssa Ricciardelli, da me sollecitata a dare le risposte attese dall’opposizione, risponde che non ha mai ricevuto da parte della propria Direzione Ospedaliera (suo unico datore di lavoro) alcuna richiesta a comunicare i dati relativi ai quesiti riportati con dovizia di particolari in tre capoversi della risoluzione, e questa volta devo dire che il copia incolla ha funzionato quasi correttamente.
Per dimostrare soprattutto a chi nell’opposizione la sanità la pratica, che tutti i medici che siedono sui banchi del consiglio prima di aver professato una fede politica hanno prestato il giuramento di Ippocrate che esorta i medici a lavorare secondo scienza e coscienza, a curare tutti indistintamente, ad applicare tutto quello che di meglio la scienza propone al fine di tutelare la salute di tutti i cittadini e non “a difendere, in maniera acefala, scelte sbagliate compiute dal proprio partito”, vorrei partire proprio dall’unico concetto della risoluzione che ho condiviso per avviare (almeno ci provo) con chi è davvero interessato un percorso che affronti i problemi della sanità ferrarese a 360 gradi: Meno ospedali e più servizi territoriali. Vedete tutti parlano del nuovo ospedale di Cona come di un avvenimento epocale per la sanità ferrarese, ebbene io sono convinta che ce ne siano due.
Nell’attuale S. Anna è previsto il mantenimento della maggior parte delle attività di assistenza specialistica che già vedono centinaia di migliaia di accessi ogni anno e l’attivazione di un nucleo di cure primarie con la presenza di ambulatori di medicina generale ed il trasferimento della continuità assistenziale per l’assistenza di base nelle ore notturne, nei festivi e prefestivi.
Si prevedono il trasferimento di tutti gli uffici amministrativi ed ambulatoriali dell’Azienda Sanitaria Locale di via Cassoli, e tutte le competenze dell’assessorato alle politiche socio sanitarie. Infine è previsto l’accorpamento di una serie di servizi: Area Direz. e Amm.va (Cassoli, Isonzo, Gandini, Comacchio), Distretto e Dip. Cure Primarie (compresa continuità assistenziale (Cassoli, Gandini, Boschetto, Pontelagoscuro, Chiesa, Montebello) Area Tossicodipendenze (Cossa, Kennedy, Mortara) Dip. Salute Mentale (Ghiara, Porta Po, Bartolo, M. Polo, Giovecca) Alcune Medicine di Gruppo (Angeli, Mentessi, Isonzo129)
Tutto questo in un unico e grande contenitore che è l’anello del S. Anna!
Quante volte sentiamo le lamentele dei cittadini perchè quando si sta male ma non troppo non si sa dove andare, quando il medico di medicina generale chiede gli esami per fare una diagnosi non si finisce mai perché comincia la lunga trafila del passaggio di carte tra uffici diversi e collocati anche in punti distanti tra loro o quando è in difficoltà a gestire una situazione personale o familiare e fa fatica a trovare chi si prenda cura di lui e tutto questo perché gli orari di accesso all’ambulatorio del MMG sono limitati, perché si ricorre allora al PS non perché c’è l’urgenza ma perché lì ti fanno tutto ed in giornata anche se aspetti delle ore in sala d’attesa, perché c’è scarsa integrazione fra mmg e specialisti che comunicano tramite carta e poco per telefono, perché è ancora scarsa l’integrazione fra ospedale e territorio, ancora due facce della stessa medaglia ma poco comunicanti, perché anche se molto è stato fatto molto rimane da fare in termini di integrazione fra area sociale e sanitaria; ebbene, preso atto di tutto questo, come intendiamo intervenire? Noi del PD siamo più che mai convinti che la risposta complessiva ai fabbisogni sanitari della popolazione ferrarese richieda una forte azione di compartecipazione di tutti i professionisti compresi i medici di medicina generale e siccome con la riorganizzazione dell’offerta sanitaria collegata alla strutturazione tecnologica e professionale del nuovo ospedale ci sarebbero tutti i presupposti strutturali e professionali per realizzare nell’anello del S. Anna una struttura sanitaria e sociosanitaria che sia davvero un punto di riferimento certo per i cittadini e alla quale ci si può rivolgere in ogni momento per trovare una risposta ai propri problemi di salute, ecco il secondo avvento epocale: la realizzazione in Corso Giovecca, di una Casa della Salute che garantisca la continuità assistenziale nelle 24 ore 7 giorni su 7, assicuri un punto unico di accesso ai cittadini attraverso il punto di accoglienza e la prima valutazione del bisogno effettuando in questo modo la presa in carico e/o l’orientamento ai servizi, realizzi concretamente l’attività interdisciplinare, organizzi e coordini le risposte da dare al cittadino, rafforzi l’integrazione con l’ospedale soprattutto in relazione alle dimissioni protette, alla presa in carico integrata di alcune patologie croniche e complesse, sviluppi programmi di prevenzione rivolti al singolo, alla comunità e a target specifici di popolazione. Condividiamo tutti questo progetto compresi i medici di medicina generale? Loro sono tra i protagonisti principali di questa organizzazione che, se condivisa, si prefigge di garantire la presenza di un professionista che accoglie le richieste dei cittadini, orienta ai servizi e si fa carico di attivare i percorsi complessi mediante un accesso al medico di medicina generale e all’infermiere per tutto l’arco della giornata, con la possibilità di risolvere in un’unica sede e in modo adeguato, la maggior parte dei problemi dei cittadini (senza confondere l’urgenza di risolvere un problema con l’emergenza legata alle condizioni cliniche del paziente che è in pericolo di vita), con una gestione delle patologie croniche attraverso percorsi assistenziali condivisi e presidiati.
Invitiamo nelle sedi opportune i responsabili dei servizi di emergenza-urgenza e del dipartimento di cure primarie ed altri attori protagonisti ad un dibattito serio, approfondito e costruttivo su come realizzare i percorsi integrati di assistenza dal territorio all’ospedale senza confondere le competenze e le responsabilità e senza creare finti luoghi di risposta sanitaria a discapito, questi si, della salvaguardia della salute dei cittadini.