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La paura di chiamare i soccorsi - 04/03/2010

Archivio legislatura 2009 - 2014
La paura di chiamare i soccorsi

(4-3-10) Durante la lezione all’Università di Ferrara, le studentesse, commentando quanto accaduto a Sahid, hanno detto: le persone hanno paura, non vogliono essere coinvolte, prima pensano a se stesse. Queste vicende erano tipiche, e purtroppo lo sono ancora, in relazione all’abuso di stupefacenti. A Siracusa, il 30 dicembre 2009 un uomo è stato abbandonato in spiaggia dall’amico, dopo un overdose di cocaina. E’ stato salvato miracolosamente dall’arrivo di una pattuglia di agenti. Un'altra persona, all’arrivo dei soccorsi, nega addirittura che in casa sua ci sia qualcuno che sta male e cerca di non far entrare i soccorritori. L’amico era già morto per overdose, dopo un’agonia durata tre ore. È accaduto nel maggio del 2009 a Reggio Emilia. Sul treno Napoli-Cassino, il 9 dicembre 2009, viene trovato morto un uomo probabilmente per overdose. Chi lo accompagnava lo ha abbandonato quando ha visto il compagno stare male. Purtroppo queste storie sono tante, e per lo più accadono in quelle realtà sociali dove i comportamenti tenuti sono definiti illegali, le persone che tengono tali comportamenti ritenute sgradite se non pericolose, l’opinione pubblica costantemente allertata sulla gravità e pericolosità del problema, che sia la tossicodipendenza o l’immigrazione, l’accattonaggio o in generale la miseria. Paura dei cittadini e paura di tutti coloro che sono stigmatizzati in un modo o nell’altro: tossicodipendenti, immigrati, miserabili, lavavetri, accattoni, zingari, ecc.
La nostra società è piena di queste particolari paure, sottili, indefinite, contagiose, mobili, rinnovabili, liquide per dirla con Bauman. Queste paure sono innescate e disinnescate periodicamente, seguendo i fatti di cronaca che vengono alla ribalta o anche gli interessi di gruppi economici capaci di sfruttare le caratteristiche dell’informazione mediatica (ricordate la grande, recente, spaventosa paura dell’influenza porcina? Abbiamo già dimenticato?) o di politici che navigano sull’onda di facili consensi. L’azione nasce dalle credenze, ricorda Hillman, perciò il potere non può contare solo sulle paure in quanto tali, deve diffondere anche le credenze. Le credenze che sostengono tali paure producono costantemente nuove fenditure nel tessuto sociale delle nostre comunità. Difficile disinnescare tale meccanismo di produzione di credenze e paure, ma ogni giorno possiamo contribuire a svelarne il funzionamento. Per questo vogliamo raccogliere le firme perché vengano promosse nelle scuole di ogni ordine e grado, e in tutti i contesti di aggregazione della nostra provincia, un’azione forte e incisiva di comprensione dei valori del vivere assieme, e della qualità di una comunità che vuole essere civile, che vuole pensare con la testa e con il cuore, che è capace di resistere alle manipolazioni delle credenze e delle paure. Iniziative dal titolo semplice e incisivo: “Io presto soccorso, chiamo il 118”. Per aderire inviate una mail avente come oggetto “Io presto soccorso, chiamo il 118” a forumwelfare@pdferrara.it indicando il vostro nome e cognome e comune di residenza.
Ultima modifica: 30-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
EMAIL: gruppo-partitodemocratico@comune.fe.it
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