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sei in: index > ARCHIVIO: Legislatura 2009 - 2014 > Gruppo Partito democratico > Lucci Marco > Attività del consigliere > Riflessioni sul Sant'Anna a Cona - 22/01/2010
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Riflessioni sul Sant'Anna a Cona

Archivio legislatura 2009 - 2014
Sui giornali locali in questi giorni sono comparse notizie relative a nuovi problemi per Cona (cioè la possibile turbativa d'asta e associazione a delinquere legata ad opere di connessione stradale al nuovo ospedale). PpF e PdL hanno preso la palla al balzo affermando che, per vari aspetti negativi della lunga e travagliata storia dell’Ospedale a Cona, le responsabilità debbano essere individuate e "pagate" dai colpevoli. Non entro in discussione. Prendo invece lo spunto per dire che oggi, rispetto al guardare al passato remoto e prossimo, cosa che è legittima ma che costruisce poco, è più importante impegnarsi su ciò che avverrà a partire dai prossimi mesi. Se apriamo il sito web dell’Azienda Sant’Anna o leggiamo direttamente il suo ultimo giornale cartaceo, notiamo subito il cronoprogramma dei lavori dei mesi che precedono l’iniziale operatività dell’Ospedale (prevista attorno la fine dell’anno in corso). Due le cose che i cittadini hanno il diritto di attendersi innanzitutto. La prima è che l’ospedale nuovo serva davvero e al meglio ( meglio di oggi) alle sue funzioni. Quali sono? Nel 2000 un Ospedale deve essere il luogo ove il cittadino sta il meno possibile per ricevere rapidamente e appropriatamente specifiche prestazioni. Questa è la sede dove si svolge la medicina che dà prestazioni di emergenza ed urgenza, fornisce la diagnostica e la terapia di alta o altissima complessità. In un ospedale quale quello di Cona poi si dovrà fare anche la ricerca e l’insegnamento essendo una azienda che comprende una parte ospedaliera e un’universitaria. E ciò deve essere per il livello qualitativo delle cure, con l’apporto fattivo e collaborativo delle due componenti, un valore aggiunto importante. Se Cona ha da essere un importante ospedale di riferimento, necessita di un organizzazione efficiente, di elevata qualità professionale del personale di ogni tipo e di attrezzature corrispondenti agli scopi. Tutte le altre prestazioni mediche ( altrettanto importanti e che spaziano dalla prevenzione alla diagnosi e alle cure di primo livello, alle cure delle cronicità e così via) dovrebbero essere svolte in altra sede tramite le attività della Medicina del territorio, dei Medici di base e delle altre strutture connesse, in maniera coordinata e in continuità con l’attività fatta in ospedale. E’ quindi necessario perché l’intero sistema funzioni che la Medicina territoriale, che è gestita dall’Asl provinciale assieme agli altri ospedali del territorio, sia all’altezza dell’aumento non solo quantitativo ma specie qualitativo dei nuovi compiti da svolgere. Avendo disponibili ovviamente le risorse adeguate. Oggi a Ferrara e non solo qui, questo processo faticoso in cui le funzioni di cura proprie di ospedale e territorio risultino ben distinte ma in un continuo coordinato, ha molta strada da percorrere. La seconda importante attesa dei cittadini è che l’ospedale, oltre a dare qualità di cura, sia più attento e rispettoso della persona che è in stato di bisogno. Sicuramente, le stanze, i bagni, la struttura generale del nuovo complesso possono dare quello che oggi in gran parte del vecchio Sant’Anna non è possibile. Si dovranno fare poi varie cose quali alleviare la permanenza dei pazienti con orari di visita molto ampi, considerando anche che per molti cittadini l’accesso al nuovo sito dell’ospedale sarà a lungo poco agevole, e permettere, quando richiesto e possibile, una assistenza ai degenti con la presenza di un famigliare. Ma il nuovo che i cittadini si attendono non è solo questione di spazi o di attrezzature. Quando si afferma che deve essere il "paziente" il fulcro, il centro dell’attenzione e dell’attività della sanità, bisogna dare concretezza a ciò e per questo c’è da cambiare progressivamente il tipo di mentalità da parte di tutti, operatori, pazienti e cittadini. Tra cittadini e operatori sanitari va instaurato, recuperato o migliorato un rapporto di attenzione e fiducia reciproca, dove i ruoli sono diversi ma pari è la dignità. La qualità professionale del personale va cercata e mantenuta con una "vera" formazione permanente, stimolando la conoscenza di esperienze in altre sedi, anche estere e nel territorio. Tutto il personale va motivato il più possibile, deve poter confrontarsi con obiettivi chiari e raggiungibili, deve potere essere orgoglioso di ciò che fa e di dove opera. Il lavoro di cura nell’ospedale deve essere più trasversale tra le varie competenze specialistiche e svolgersi meno entro l’ambito delle singole unità operative ( cioè i "reparti"). L’organizzazione, come la dislocazione delle attività nei vari spazi interni del nuovo edificio prevede, è pensata per aree a diversa intensità assistenziale più che per stretta adiacenza di unità operative. Quando l’ospedale funzionerà si vedrà meglio come i cambiamenti previsti ricadranno in benefici assistenziali. Ci vuole poi un ulteriore raccordo in rete funzionale stretta tra le varie professionalità che operano dentro l’ospedale, tra i vari ospedali della provincia e con alcuni centri di riferimento ultraspecialistici di altre città. Occorre un rinnovato e fattivo rapporto con l’Azienda ASL di Ferrara che gestisce gli altri ospedali e tutte le attività territoriali Bisogna, ciò è fondamentale, procedere nell’integrare l’assistenza sanitaria con quella sociale. Problema cruciale poi è che tutto deve confrontarsi coi costi necessariamente da contenere. Sostanziare queste affermazioni, comporta nella pratica grosse decisioni, probabili contrasti e anche sacrifici. Siamo in ritardo nell’attuare le trasformazioni, dettate dall’evolversi della società, per migliorare la sanità. Non cambierà molto se ci si metterà un mese in più o uno in meno ma bisogna concludere e presto quella che è la prima fase dell’impresa cioè l’edificazione delle mura. La trasformazione vera, se la si vuole, verrà dopo e su questa bisogna impegnarsi con un apporto corale, con una discussione a cui partecipino, oltre agli operatori e agli amministratori, anche la gente e le forze politiche e sindacali.
Ultima modifica: 30-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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