PREMESSO
Che la legge Nazionale consente la libera prostituzione e che detta attività non può
essere impedita in nessun modo dalle forze dell’ordine.
CONSIDERATO
Che lo sfruttamento della prostituzione è un reato che non viene certo ridimensionato
dalle multe ai clienti, nonostante ciò nella proposta di regolamento di Polizia Urbana del
comune di Ferrara è scritto: “Sulle strade e negli spazi aperti all’uso comune, è fatto
divieto di accordarsi per ricevere prestazioni sessuali a pagamento, colloquiando con
persone che, per atteggiamento e abbigliamento indecoroso o indecente rispetto al luogo,
siano manifestamente dedite ad esercitare la prostituzione”
VERIFICATO
Che esiste una sentenza in cui un giudice ha annullato la sanzione di 500 Euro
comminata dai Vigili ad un automobilista di Brescia perché si era fermato durante le
trattative in strada. Il giudice scrive che, sebbene la prostituzione sia contraria al buon
costume non costituisce attività illecita per cui è “preclusa la possibilità di porre delle
regole che creino ostacolo o intralcio allo svolgimento di tale libertà se non mediante leggi
statali”.
DEMENZIALE
Multare uno/a solo perché parla con una prostituta, quando questi/a potrebbe essere
il suo padre confessore o un assistente sociale mandata da un inutile assessore poco
competente.
PACIFICO
Verificare che nel dispositivo della sentenza della Cassazione n. 15596 del
27.7.2016 è scritto “la natura reddituale attribuita ex lege ai proventi delle attività illecite,
con la conseguente tassabilità quali “redditi diversi”, comporta, a maggior ragione, che
venga riconosciuta natura reddituale all’attività di prostituzione, di per sé priva di
profili di illiceità (costituendo invece illecito penale ogni attività di favoreggiamento o
sfruttamento della prostituzione altrui a norma dell’art.3 della legge 20.2.1958 n.75),
attività parzialmente tutelata dallo stesso ordinamento civile che comprende la prestazione
sessuale dietro corrispettivo nella categoria della obbligazione naturale, la quale, se non
consente il diritto di azione, attribuisce alla persona che ha svolto l’attività di meretricio il
diritto di ritenere legittimamente le somme ricevute in pagamento della prestazione
(art.2035 cod.civ.)”
RITENUTO
Che un comune oltre a tutelare il decoro dei residenti e il benessere del cittadino
debba garantire: il rispetto della norma, che tutti i soggetti produttori di reddito paghino le
imposte, la riduzione della criminalità, ecc. … fini questi che potrebbero essere soddisfatti
con la riapertura di confortevoli casini.
TUTTO CIÒ PREMESSO
IL CONSIGLIO COMUNALE DI FERRARA
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
a sollecitare il governo affinché intervenga efficacemente nella lotta allo sfruttamento
della prostituzione emanando al più presto una legge che preveda la riapertura dei casini e
il pagamento delle imposte da parte delle professioniste che operano nel territorio
nazionale
Il Presidente del Gruppo consiliare
Giustizia Onore Libertà
Ing. Francesco Rendine