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Vivere in Italia

Archivio legislatura 2009 - 2014
L'Italia è un paese nel quale sta diventando davvero difficile vivere.

Lo dico da giovane che ama la sua terra ed il suo paese.

E non mi riferisco ovviamente alle straordinarie peculiarità del nostro territorio, della sua storia che vive nelle nostre città, alla ricchezza delle nostre tradizioni o al nostro patrimonio culturale ed umano.
Dico che l'Italia è un paese difficile principalmente per i limiti del suo sistema politico ed economico e ancora di più per l'incredibile incapacità di superarli, di guardare avanti e di andare oltre.

Da troppi anni la possibilità di condividere obbiettivi comuni, di fare delle scelte, di portarle avanti insieme con la necessaria determinazione pare essere diventato un miraggio.

Quello che possiamo almeno condividere, in questo consesso, è che la crisi economica che da troppi mesi avvertiamo, che come amministrazione affrontiamo ma che ancora attraversiamo ci offre l'occasione per ripensarci, per focalizzare gli obbiettivi strategici nel futuro e per voltare pagina.

E' quello che stanno facendo gli Stati Uniti, la Cina...il Giappone.
Le economie emergenti, più giovani e flessibili le seguiranno in fretta.
Voltano pagina e guardano avanti su più livelli!
Ambiente, sviluppo, innovazione, regole, infrastrutture... stanno riparlando di tutto.

E Noi? L'Italia cosa fa?
Imbroglia sui cambi euro/sterlina per raccontarci che il nostro PIL cresce più di quello inglese...

Voltare pagina e guardare avanti su più livelli!
Da che mondo e mondo, il miglior antidoto alla depressione è il progetto.
Meglio se condiviso.

La nostra maggioranza ha prodotto un documento che io giudico esaustivo ed utile, che mette nero su bianco quello che è già nei fatti l'impegno del nostro Sindaco e dei nostri amministratori da diversi mesi.

Sebbene le leve nelle mani delle amministrazioni locali sono rimaste davvero poche (alla faccia delle autonomie locali e del federalismo) sono state tutte attivate.

Siamo i primi a metterci la faccia e a farci carico delle ansie e delle aspettative dei nostri concittadini, siamo considerati dal governo nazionale come l'ultima ruota del carro, ma ugualmente facciamo tutto quanto è in nostro potere, con la consapevolezza che lo sforzo potrebbe comunque essere insufficiente.

Impegno al risparmio e all'efficienza della macchina amministrativa, stanziamento di risorse straordinarie per i servizi sociali ed il sostegno alle fasce più deboli, salvaguardia dell’occupazione e del sistema produttivo locale, investimenti in infrastrutture nonostante il patto di stabilità interna...
Non ci dispiacerebbe affianco alle parole d'emergenza quali soccorrere, tamponare, salvare, aiutare, poter spiegare ai ferraresi come pensiamo di costruire e portare avanti insieme a loro nuove opportunità di crescita e di sviluppo per il nostro territorio, per loro, per i loro figli.
Questo se non avessimo mani e piedi legati: gli enti locali sono stati indiscriminatamente inchiodati dal governo nazionale, che in questo momento ha la palla in mano.

Lo dico rivolgendomi principalmente ai colleghi del PDL e della LEGA, affinché riferiscano sopra: se non ce la fate passate la palla, noi qui siamo pronti ad accettare la sfida di un federalismo vero, quindi anche e soprattutto fiscale.

Fintanto che il governo di Roma non passa la palla e anzi la tiene ben stretta tra le mani senza guardarsi attorno possiamo limitarci ai suggerimenti discreti.

Pretendiamo semplicemente che si riconosca che abbiamo dei problemi seri, problemi che non si risolveranno da sé, problemi che altri non risolveranno per noi.

1) Non possiamo lasciare che la recessione indebolisca ulteriormente la nostra già incerta attitudine all'innovazione e al salto tecnologico dei sistemi produttivi. Serve una politica nazionale, cosa state facendo?
Mai avrei pensato di dover sperare in Claudio Scajola affinché il mio paese non perda l'ennesimo treno digitale. Mi spiegate il senso dei folli stanziamenti per opere quali il ponte sullo stretto mentre bloccate il piano sulla banda larga? Ce lo spiegate?

2)Oggi "chiunque” riconosce la NECESSITA' di migliorare i tassi di crescita con riforme capaci di attivare le forze di mercato: imprese, lavoratori e giovani.
Per fare questo serve una POLITICA NAZIONALE!!
Diteci chiaramente, ditelo ai giovani come me, avete voglia di innovare e di aprire la porta o volete continuare la sciagurata via dirigista e protezionista degli aiuti di stato stile Alitalia-Malpensa? avete intenzione di farlo continuando a riempirvi la bocca di libero mercato?
Dobbiamo aspettare di tornare noi al governo per vedere anche solo qualche timida politica di liberalizzazioni, di apertura reale al mercato e alla concorrenza?

3) Sugli ammortizzatori sociali: non è vero che tutto funziona, lo dicevano altri: c’è un problema di prolungamento della cassa ordinaria, c’è un problema di erogazione della cassa in deroga. Molte famiglie di lavoratori sono in difficoltà gravi, per alcune siamo al dramma. Senza contare l'universo di cui sono parte: gli atipici e i precari.
Lo strumento stesso della cassa integrazione produce storture enormi, diseconomie preoccupanti ed ormai insostenibili.
E' troppo chiedere un sistema di ammortizzatori razionale, assennato e virtuoso? Riprendete le proposte di Marco Biagi sui sussidi di disoccupazione, dedicate un'occhiata alle proposte avanzate dal nostro senatore Pietro Ichino, credo meritino.

4) Ricerca, sviluppo e innovazione, anche questo è un problema principalmente nazionale: vediamo solo tagli. Siamo preoccupati.

5) Sulla scuola abbiamo capito solo che i giudici di Strasburgo “possono morire” e che difenderete la crocefisso nelle classi in attesa dei grembiulini.
Ma all'Italia interesserebbe sapere se le scuole e l'università pubbliche, ossia quelle di pertinenza governativa, facciano parte in una qualsiasi forma dei vostri piani; e ci chiediamo se non possano essere il centro della ripresa, magari costruendo finalmente quei percorsi di formazione permanente oggi confinati alla libera e sacrosanta iniziativa privata.

6) L'ambiente: green jobs potrebbero permettere di riassorbire parte della crisi occupazionale che colpisce settori più tradizionali dell'economia. Ma servono politiche nazionali.
Al di là del valore intrinseco di tutela ambientale che ha un suo peso economico, c'è una questione di equità intergenerazionale: non abbiamo il dovere di consentire una redistribuzione di risorse a favore delle generazioni future?

7) Il turismo, la sfida più importante insieme a quella ambientale: non possiamo vendere il territorio a brandelli, dobbiamo venderne l'insieme (che tra l'altro è anche la nostra forza!). Gli assessori Bellotti e Maisto lavoreranno in questa direzione.
Ci chiediamo se il governo stia progettando qualcosa o se dobbiamo accontentarci di italia.it e Magic Italy...

Noi siamo consapevoli della complessità dei problemi.
Voglio rivendicare con un certo orgoglio l'appartenenza ad un gruppo, quello del PD, che fa riferimento ad una forza politica strutturata e di carattere Nazionale che persegue un'idea COERENTE di Paese nel suo insieme, e che quotidianamente avanza proposte ed elabora soluzioni, nelle sedi appropriate.

Noi qui, abbiamo fatto, facciamo e faremo la nostra parte. Cortesemente: i colleghi dei partiti con altre e alte responsabilità di governo non scarichino il barile.
Ultima modifica: 30-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
EMAIL: gruppo-partitodemocratico@comune.fe.it
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