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Le rendite catastali e la proposta di istituire una Commissione d'inchiesta
Archivio legislatura 2009 - 2014
In consiglio comunale è arrivata nei giorni scorsi la curiosa proposta di istituire una commissione d'inchiesta sulla Revisione delle Rendite Catastali. Un'argomento "caro" a molti concittadini, del quale molto si è parlato senza mai entrare realmente nel merito.
Con quest'iniziativa "spontanea" Io Amo Ferrara nella persona del capogruppo De Anna ha proposto l'istituzione di una nuova commissione ad hoc ed ha candidato il "compagno" e professionista Cavallari a presidente della stessa.
Tutto lecito, tutto comprensibile: ma inutile e poco sano.
Come ha autorevolmente constatato il consigliere Brandani a volte si ha il sospetto che l'opposizione faccia a gara per prendere la medaglia di primi della classe. Si possono spiegare anche così il fiorire di "scoop" e di "inchieste" delle minoranze su fatti già noti? E perchè dopo aver "denunciato" i problemi non ci si cura di avanzare proposte realmente utili e praticabili per risolverli?
Nel caso specifico la vicenda delle rendite catastali nasce due consigliature fa.
Arriva oggi alla cronaca (e alla polemica) politica per due ordini di ragioni: l'allarme di centinaia di cittadini che si ritrovano un aumento di "costi" legati alla revisione dei valori catastali e le polemiche sulle modalità di notificazione oltre alla chiarezza della stessa.
Insomma un problema di merito ("non voglio pagare di più") ed uno di metodo ("potevate dirmelo, prima e meglio").
Chi intende la politica come un'azione tesa all'interesse collettivo e al benessere duraturo sa che un problema di metodo a volte può rappresentare un problema di merito ("una scelta giusta fatta nei tempi e nei modi sbagliati può risultare sbagliata").
Ma chi intende e pratica la politica con approssimazione e senza prospettiva tende vigliaccamente a nascondersi dietro al "metodo" quando in realtà ha un problema di "merito".
Le opposizioni spieghino se hanno un problema sul "metodo" dell'agenzia delle entrate (diretta dai ministri romani!!) o invece intendano difendere i "privilegi" dei proprietari di immobili in centro-storico.
Forse è il caso di ricordare che la "microzona 1" oggetto della revisione è un caso raro stando ai rapporti dell'agenzia del territorio.
La discrepanza fra il valore immobiliare (di mercato) ed il valore catastale (sul quale si calcolano diverse imposte) è si aggira attorno al 40%!
Tradotto: per lo Stato la stessa casa (stessi vani, stessa metratura, stesse condizioni) a Mizzana vale 100 in viale Cavour vale 60 (!) mentre inversamente per il mercato le stesse case valgono 100 a Mizzana e 200 in viale Cavour!
Non voglio neppure indagare le ragioni storiche di una disparità che è troppo mostruosa per non riconoscere la bontà di un intervento adeguativo.
A nessuno piace vedersi recapitare un nuovo "onere" specialmente in momenti di difficoltà economiche diffuse ed è sacrosanta la richiesta di chiarezza e di condivisione da parte dei cittadini interessati.
Le forze politiche che rispondono alla situazione complessiva della comunità e non agli interessi particolari non possono non denunciare le evidenti disparità ed -ahimè- i privilegi di cui i proprietari di immobili nella microzona 1 hanno goduto negli anni (quand'anche inconsapevolmente): l'attuale situazione è ingiustificabile.
Spiace constatare come anche i provvedimenti tesi al ripristino dell'equità e del buonsenso finiscano per essere oggetto di facili strumentalizzazioni, alle quali purtroppo ci stanno abituando.