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sei in: index > ARCHIVIO: Legislatura 2009 - 2014 > Gruppo Partito democratico > Balestra Enrico > Attività del consigliere > Una Comunità nell'emergenza e la "voglia" di Municipalità - 11/01/2010
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Una Comunità nell’emergenza e la 'voglia' di Municipalità

Archivio legislatura 2009 - 2014
La situazione che è venuta a crearsi nelle giornate fra il 19 ed il 22 dicembre in tutti i territori dell'Emilia Romagna e non solo, le difficoltà di tutte le istituzioni, gli enti e le autorità preposte ad affrontare l'eccezionalità del momento e non ultimi i numerosi incidenti e le tragiche fatalità occorse, dovrebbero indurre tutta la comunità ferrarese ad una riflessione attenta ed approfondita.
Un riflessione attenta e seria circa il ruolo delle istituzioni pubbliche e quello dei privati cittadini nelle situazioni di emergenza, per ritrovare il senso dell'essere -appunto- una Comunità.
Se Ferrara fosse una città inglese o canadese, un qualsiasi volenteroso cittadino (o straniero residente) dal computer di casa propria avrebbe potuto in pochi minuti e con imposte ridicole aprire un'impresa di rompighiaccio, assumere chiunque come lui avesse bisogno e voglia di lavorare (di questi tempi non mancano), pubblicare sui giornali annunci e tariffe, e l'indomani mattina avrebbe potuto produrre benessere per se e per la sua città.
Perchè nel nostro paese non sia naturale, ovvio, civile e democratico immaginare scenari del genere resta tutt'ora un mistero.
A livello comunale, nella Ferrara italiana, la discussione sull'emergenza neve nella commissione straordinaria di Controllo sui servizi pubblici locali ha fortunatamente offerto interessanti spunti di riflessione oltre alle prevedibili -e probabilmente inevitabili- polemiche e strumentalizzazioni.
Mentre tutti -per primo il Sindaco- condividono l'idea che questa piccola-grande emergenza abbia svelato criticità strutturali ed aspetti di fragilità preoccupanti intrinsecamente legati agli scenari eccezionali, sarebbe importante evitare tanto le demagogie e le generalizzazioni sommarie quanto il facile gioco dello "scarica barile" cavillando instancabilmente sulle responsabilità di "altri".
Se legittimamente -quali cittadini esigenti e operosi- rivendichiamo il diritto a "strade pulite" e "servizi sempre migliori" anche nelle "situazioni d'emergenza" dobbiamo anche essere capaci di fare il passo successivo: a chi chiediamo di farlo? come? e a che prezzo?
La risposta a queste domande è tutt'altro che scontata.
Storicamente nella nostra provincia il servizio di salatura e sgombro della neve è sempre stato associato a quello di pulizia e spazzamento delle strade dai rifiuti per ragioni ovvie:
- chi assolve al servizio di spazzamento può considerarsi (ed è!) il più attrezzato dal punto di vista logistico ed il più preparato a coprire tutte le zone della città
- in territori come il nostro le precipitazioni nevose ed il gelo tendono a concentrarsi su pochi giorni di pochi mesi dell'anno con temperature massime al di sopra dello zero e rappresentano un'evento stagionalmente circoscritto e occasionale
- è economicamente razionale l'idea di impiegare il mesedimo personale dello spazzamento, assimilabile per mansioni da svolgere, alla pulizia delle strade dal ghiaccio.
La razionalità e le buone pratiche del servizio "tradizionale" si sono dimostrate ampiamente all'altezza delle situazioni "normali".
E' davvero curiosa la tesi avanzata da qualche consigliere secondo il quale la situazione meteoreologico-climatica dei giorni fra il 19 ed il 22 dicembre 2009 sarebbe da considerarsi assolutamente "normale".
E' una tesi in palese contrasto con i dati registrati negli ultimi 60 anni e diffusi non solo da ARPA ma anche dagli osservatori internazionali sul clima, secondo i quali possiamo affermare che negli ultimi trent'anni, ed in particolare dopo il 1991, "le giornate di ghiaccio (temperature massime al di sotto dello zero) sono diventate molto rare" tanto che "una serie di tre giorni di ghiaccio consecutivi, non si registrava dal Gennaio 1985".
Se s'intendesse risalire alle occasioni precedenti per rintracciare valori massimi così bassi nelle nostre zone occorrerebbe ritornare al Febbraio del 1956.
Chiarezza e serietà andrebbe richiesta anche a quanti argomentano che, dal momento in cui le "nevicate erano previste" necessariamente si sarebbe "potuto evitare ogni disagio".
Sfortunatamente non tutto ciò che avrebbe potuto essere prevedibile viene effettivamente previsto, come dimostrano le previsioni -verificatesi errate- di aumento delle temperature previsto per domenica 20 dicembre. Quand'anche previsto non sempre un evento può essere adeguatamente corrisposto se non a fronte di costi enormi, o -come nel caso in questione- persino implausibili prima che irragionevoli.
Eventi di questa entità si verificano eccezionalmente una volta ogni 30 anni.
La comunità ferrarese ha un'ottimo livello di gestione della normalità, come dimostrato in passato e nelle più recenti nevicate del 5-6 gennaio 2010.
Le emergenze invece richiedono di essere riconosciute come tali e trattate di conseguenza.
Devono essere riconosciute come tali dalle istituzioni pubbliche tutte nel loro insieme (Comune, Provincia, Prefetti, Ospedali, Forze dell'Ordine, ARPA, Autostrade, ATC, scuole...) così come dai cittadini.
Per affrontare al meglio le emergenze che potranno ripresentarsi sarà imprescindibile ed ineludibile immaginare e prevedere un'assunzione di responsabilità diffuse e decentrate.
Certamente sviluppare nuovi canali di comunicazione, attrezzare la protezione civile, attivare associazioni di volontariato, diffondere una nuova consapevolezza civica ai nostri concittadini, e -perchè no- infrangere il tabù della libera iniziativa privata e magari fare qualche passo verso l'Europa.
Ultima modifica: 30-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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