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O.d.g. sul sostegno alla famiglia e alle fasce meno abbienti della società.
Archivio legislatura 2009 - 2014
Premesso che
· il disegno di legge di stabilità 2011 prevede una sostanziale riduzione di risorse in materia di politiche sociali;
· nella manovra economica non c'è alcuna misura, di tipo strutturale e di dimensioni adeguate, a sostegno degli strumenti di protezione sociale e di contrasto alle povertà;
· sono state confermate le decurtazioni – già avvenute con il decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 – di tutti i principali Fondi relativi alla spesa sociale;
premesso inoltre che:
· le risorse finanziarie assegnate alle politiche del welfare, di sostegno alla famiglia e alle categorie sociali più deboli, hanno subito in questi ultimi due anni una grave riduzione. Riduzione che si è acuita in modo preoccupante con le misure imposte dal decreto legge n. 78 del 2010 che ha tagliato in modo insostenibile i finanziamenti per gli enti locali, attraverso una riduzione pesantissima dei trasferimenti alle Regioni. E ciò sta portando ad una conseguente inevitabile riduzione dei servizi di assistenza alla persona e dei servizi sociali a forte componente sanitaria (disabilità, non autosufficienza, assistenza domiciliare, eccetera);
· alla tabella C del disegno di legge finanziaria per l'anno 2010, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la dotazione finanziaria per il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza subisce una ulteriore riduzione rispetto alla legge finanziaria per il 2009, nella quale peraltro il finanziamento della legge 28 agosto 1997, n. 285, recante disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza, recava una riduzione di stanziamento pari a più di 5 milioni di euro passando da 44,4 a 39,2 milioni di euro;
· questo taglio si aggiunge alle riduzioni di spesa previste dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n, 133, (cosiddetta manovra d'estate per il 2008) alle missioni nel cui ambito sono finanziate le politiche per l'infanzia e l'adolescenza (cooperazione allo sviluppo, istruzione, diritti sociali, solidarietà sociale e famiglia, giovani e sport, salute, immigrazione) pari a ben 2 miliardi e 600 milioni di euro;
· fra le attività a tutela dei minori che rischiano di essere particolarmente compromesse si segnalano quelle relative all'affidamento dei minori, disciplinate dalla legge 4 maggio 1983, n, 184, come modificata dalla legge 28 marzo 2001, n. 149,
considerato che:
· il maxiemendamento approvato alla Camera dei deputati ha parzialmente reintegrato il Fondo nazionale per le politiche sociali prevedendo uno stanziamento, per il solo 2011, di 200 milioni di euro, misura apprezzabile, ma sicuramente non ancora sufficiente;
· nonostante il Fondo nazionale per le politiche sociali rappresenti il principale strumento di finanziamento con cui le regioni e gli enti locali erogano i servizi sociali, in soli quattro anni le risorse da ripartire alle regioni hanno subito una drastica riduzione;
· il Fondo per le politiche della famiglia viene ridotto di più di 80 milioni di euro, rispetto alla legge finanziaria 2010, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013;
· in questi anni nel nostro territorio regionale, grazie all’azione delle Istituzioni, insieme ai soggetti del Terzo Settore e ai soggetti privati, si è sviluppata un’ampia, diffusa e qualificata rete di servizi che si fa carico dei bisogni della famiglia, dalla prima infanzia fino alla non autosufficienza e agli anziani, allo scopo di sostenere i genitori nel difficile compito educativo e per conciliare i tempi di cura e di lavoro;
· a livello nazionale l’Emilia-Romagna uno dei più alti indici di occupazione femminile (oltre il 60%), la percentuale più alta di posti nido rispetto ai bambini (tra il 25% e il 30%), una rete di Centri per le Famiglie che si occupano della famiglia in tutte le sue dimensioni, a partire dalle situazioni di fragilità, in stretto raccordo con i Consultori Familiari;
· nel Comune di Ferrara l’indice di occupazione femminile è pari al 63% confermandosi in linea con i dati della media regionale.
· il Comune di Ferrara, nell’anno scolastico 2009/2010, ha garantito 856 posti in servizi per la prima infanzia (0-3 anni), comprendendo anche i posti-Nido in convenzione con le strutture private, raggiungendo una percentuale di copertura pari al 28,50% della popolazione di riferimento;
· nonostante l’azzeramento del Fondo Nazionale per la Famiglia di cui sopra, la spesa dei Comuni, compreso quello di Ferrara, per i servizi alle famiglie non ha subito riduzioni, a conferma della scelta prioritaria;
rilevato che:
· il Fondo per la non autosufficienza, che aveva uno stanziamento di 400 milioni di euro per il 2010, allo stato attuale risulta azzerato. La regione Emilia Romagna, nonostante i tagli, ha deciso di aumentare il proprio stanziamento di 30 milioni, garantendo di fatto le risorse senza alcuna variazione. È da sottolineare con estrema preoccupazione che per il 2011 e per gli anni successivi, il Governo non abbia infatti previsto un adeguato rifinanziamento di tale fondo;
· il Fondo contributo affitto (articolo 11 della legge n. 431 del 1998), viene di fatto praticamente eliminato dal bilancio statale, alla sua creazione, nel 1998, il fondo sociale per gli affitti era finanziato dallo Stato con uno stanziamento equivalente a circa 300 milioni di euro; l'ultima finanziaria del Governo Prodi stanziava oltre 205 milioni di euro. Nel 2009 era di 143 milioni, nel 2010 è stato ridotto a 110 milioni; per il prossimo anno è stabilito un taglio ulteriore di oltre i due terzi con una dotazione di 33,5 milioni di euro. Per il 2014 è previsto uno stanziamento che è un decimo di quello che c'era nel 2009 e meno del 5 per cento di quanto era previsto nel 1998;
ricordato che:
· la famiglia rappresenta una risorsa da valorizzare, da sostenere e promuovere, soprattutto in un momento di grave crisi economica quale quello che stiamo attualmente attraversando, una crisi che colpisce duramente le famiglie ed i lavoratori;
· creare politiche e servizi a favore della famiglia significa agire per la crescita e lo sviluppo economico e sociale di tutta la comunità;
· la tutela e il sostegno alla maternità e paternità rappresentano una priorità amministrativa della Giunta Comunale di Ferrara;
IMPEGNA IL SINDACO E LA SUA GIUNTA
a farsi promotore presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri
· per reperire le risorse necessarie a rifinanziare, in modo adeguato, il Fondo nazionale per l'adolescenza e l'infanzia, il Fondo nazionale per le politiche sociali ed il Fondo per le politiche della famiglia;
· ad adottare misure strutturali di sostegno per i giovani e le famiglie finalizzate allo sviluppo della rete dei servizi sul territorio, a partire dai consultori familiari, dagli asili nido, dal sostegno alla non auto sufficienza, allo sviluppo degli interventi per la domiciliarità;
· a considerare le politiche giovanili come parte integrante, sostanziale e strategica delle politiche di sviluppo della nostra società.
IMPEGNA ALTRESI’ IL SINDACO E LA SUA GIUNTA
· ad attuare quanto previsto all’interno delle “Linee programmatiche per il mandato amministrativo 2010-2015 del Comune di Ferrara” in materia di politiche familiari in particolare l’obiettivo 21 e 22 garantiti dalle azioni strategiche 56, 57, 58, 59, 60;
· di illustrare annualmente in Consiglio Comunale, contestualmente alla verifica annuale delle linee programmatiche, lo stato dell’arte sulle politiche familiari attuate nel Comune di Ferrara.
I consiglieri comunali PD: Simone Merli, Alessandro Talmelli e Marco Lucci.