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Sulla questione del terreno di via Diana
Archivio legislatura 2009 - 2014
Il consigliere del PPF Tavolazzi, travolto dalla sfiducia di Grillo, è alla ricerca di facile consenso dopo lo scivolone della doppia domiciliazione, con annessa questione sulla legittimità dei rimborsi per i trasferimenti da casa sua al Comune. A questo fine, non gli gioveranno più le ormai usuali, false accuse all’Amministrazione.
In primo luogo, la quota di partecipazione in AGEA Reti è stata valutata da un perito nominato dal Tribunale e – al di là di prese di posizione demagogiche – quella perizia non è mai stata contestata né in sede tecnica né – ormai quasi tre anni orsono – in consiglio comunale. Tavolazzi, infatti, ha trovato conveniente lanciare generiche accuse, ma si è guardato bene dall’esplicitare le proprie obiezioni e dal compiere gli atti formali conseguenti. Inoltre, ha sempre evitato, e continua accuratamente ad evitare, di far menzione di un onere manutentivo assai pesante (rifacimento di circa 19 km di rete, oltre a 8 già programmati) che – per disposizione dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas – incombeva sugli impianti e che, se non si fosse decisa la cessione di AGEA Reti, sarebbe stato in larga misura a carico delle risorse comunali.
Per quanto riguarda invece l’area Karin B, la musica non cambia, Tavolazzi scaglia accuse tanto roboanti quanto generiche, non supportate da un confronto con i fatti scevro da pregiudizi. La verità è che – per risolvere la questione dell’area Karin B – si potevano seguire due strade: far valere il cosiddetto “principio dell’accessione” (tutto ciò che è costruito sul suolo diventa di proprietà del proprietario del suolo, salvo la sussistenza di un diverso titolo) ma ciò significherebbe che il Comune dovrebbe rimborsare ad Hera il valore dei manufatti (comprensivo delle manutenzioni che si sono rese necessarie nel corso del tempo) che su quel suolo sono stati realizzati, per un importo che sarebbe di gran lunga superiore al valore dell’area, con la conseguenza di un notevole esborso da parte del Comune; oppure – ed è il percorso che si è scelto – considerare che il Comune abbia di fatto conferito ad AGEA (poi Hera) un diritto di superficie trasformandolo poi – in ossequio alla legge in diritto di piena proprietà nelle aree destinate a insediamenti produttivi, e ricevendo in cambio da Hera un corrispettivo i cui criteri di determinazione sono fissati dalla medesima legge e dalla conseguente delibera di aggiornamento del novembre scorso, e che tengono conto del costo di acquisizione dei terreni, del costo degli oneri finanziari e delle opere di urbanizzazione sostenute dal Comune, con piena rivalutazione ISTAT.
E’ significativo notare che, se il Comune avesse a suo tempo provveduto a conferire i terreni ad AGEA in conto capitale alle condizioni allora vigenti (1996), la rivalutazione ISTAT più gli interessi del valore di quei terreni darebbe oggi un risultato analogo al corrispettivo che il Comune si appresta ad incassare.