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L'aumento del pedaggio al casello Ferrara Sud
Archivio legislatura 2009 - 2014
Da giovedì 1 luglio chi, per lavoro o motivi personali, è costretto ad usare l’autostrada ed entra o esce dal casello di Ferrara sud, è un po’ più povero. Si paga 1 euro in più ogni volta (e i camionisti ne pagano 2). Fino al 2011.
Il motivo di questo aumento, come ormai è ben noto a tutti i ferraresi, sta nel fatto che il casello Ferrara sud collega l’autostrada al raccordo Ferrara-Portogaribaldi, di proprietà Anas. Per dirla in termini di legge, infatti, “Anas S.p.A. e' autorizzata ad applicare una maggiorazione tariffaria forfettaria di un euro per le classi di pedaggio A e B e di due euro per le classi di pedaggio 3, 4 e 5, presso le stazioni di esazione delle autostrade a pedaggio assentite in concessione che si interconnettono con le autostrade e i raccordi autostradali in gestione diretta Anas ”. Per dirla in termini sostanziali paghiamo perché ci si “immagina” che chi passa dal casello possa prendere la Ferrara-Mare.
Il provvedimento è inserito nel decreto attuativo della Manovra finanziaria del Governo datato 25 giugno. E dire che proprio giovedì 1 luglio, su repubblica.it, i lettori potevano scoprire dell’esistenza del “Mattinale”, la velina che detta quotidianamente la linea ai big del Pdl, e proprio in quello del 25 giugno un articolo proclamava “Abbiamo un primato, niente nuove tasse”. Beh, forse a ben pensarci hanno ragione. Dopotutto il pagamento di una tassa prevede una controprestazione, un servizio in cambio di quanto pagato, e nel nostro caso ci costringono a pagare per un servizio, l’utilizzo del raccordo Ferrara-Portogaribaldi, di cui non è detto che usufruiamo. E la beffa è ancor più odiosa se si pensa alle condizioni in cui versa quella strada, insicura, priva di una corsia di emergenza e di aree di sosta.
Quello che peserà nelle tasche dei ferraresi e non solo che intendono attraversare in entrata o uscita Ferrara sud è un vero e proprio balzello: quel che il dizionario della Crusca definiva come una “gravezza straordinaria”, che “colpisce inaspettatamente, in modo indiretto e quasi di balzo, a differenza dell’imposta ordinaria e diretta”.
Il risultato di questa operazione saranno maggiorazioni per i pendolari fino a 250 euro in più l’anno, la probabile penalizzazione dell’economia turistica cittadina e balneare soprattutto, ed il rischio di concentrare il traffico in uscita al casello di Ferrara Nord provocando disagi alla mobilità in quella zona. E mentre, nell’attuale gravissima situazione di crisi, il Governo mira a far cassa su lavoratori e famiglie che si avvalgono del trasporto su gomma, non viene al contempo presentata una strategia di incentivazione al trasporto pubblico su ferro, anzi, Ferrara risulta gravemente danneggiata anche su questo fronte (basta citare la soppressione lo scorso inverno delle fermate degli Eurostar nella tratta Ferrara-Roma oltre al disagio manifestato dai pendolari aggregatisi di recente in comitati a Ferrara come negli altri capoluoghi a noi vicini).
Si paga, quindi, per un servizio inesistente, senza avere alternative, e paga soprattutto chi è già svantaggiato per una situazione di pendolarismo. Ecco perché chiediamo quali iniziative l'Amministrazione locale intenta attuare per eliminare questo balzello iniquo ed ingiustificabile.