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La nuova direttiva europea sull'utilizzo degli animali per sperimentazioni
Archivio legislatura 2009 - 2014
Ieri, 8 settembre, il Parlamento Europeo ha approvato una nuova direttiva sull'uso degli animali nelle sperimentazioni scientifiche. Il testo era in discussione già dal 2008: dopo due anni di “aggiustamenti” risultano soddisfatte le industrie farmaceutiche, assai meno chi promuove la tutela degli animali.
La direttiva, che consente tra l'altro anche l'utilizzo di randagi come cavie, di fatto non obbliga il ricercatore a metodi alternativi alla vivisezione, prevedendo invece la “riutilizzazione” dello stesso animale per più esperimenti oppure l'esecuzione di procedure assai dolorose, quali la toracotomia, senza alcuna forma di anestesia. Davanti al progresso tecnologico e scientifico che consentirebbe minori violenze, la tutela degli interessi dell'industria sembra rimanere l'unico obiettivo perseguibile, senza tener conto della sofferenza e del dolore inflitto a milioni di animali ogni anno.
Se da un lato l'UE aveva l'esigenza di normare realtà interne in cui, sul tema, non esiste alcuna forma di controllo e trasparenza, l'Italia è comunque più avanti rispetto a quanto previsto nella nuova regolamentazione comunitaria. Oggi la legislazione italiana -basata su un decreto del 1996- prevede maggior rigore rispetto al nuovo quadro di riferimento europeo: nel recepimento della direttiva si deve pertanto puntare a mantenere tali aspetti di maggior favore riguardo alla tutela degli animali. Tuttavia è innegabile la profonda amarezza per l'approvazione, in sede europea, di misure così morbide relative agli obblighi delle industrie che procedono alla sperimentazione sugli animali.