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Mozione - Mense scolastiche
di Ilaria Morghen e Sergio Mariano Simeone - 27.6.2016
P.G. 74426/2016
Premesso che:
a seguito di un ricorso al TAR di 583 famiglie torinesi che protestavano contro l’aumento delle tariffe della refezione scolastica, la sentenza della Corte d’Appello di Torino (19 aprile 2016) ha recentemente riconosciuto il diritto per le famiglie di poter scegliere tra refezione scolastica a pagamento e il pasto domestico portato da casa
la Corte di Appello ha pertanto statuito che ciascun istituto scolastico debba adottare idonee misure organizzative – anche in funzione degli aspetti igienico/sanitari - in relazione alla specifica situazione logistica;
adeguarsi al principio sancito dalla Corte rappresenta, dunque, un obbligo generale della Pubblica Amministrazione
il diritto di scegliere è principio che sta alla base del Diritto stesso, pertanto questa sentenza va salutata come una vittoria della libertà di scelta che può essere esercitata per motivazioni di risparmio familiare, oggi sempre più pressanti; per motivazioni di gradimento della qualità del servizio stesso; per libera scelta personale del proprio regime alimentare, vedi l'art. 2 (secondo cui la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabile dell'uomo) e l'art. 32 della Costituzione da cui può desumersi un diritto alla libertà nelle proprie scelte alimentari
la sentenza rappresenta un precedente importante per tutta l’Italia.
Appurato che:
all’Art 8. del regolamento di organizzazione del servizio refezione dell’Istituzione Scuola è fatto espressamente divieto di consumare pasti alternativi:
CONSUMAZIONE DI PASTI FREDDI, ALTERNATIVI AL SERVIZIO DI REFEZIONE SCOLASTICA:
8.1 Nei locali in cui si svolge il servizio di refezione scolastica legata all’orario curricolare e pertanto di competenza del Comune di Ferrara nell’ambito delle attività connesse al Diritto allo Studio, non è consentito consumare cibi diversi da quelli forniti dalla Ditta appaltatrice del servizio nell’ambito del contratto in vigore. Infatti, il consumo di pasti confezionati a domicilio o comunque
acquistati autonomamente potrebbe rappresentare un comportamento non corretto dal punto di vista nutrizionale, oltre che una possibile fonte di rischio igienico-sanitario sotto diversi aspetti, a cominciare dalla impossibilità di un corretto mantenimento delle temperature degli alimenti a garanzia della sicurezza alimentare
da decenni la refezione scolastica nelle scuole di Ferrara è gestita dalla ditta CIR, in regime assimilabile ad un monopolio di fatto, sul cui servizio e rapporto qualità-prezzo per anni numerosi comitati di genitori si sono espressi in maniera molto critica e spesso mobilitati per trovare soluzioni alternative
in più casi gli stessi comitati dei genitori hanno creato mense autogestite o si sono rivolti alla mensa del Seminario, competitiva per qualità e costi
in taluni casi i genitori, laddove possibile e compatibile con l’organizzazione familiare, hanno preferito riportare il figlio a casa nell’ora del pasto, ritenendo insostenibile il costo della mensa scolastica e/o di scarso gradimento; dovendo in tal modo rinunciare obtorto collo al diritto a fruire del “tempo-mensa” che, come recita la citata sentenza, rappresenterebbe “la violazione dei generali principi di libertà individuale e di uguaglianza di tutti gli studenti in connessione con il diritto alla studio, da ritenersi lesi da parte di un sistema che impone, quale unica soluzione, di allontanarsi dalla scuola per sottrarsi ad un servizio pubblico non obbligatorio”
il costo della refezione scolastica gestita dal Comune (CIR) aggiornata con delibera del 28 /09/2015 è arrivata cifre molto pesanti (più di 5€/pasto e un costo fisso mensile sopra i 30 € per il tempo pieno) per redditi ISEE a partire dai 18.000 euro in su, fascia molto rappresentata tra le famiglie ferraresi.
Considerato che:
adeguarsi al principio sancito dalla Corte rappresenta un obbligo generale della Pubblica Amministrazione e se questa rimane inerte o rifiuta di consentire l’esercizio del diritto, chi ha interesse a dotare il proprio figlio del pasto casalingo al posto del servizio mensa, potrà procedere giudizialmente contro il singolo istituto. Qualsiasi avvocato potrà chiedere ed ottenere i provvedimenti giudiziali, anche d’urgenza, per dare concretezza ai diritti reclamati.
TUTTO CIO’ PREMESSO
IL CONSIGLIO COMUNALE DI FERRARA
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
ad attivarsi affinché la sentenza di Torino venga considerata un precedente positivo anche per la nostra città per tutte le implicazioni di cui in premessa, dall’esercizio della libertà di scelta, alle sofferenze economiche delle famiglie in questi anni, al diritto di scegliere il cibo per i propri figli
ad attivarsi affinché venga sancita esplicitamente all’interno del regolamento dell’Istituzione dei Servizi Educativi e Scolastici, la libertà di scegliere se aderire al servizio mensa o portare il pasto da casa e che a tale scopo venga corretto l’articolo 8 sopracitato adeguandolo alla libertà di scelta e alla nuova organizzazione logistica che si dovrà dare ogni Istituto scolastico
a dare le opportune indicazioni, alle condizioni che questa Amministrazione riterrà necessarie e utili, per preparare le scuole ad adottare, sin dal prossimo anno scolastico 2016-2017, così come previsto dalla sentenza della Corte d’Appello di Torino (19 aprile 2016), idonee misure organizzative – anche in funzione degli aspetti igienico/sanitari - in relazione alla specifica situazione logistica per consentire l'esercizio del diritto di ogni genitore di scegliere per i propri figli tra la refezione scolastica ed il pasto domestico da consumarsi nell'ambito delle singole scuole e nell'orario destinato alla refezione.
I Consiglieri Comunali
Ilaria Morghen
Sergio Simeone