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Un articolo di giornale sulle regole Confindustria
Archivio legislatura 2009 - 2014
Apprendo con vera soddisfazione la notizia (Sole 24 Ore del 04.05.2010) della firma del protocollo sulla legalità che sarà sottoscritto lunedì pv c/o l’Assolombarda tra Ministro dell’interno e Confindustria contenente il codice etico che prevede l’espulsione dall’associazione di Viale dell’Astronomia dei soci che pagano il pizzo.
Ricordo l’articolo del dott. Gandini e la sua lucida analisi della situazione economica della provincia di Ferrara (il Resto del Carlino 24.02.2010 pg. 6), contenente dati allarmanti e forieri di ulteriore aggravamento del quadro economico Ferrarese anche considerando il fatto che l’indicatore disoccupazione è un indicatore ingannevole poiché il suo accertamento è conseguente a crisi aziendali e di sistema che non hanno ancora manifestato in pieno i loro effetti.
Tutto lascia presagire un ulteriore peggioramento della situazione.
Non basteranno le opportune azioni di sostegno dei vari consorzi Confidi (Camere di Commercio Associazioni di categoria etc.) pur tenendo conto del contributo che la Regione Emilia Romagna che ha stabilito per il 2010 un sostegno cospicuo che intermini reali vale 95,7 milioni di euro di cui solo per il Commercio e il Turismo 7,7 milioni di euro mentre per l’Artigianato e l’Industria si è stabilito un fondo di 50 milioni di euro.
Risorse, speriamo, decisive per il rilancio dell’economia e della competitività del nostro sistema economico.
L’Italia dei Valori sostiene ed incoraggia il tentativo della Regione di trasformare la struttura dei consorzi Confidi in soggetti vigilati e la loro capitalizzazione come strumento nuovo del sistema di sostegno bancario/finanziario al mondo economico anche alla luce della revisione dei criteri di Basilea 2
L’Italia dei Valori và oltre ed anche alla luce della NUOVA TANGENTOPOLI che sta sconvolgendo la politica nazionale avanza una richiesta forte alla Confindustria e cioè quella di inserire nel proprio codice etico l’espulsione dei loro associati dopo la condanna definitiva per reati contro la pubblica amministrazione come concorso in turbativa d’asta o scambio di voti in cambio di appalti.
Credo che questo possa e debba rappresentare un ulteriore segnale concreto che imponga a chiunque intenda competere secondo le leggi del mercato di non barare sulle regole.
Il rischio reale che intravedo se non si pongono argine a questa deriva e quello, continuando a non fare pulizia, di compromettere nel lungo periodo la tenuta del tessuto economico e soprattutto sociale del Paese che, messa la sordina agli annunci roboanti del Governo su un inasprimento delle norme contro i corrotti, sta perdendo i punti di riferimento morali e istituzionali che in altri momenti difficili per l’Italia hanno saputo superaere crisi non solo economiche ma anche politiche profonde.
regole confindustria.doc