salta i contenuti principali a vai al menu
PO Zona ad alto rischio
Archivio legislatura 2009 - 2014
CONSIDERATO CHE l’area intorno al Grande Fiume è stata definita Zona ad alto rischio ambientale fin dal 1987;
CONSIDERATO CHE Il Po è il più grande bacino idrografico del Paese con la sua estensione di 70.000 Km2, di cui 46.000 Km2 di pianura interessano 16 milioni di abitanti, alimenta il 37% dell’industria del Paese che conta il 47% dei posti occupati, interessa 3210 Comuni, alimenta allevamenti per 4 milioni di bovini e circa 5 milioni di suini con sole tre regioni che coprono il 55% del patrimonio zootecnico nazionale;
PRESO ATTO CHE la direttiva Europea sulle acque 2000/60 ha definito in modo chiaro i parametri di governance del distretto idrografico inteso come insieme omogeneo di territorio e società che vi insistono;
ACCERTATO CHE nel 2007 il Governo PRODI stanziò 180 milioni di € per sostenere il progetto “Valle del fiume Po” che prevedeva la realizzazione di interventi per la sicurezza, per la valorizzazione naturalistica, turistico ambientale del fiume che sarebbero un importante contributo all’economia soprattutto in questa fase dell’economia del nostro territorio;
APPRESO CHE il governo Berlusconi ha stornato questi fondi mettendoli nel calderone anti-crisi con il quale si sono finanziate anche operazioni di aiuto per società in dissesto del Comune di Palermo;
APPRESO INOLTRE CHE, in previsione dell’EXPO 2015, la regione Lombardia ha in mente un piano di bacinizzazione del PO per la realizzazione di quattro centrali per la produzione di energia elettrica e che si tratta di quattro traverse da realizzare tra Cremona e la Foce del Mincio con l’avvio di altrettante centrali idroelettriche;
ATTESTATO CHE tale progetto avrebbe una corsia preferenziale grazie all’inserimento dell’EXPO 2015 tra le opere svincolate dal patto di stabilità interno e nel novero delle opere definite grandi eventi e quindi dotate di corsie preferenziali.
Tutto questo dopo che il Nostro Fiume è stato recentemente vittima di episodi di inquinamento da oli minerali e continua a subire lo sversamento di possibili interferenti endocrini come il PFOA ed il PFOS con ricadute sia in termini di pesanti costi, sulla nostra comunità (dati i costi elevati di potabilizzazione ) che si scaricano sulle bollette dell’acqua dei cittadini, sia in termini di possibili rischi per la salute.
Si sta dunque eludendo la necessità di addivenire ad un governo unitario del bacino idrografico del Po e si prepara l’assalto alla risorsa acqua in spregio al delicato meccanismo di regolazione dei flussi, con problemi di approvvigionamento alle foci per la nostra agricoltura e danni causati dall’avanzare del cuneo salino sia per l’ittiocoltura che per la venericoltura del Delta.
CHIEDE ai parlamentari regionali e nazionali di intervenire presso il Governo Nazionale affinché si riprendano i lavori del Progetto di rivitalizzazione del PO.