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Regolamento accesso scuole d'infanzia
Archivio legislatura 2009 - 2014
I servizi educativi hanno valenza educativa e sociale allo stesso tempo. L’Amministrazione comunale deve quindi trovare un equilibrio tra i due aspetti della questione e lo fa decidendo di tutelare le fasce più deboli della popolazione, tenendo conto della necessità dei genitori di conciliare tempi di lavoro e tempi di cura, riducendo il divario nel punteggio di genitori occupati e non occupati. D’altro canto, come già votato all’unanimità in Consiglio comunale nel novembre 2010, questa Amministrazione sceglie di non ritornare al passato, inserendo il reddito nei criteri di accesso ai servizi educativi, perché ritiene che il diritto a frequentare nido e scuola materna sia un diritto universale di tutte le bambine e di tutti i bambini.
Facendo nostro il dettato costituzionale, abbiamo scelto di non discriminare nessuno su base censitaria.
Alla consueta, e peraltro unica, obiezione di PPF sulla fiscalità generale va dato il giusto peso, che è quello di argomento jolly, buono per tutte le stagioni, e peraltro non appropriato in questa situazione. Se infatti si accetta il principio –per noi improponibile- che non si mette nella fiscalità generale ciò di cui non si fruisce direttamente, si mette in discussione tutto il sistema del welfare: che dire? Ci rifiutiamo, ad esempio, di sostenere con la fiscalità generale l’assistenza agli anziani o ai non autosufficienti solo perché noi non siamo in tali condizioni? Difficile pensare che così si faccia in una società giusta come sostiene PPF!
Il principio sacrosanto ed equo che chi ha di più deve dare di più, si realizza nel calcolo delle rette, per il quale si utilizza l’ISEE in modo da adeguare il contributo dovuto al reddito delle famiglie.
Inoltre, il Regolamento contiene già molti criteri con i quali individuare i bisogni dei minori e delle famiglie (situazione lavorativa dei genitori e distanza dal luogo di lavoro, lavoro articolato in turni, presenza di fratelli o anche gemelli, presenza di disabili o non autosufficienti nel nucleo famigliare, ecc.).
Siamo quindi convinti che sia giusto perseverare nella ricerca dell’universalità del diritto di accesso al nido e alla scuola materna, primi luoghi di integrazione culturale, sociale, sanitaria, primo mattone –laddove si riesca a porlo- della crescita dei futuri cittadini.