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Investimenti per il welfare, scelta politica
Archivio legislatura 2009 - 2014
L’immigrazione in Italia è regolata da una legge nazionale, la cosiddetta Bossi-Fini. Che ci piaccia o no a questa è legge dello Stato e ad essa bisogna attenersi, con questa legge bisogna fare pesantemente i conti quando si parla di sovraffollamento delle carceri: quanti detenuti sono tali per il reato di clandestinità? Quanta libertà di azione e quanta responsabilità ha l’amministrazione locale rispetto a questi argomenti? Chi decide quali siano le condizioni di vita e di accoglienza ritenute dignitose che qualche consigliere ha invocato nella seduta consigliare di ieri in cui si discuteva del bilancio del Comune?
Io credo che di fronte alla legge poco ci resti da scegliere. Credo anche però che non possiamo decidere di far finta che gli immigrati non esistano. Gli immigrati, infatti, lavorano nelle nostre fabbriche, o vengono sfruttati da persone di pochi scrupoli, o ancora svolgono attività che noi Italiani non facciamo più (vorrei sapere quante delle signore italiane che conoscete sono disposte ad impiegarsi come badanti?).
E allora? Facciamo finta di niente?
Ancora: gli immigrati pregano e, nel caso specifico di Ferrara, alcuni di loro si comprano il luogo in cui farlo. Gli immigrati regolari pagano le tasse, ma non godono dei diritti civili. I loro figli frequentano le scuole con i nostri figli.
In sintesi, gli immigrati esistono e rappresentano nella nostra città il 6% della popolazione e nelle scuole della nostra provincia il 10% degli alunni.
Poste queste doverose premesse, tenendo ben presente da un lato la legge, dall’altro la presenza degli stranieri nella nostra realtà locale, mi dichiaro profondamente convinta che lavorare per la coesione e la solidarietà sociale, che mantenere alto il senso di appartenenza alla nostra comunità, che essere attenti all’armonia, all’inclusione sociale, siano azioni oltre che moralmente giuste, soprattutto politicamente sagge. E' infatti innegabile che fomentare il disordine sociale è sempre pericoloso e lo è tanto di più oggi in questa situazione di pesante crisi che mette in difficoltà tante famiglie ferraresi. Per queste ragioni io apprezzo e sostengo la scelta politica e lo sforzo che l’Amministrazione fa per mantenere invariato l’impegno economico nel settore del welfare, che nel complesso rappresenta una voce importante nel bilancio di previsione del Comune per il 2010. E lo apprezzo tanto di più perché ha il coraggio di andare in controtendenza rispetto alle politiche governative per lo stesso settore.