Comune di Ferrara

salta i contenuti principali a vai al menu “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”
Difficile non riconoscere il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ancora più difficile, secondo me, non pensarci leggendo sulla stampa quello che è successo a Said, 25 anni, che è morto (o che è stato lasciato morire) senza che nessuno lo aiutasse. Non mi interessa infilarmi nella discussione sulla nazionalità di questo ragazzo, non credo che alle cinque di un mattino d’inverno chi è passato in auto abbia avuto il tempo di badarci. Mi sembra però incredibile che nessuno si sia preoccupato di fare una telefonata, non dico di fermarsi perché aver paura è comprensibile, ma una telefonata non costa davvero niente! Mi spaventa l’idea che la nostra indifferenza, o forse la nostra superficialità, siano arrivate a tal segno, mi sconcerta che a tanto si sia arrivati nella mia città, non per moralismo o retorica vuota, ma perché penso che quel ragazzo avrebbe potuto essere mio figlio o mio fratello. E mi fa ancora più paura l’idea che in macchina quella mattina avrei potuto passare io, perché in questa mia riflessione io non voglio giudicare nessuno, voglio però riportare i nostri pensieri all’enormità di quel che è successo, voglio dire chiaramente che non può e non deve essere così.
Perché oggi vedere una persona che sta male non innesca più un meccanismo di solidarietà? Perché non scatta quello spirito di fratellanza di cui parla la Dichiarazione? Forse perché non abbiamo più chiara in mente una scala di valori e di priorità che regoli e guidi il nostro agire, una scala che non c’entra niente e che va ben oltre i credo religiosi, le fedi politiche, le convinzioni personali, ma che riconosce senza esitazioni il senso di una vita umana. Prima di tutto.