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Il "Bilancio" dello Sport
Archivio legislatura 2009 - 2014
Per quanto riguarda lo Sport sostanzialmente il bilancio di quest’anno non ha subito tagli e di certo già questa è una buona notizia.
Allo stesso tempo comunque credo sia giusto ricordare che è un bilancio che di fatto non permette di fare investimenti e/o progetti atti ad implementare l’attività sportiva se non solo con il coinvolgimento di privati. Sappiamo bene, soprattutto ora, cosa significhi far quadrare un bilancio mantenendo delle eccellenze come quella dell’Istituzione Scolastica trattata ed approvata il 25 gennaio u.s. in Consiglio o ancora meglio per mantenere gli standard che il Presidente dell’ASP ci ha esposto in IV Commissione per i servizi alla persona o ancora per fornire in generale servizi primari alla collettività. Credo di non essere fuori luogo se racconto un aneddoto accadutomi proprio Domenica scorsa e che rafforza queste mie considerazioni. Ero in Toscana per un aggiornamento assieme a persone che provenivano da tutta Italia: mi sono sentito orgoglioso del fatto che due persone di Bergamo, operatori scolastici, mi hanno parlato di quanto invidiassero i nostri servizi per l’infanzia e di come il loro Comune stesse tentando di emularci dopo aver chiamato uno dei nostri responsabili del settore, il Dott. Tullio Monini, per farsi tracciare le linee guida ed attivare un servizio analogo per i loro cittadini.
Nonostante tutto ciò però, provocatoriamente, faccio questa domanda:
se 20 anni fa si fosse deciso di investire in modo importante sulla pratica e sulla cultura sportiva creando le premesse per modificare la generazione dei nostri giovani di oggi e dei loro genitori invece di ritenere lo Sport il settore per eccellenza dove si possono fare dei tagli è o no ipotizzabile pensare che in fatto di sanità, di prevenzione e contrasto all’uso di sostanze nocive quali droga, alcol e fumo, di integrazione ecc., ci sarebbero oggi dei risparmi enormi proprio nei settori che ora assorbono giustamente la maggior parte delle nostre risorse?
Evidentemente la mia risposta è si! Assolutamente si!
Allora perché non farlo oggi?
Credo sia noto a tutti quali sono le ipotesi future legate all’attualità circa le patologie dovute all’obesità infantile e alle malattie cardiovascolari che già da tempo sono la prima causa di morte. Abbiamo sentito di recente affermare che per la prima volta viene invertito il trend positivo che di generazione in generazione ha visto allungare le aspettative di vita dei figli rispetto ai genitori. Un vero e proprio disastro sociale che incide sui costi sociali e della sanità con numeri vertiginosi e che obbliga i paesi di tutto il mondo a correre ai ripari. Qualcuno lo sta già facendo da tempo. Anche noi non possiamo più esimerci dall’affrontare con programmi strutturali importanti questa pericolosissima situazione.
E si badi bene che investire nello Sport in modo importante non significa spendere cifre enormi se si pensa che per far questo basterebbe che la politica sportiva:
§ Facesse attività promozionale per lo Sport e per la cultura sportiva per attivare sani stili di vita.
§ Sostenesse l'attività giovanile delle società dilettantistiche.
§ Inserisse personale qualificato nell’attività motoria della scuola dell’infanzia ed elementare.
§ Rivolgesse particolare attenzione all’attività sportiva rivolta ai diversamente abili e alla integrazione.
§ Valorizzasse il vero volontariato sportivo.
§ Potenziasse la formazione dei dirigenti costretti a stare al passo con una società che cambia velocemente e desse servizi all’associazionismo sportivo cercando di “intercettarne” i bisogni più urgenti.
§ Facesse interventi immediati sull’impiantistica sportiva esistente che necessita di manutenzione e adeguamento normativo con messa in sicurezza di tutti gli impianti.
§ Istituisse e tenesse costantemente aggiornata un'anagrafe dell’impiantistica sportiva esistente sia pubblica che privata verificando poi, tramite l'utilizzo, i bisogni reali dell’Associazionismo Sportivo.
§ Istituisse e tenesse aggiornata un'anagrafe dell’Associazionismo Sportivo comprese le ONLUS che fanno attività motoria e sportiva.
§ Trovasse strategie comunicative affinché al mondo sportivo venisse riconosciuto il vero valore sociale che merita in fatto di concorrere a minor costi alla sanità, di aiuto all’integrazione, di lotta alla violenza, alla droga, all’alcolismo, al fumo e quale importante strumento di aggregazione sociale.
Ognuna di queste voci è quantificabile con numeri certamente importanti ma assolutamente minimali rispetto ai benefici sociali ed economici che ne deriverebbero in tempi medio lunghi come ho avuto modo di dire in premessa.
Sperando di aver dato lo spunto per riflessioni importanti torno al presente e a quanto già oggi si può fare nell’immediato con le poche risorse disponibili. Per far questo dobbiamo necessariamente parlare di impiantistica e di sostegno alle Associazioni Sportive Dilettantistiche.
Per quanto riguarda l’impiantistica voglio soffermarmi solo nel quadrante nord-est in quanto ritengo offra un’ottima opportunità. Opportunità che se valorizzata, dandogli visibilità e forma, potrebbe diventare un importante incentivo alla pratica sportiva. Sto parlando di tutta una serie di impianti, anche naturali, che di fatto connotano tale zona come una vera e propria “Città dello Sport”.
Li ricordo per far capire meglio cosa intendo:
§ il motovelodromo (dove tra l’altro è situato anche il nuovo Centro di Medicina dello Sport)
§ il Pattinodromo
§ il Centro ex Dipendenti Comunali
§ il Campo Scuola
§ il Palazzo delle Palestre (che è del Coni)
§ i Tre Campi di via Canapa
§ le Mura
§ il Parco Urbano
§ le Piscine
§ il Centro Universitario Sportivo (privato)
§ Le palestre degli Istituti Vincenzo Monti e Roiti (citati perchè sono proprio a ridosso delle Mura in quel comparto).
Come si può notare un notevole numero di impianti che certamente caratterizzano tutta quella zona tra l’altro in modo anche ben diversificato. La valorizzazione di cui parlavo è molto semplice e può partire anche da una semplicissima cartellonistica e/o da un’adeguata informazione. Anche se privato mi viene in mente immediatamente ad esempio il campo di Golf del CUS inserito in modo splendido in quel contesto, un’attività particolare che se ben valorizzata può anche incentivare forme di turismo e che già un paio di volte ha ospitato delle competizioni Nazionali giovanili, ma anche e soprattutto il Campo Scuola comunale, certamente un impianto sott’utilizzato con ampi margini di valorizzazione per attività praticabili da tutti, passando con esempi simili, che non sto a citare, per tutti gli altri impianti e per finire, non ultimi, agli impianti naturali delle Mura e del Parco Urbano che già soddisfano molte esigenze ma che con la giusta incentivazione, studiando bene gli interventi da farsi, potrebbero fare tanto, tanto di più.
Infine sposto l’argomento su un altro fenomeno importante in cui l’Amministrazione già si muove ma che anche in questo caso, sempre con risorse limitate, è possibile e doveroso incentivare. Vorrei porre l’attenzione, portando solo alcuni esempi che mi vengono in mente nell’immediatezza scusandomi con chi certamente scorderò, su quegli impianti, anche privati, gestiti da società sportive, che in pratica diventano un punto di riferimento per centinaia e centinaia di giovani. Impianti diventati veri punti di aggregazione dove non solo si fa sport ma dove si creano situazioni dove la gente si incontra, discute, si confronta, esprime sensazioni riversa gioie e dolori, condivide le emozioni di vittorie e sconfitte. Partendo da queste realtà se si facesse un “bilancio sociale”, se si facesse una classifica dei mondi che contribuiscono a mantenere un capitale sociale nella comunità, lo sport sarebbe forse al primo posto. Ecco allora che diventa facile capire il valore che può acquistare una convenzione che permetta ad un impianto sportivo di diventare una sede sociale come è avvenuto nella palestra del Boschetto, nella palestra di Barco, nei Tre Campi di via Canapa, nella palestra del Doro, in quasi tutti i campi di calcio dei vari paesi ma anche ovviamente nelle strutture private come quella gestita dall’Acli San Luca o quella della Polisportiva Giovanile Salesiana, senza scordare la Palestra Ginnastica Ferrara ed ancora il Centro Universitario Sportivo. Tutti luoghi non solo formativi per i giovani ma anche di incontro di decine e decine di famiglie. Luoghi ed attività che vanno assolutamente salvaguardati.
Pare quasi ovvio perciò proseguire su questa strada, individuando quelle realtà sportive che operano seriamente sui giovani e che sono in grado di offrire il loro contributo studiando apposite convenzioni capaci di andare incontro alle esigenze peculiari delle loro attività o attivando delle sinergie che permettano a quelle stesse attività di raggiungere e coinvolgere sempre più cittadini.
Concludo con una proposta operativa. A mio parere c’è la necessità di formulare accordi di programma interistituzionali che coinvolgano tutti gli attori locali su queste tematiche; attivare quindi, un tavolo di confronto per una lettura organizzata del bisogno sportivo nel territorio e degli aspetti ad esso connessi.
Il compito concreto è quello di formulare un programma condiviso e a lunga scadenza con la segnalazione dei bisogni prioritari da esaudire nell’anno della legislatura e coordinare i vari interventi in modo da effettuare un’economia di scala.